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  • Venerdì 19 dicembre 2025

Storia del successo internazionale di Geronimo Stilton

E cosa cambierà ora che Elisabetta Dami, che lo inventò nel 1997, ha venduto la proprietà intellettuale del marchio

Una persona vestita da Geronimo Stilton e la sua creatrice Elisabetta Dami (Rosdiana Ciaravolo/Getty)
Una persona vestita da Geronimo Stilton e la sua creatrice Elisabetta Dami (Rosdiana Ciaravolo/Getty)
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Fino alla metà degli anni Novanta, i personaggi per ragazzi con le sembianze di un topo investigatore erano soprattutto due: Topolino e Basil l’investigatopo, entrambi americani ed entrambi della Disney. Nel 1997 se ne aggiunse un terzo: il topo-giornalista Geronimo Stilton, italiano e con una società ben più piccola alle spalle, ma i cui libri sono stati tradotti in 52 lingue e hanno venduto oltre 180 milioni di copie in tutto il mondo.

I primi libri con Geronimo Stilton come protagonista furono pubblicati dalla piccola casa editrice Dami, fondata dal padre della creatrice del personaggio: Elisabetta Dami. Il vero successo iniziò però nel 2000, quando la casa editrice Piemme, specializzata in libri per ragazzi, acquisì i titoli già pubblicati e ne avviò una diffusione più ampia e strutturata. Quello è l’anno che Dami considera come il vero inizio della serie e che negli mesi scorsi è stato preso come riferimento per festeggiare l’anniversario dei 25 anni del personaggio. Questa settimana è stato annunciato che Dami ha venduto la proprietà intellettuale di Geronimo Stilton al gruppo Rainbow, noto per aver creato le Winx.

Dami ha raccontato di avere immaginato Geronimo Stilton per la prima volta mentre faceva volontariato in un ospedale pediatrico, ispirandosi all’esperienza del medico statunitense Patch Adams, noto per l’uso del clown come strumento per rendere meno pesante la degenza dei bambini. Non potendo replicare quel tipo di intervento, Dami decise di provare a ottenere lo stesso risultato attraverso la scrittura, inventando storie capaci di divertire e distrarre. In quel contesto prese forma Geronimo Stilton: un topo giornalista colto, timido e un po’ maldestro, ma anche gentile, disponibile e capace di coraggio.

All’inizio proporre il personaggio alle case editrici non fu semplice. Dami ha spiegato che diversi editori lo giudicavano troppo buonista, in un periodo in cui il mercato era dominato da serie come Piccoli brividi e sembrava privilegiare atmosfere più spaventose. Quando arrivò a Piemme, le venne chiesto di raccontare la storia del personaggio in modo lineare, partendo dall’inizio, invece che “in medias res” come avrebbe preferito. Dopo alcune discussioni, gli editori accettarono la sua impostazione, e i primi libri ebbero da subito un grande successo.

Nei libri, Geronimo Stilton è il direttore dell’Eco del Roditore, il giornale dell’Isola dei Topi. Non è un eroe tradizionale: ama la routine, rifugge il pericolo e preferirebbe una vita tranquilla, ma finisce regolarmente coinvolto in avventure e viaggi imprevisti. Anche il suo aspetto rispecchia questa caratterizzazione ed è rimasto praticamente invariato nel tempo: giacca verde, camicia bianca, cravatta rossa e occhiali.

Fin dall’inizio, la figura dell’autrice è rimasta volutamente in secondo piano. I libri sono firmati da Geronimo Stilton, e spesso il farmacopie e gli eventi pubblici li fa Stilton, cioè Dami con un costume del personaggio. È una scelta che ha contribuito a rendere Geronimo Stilton più riconoscibile e la serie più coerente agli occhi dei lettori più giovani. Dami ha spiegato che molti bambini lo percepiscono come un personaggio «vivo e autentico», che abita «nella lontanissima e stratopica Isola dei Topi, da qualche parte nell’Oceano Rattico Meridionale», e lo considerano un vero amico.

Anche dal punto di vista formale, i libri hanno caratteristiche molto riconoscibili. Il testo usa parole stampate in colori diversi, caratteri tipografici che cambiano forma e dimensione per suggerire emozioni, rumori o stati d’animo, e molte illustrazioni sono integrate direttamente nella pagina. Le trame sono veloci, il linguaggio semplice, e il racconto mescola umorismo, avventura e informazioni didattiche. È una combinazione che spiega in buona parte la longevità del successo della serie e il fatto che piaccia molto anche ai genitori.

Con il tempo, Geronimo Stilton è diventato un fenomeno editoriale: sono stati pubblicati centinaia di titoli, tradotti in decine di paesi, e una generazione di bambini — soprattutto in Italia, tra gli anni Novanta e i primi Duemila — si è avvicinata alla lettura proprio grazie a quei libri. Attorno al personaggio si è sviluppato un universo narrativo più ampio, con serie parallele come quella delle Tea Sisters (Tea Stilton è la sorella intrepida di Geronimo), adattamenti animati e un vasto sistema di licenze commerciali. Nonostante queste espansioni, i libri sono rimasti il prodotto centrale del marchio, anche se negli anni lo stile delle illustrazioni è stato aggiornato per «avvicinarlo di più alla sensibilità dei ragazzi» dice Dami.

La produzione è piuttosto intensa: escono circa 50 libri all’anno legati all’universo di Geronimo Stilton. Dami non lavora da sola, ma resta il punto di partenza creativo del progetto: propone le idee iniziali, che vengono poi sviluppate con un gruppo di redattori, grafici e correttori, insieme agli editor di Piemme.

Ora il gruppo Rainbow di Iginio Straffi ha acquistato la proprietà intellettuale di Geronimo Stilton dalla società International Characters, di proprietà di Elisabetta Dami e del figlio del fondatore di Piemme Pietro Marietti, ottenendo il controllo legale sul personaggio e sul suo intero universo narrativo. Significa che incasserà i proventi dei diritti d’autore e delle licenze, ma soprattutto deciderà sull’utilizzo del marchio.

Rainbow gestiva già alcuni aspetti del marchio di Geronimo Stilton, occupandosi della produzione e della vendita di alcuni contenuti e prodotti. L’acquisizione consentirà ora al gruppo di intervenire in modo più diretto e organico su tutti gli ambiti del marchio: editoriale, audiovisivo e commerciale. Non è noto quanto abbia pagato.

Straffi ha spiegato che Rainbow vuole «concentrarsi subito sui contenuti digitali e social» perché è l’area che finora è stata meno presidiata e che allo stesso tempo sta lavorando «a un grande progetto audiovisivo, una serie o un film pensato come evento». Piemme ha comunque fatto sapere che questa acquisizione non cambierà il processo creativo dietro alla serie.