L’Olimpia Milano ora corre, con Peppe Poeta
Il nuovo allenatore ha portato un basket più veloce, divertente e, almeno in queste prime partite, vincente

Martedì sera l’Olimpia Milano ha battuto il Real Madrid 89 a 82 in Eurolega, la principale competizione europea per club. È stato un altro risultato positivo ottenuto da Milano da quando, il 24 novembre, “Peppe” Poeta ne è diventato l’allenatore, sostituendo Ettore Messina. Da allora la squadra – che aveva iniziato male questa stagione – ha giocato sei partite e ne ha vinte cinque, anche contro avversarie molto forti come la Virtus Bologna, vincitrice dello scorso campionato italiano, e il Panathinaikos, semifinalista della scorsa Eurolega.
Ci si aspettava che Poeta potesse fare bene con questa squadra: in estate Milano aveva comprato vari giocatori molto forti, e Poeta, pur avendo poca esperienza, è già considerato uno degli allenatori italiani più promettenti e competenti. I tempi e i modi in cui l’Olimpia è cambiata sono però comunque sorprendenti. Si vede già che è una squadra allenata da Poeta, che predilige un basket rapido e vario, e soprattutto giocatori e tifosi paiono aver ritrovato l’entusiasmo che ormai mancava con Messina.
“Peppe” Poeta, il cui vero nome è Giuseppe, ha 40 anni ed è un ex cestista professionista. Giocò nei principali campionati italiani tra il 2005 e il 2022 e iniziò ad allenare subito dopo il ritiro, diventando uno degli assistenti di Gianmarco Pozzecco in Nazionale. Tra il 2022 e il 2024 Poeta fu vice allenatore dell’Olimpia Milano, con la quale vinse due Scudetti. All’inizio della scorsa stagione esordì in Serie A come capo allenatore con Brescia: la portò alle finali Scudetto per la prima volta nella sua storia (perdendole poi contro Bologna), facendosi notare.
Alla fine della scorsa stagione Poeta lasciò in modo un po’ inatteso Brescia e tornò a Milano, per fare ancora una volta il vice allenatore. Questa scelta fu solo all’apparenza un passo indietro: l’Olimpia Milano è una squadra ricca e prestigiosa, una delle sole due italiane a giocare in Eurolega (l’altra è la Virtus), e l’idea era che a fine stagione Poeta avrebbe preso il posto di Ettore Messina – uno degli allenatori più noti e vincenti d’Europa, a Milano dal 2019 – come capo allenatore.
Le cose però sono andate più velocemente di quanto ci si aspettasse: Milano aveva iniziato male sia in Eurolega sia in Serie A e, ironicamente, aveva giocato le sue partite migliori con Poeta in panchina, che aveva sostituito Messina influenzato. Durante le ultime stagioni, poi, lo stesso Messina era stato criticato per i risultati deludenti ottenuti in Eurolega, anche quando poi l’Olimpia riusciva a vincere il campionato (con lui l’Olimpia ha vinto tre Scudetti, tre Supercoppe e due Coppe Italia). D’accordo con la società, a fine novembre Messina ha dunque deciso di dimettersi da capo allenatore (rimarrà un dirigente) e anticipare così la transizione.

Ettore Messina durante una delle sue ultime partite da allenatore dell’Olimpia Milano, 26 ottobre 2025 (Emanuele Cremaschi/Getty Images)
Non era affatto scontato che Milano migliorasse così velocemente con Poeta. Il suo basket si fonda su principi un po’ diversi da quelli di Messina e, nelle prime partite, ha dovuto fare i conti con numerosi infortuni: perlopiù di riserve, ma anche di uno degli acquisti più importanti dell’estate, lo spagnolo Lorenzo Brown, che è rientrato soltanto nella partita contro il Real Madrid.
Nonostante tutto, Poeta è riuscito in fretta a trasmettere ai suoi giocatori – che già conosceva bene, lavorandoci insieme da mesi – il suo basket più veloce e offensivo. Al contrario di quanto preferiva Messina, Poeta vuole che la sua squadra vada verso il canestro avversario nel modo più rapido possibile, con cambi di campo che possano “aprire il campo”, cioè lasciare più spazi liberi.
Poeta ha beneficiato in queste ultime partite del momento di grande forma di due giocatori in particolare: lo statunitense Armoni Brooks, che contro il Panathinaikos ha fatto 26 punti, e il serbo Marko Gudurić, uno degli acquisti più attesi di questa estate. Contro il Real Madrid, Gudurić ha fatto la migliore partita della sua stagione, con 22 punti segnati.
È innegabile che la squadra giochi in modo più coeso e collaborativo di prima e dipenda meno dalle iniziative individuali dei suoi giocatori più forti, che così non sono più costretti a tentare giocate complicate. Secondo alcuni commentatori questa cosa potrebbe essere stata il risultato delle cosiddette “rotazioni corte”, cioè della scelta – rivendicata da Poeta, ma anche obbligata dagli infortuni – di far giocare in campo non più di 7-8 giocatori a partita.
È un approccio diverso da quello di Messina (che tendeva a mettere in campo più giocatori per farli stancare di meno) e serve a favorire la coesione e la tranquillità dei giocatori in campo. Dan Peterson, storico allenatore e commentatore statunitense, ha scritto sulla Gazzetta dello Sport che «i 7-8 che giocano sanno che tocca a loro e che non usciranno dal campo per un tiro sbagliato o una palla persa. Vuol dire tranquillità. E mentalità “Alamo”: noi pochi contro loro tanti!». Il riferimento di Peterson è alla battaglia di Alamo del 1836, un evento della guerra d’indipendenza texana in cui un piccolo gruppo di texani occupò e difese per due settimane una fortezza contro il ben più numeroso esercito messicano.
Per quanto sia difficile misurare davvero la “tranquillità” e la “coesione” di una squadra, è abbastanza noto anche che Poeta abbia uno stile di approcciarsi ai giocatori più amichevole di quello di Messina.
L’Olimpia Milano di Peppe Poeta giocherà la sua prossima partita giovedì 18 dicembre alle 20:30 contro il Fenerbahçe, i campioni in carica dell’Eurolega. Sarà una partita molto complicata, ma se dovesse vincere aumenterebbe ancora di più le sue possibilità di qualificarsi ai playoff del torneo, a cui non accede dal 2022 e che già ora sono diventati un obiettivo realistico.



