• Mondo
  • Mercoledì 17 dicembre 2025

Una vittoria per Sébastien Lecornu

Il primo ministro francese è riuscito a far approvare una parte importante della legge di bilancio, su cui due suoi predecessori si erano arenati

Sébastien Lecornu all'Assemblea Nazionale, il 9 dicembre 2025 (Antoine Gyori - Corbis/Corbis via Getty Images)
Sébastien Lecornu all'Assemblea Nazionale, il 9 dicembre 2025 (Antoine Gyori - Corbis/Corbis via Getty Images)

Martedì l’Assemblea Nazionale francese, la camera bassa del parlamento, ha approvato in via definitiva la legge sul finanziamento della sicurezza sociale (PLFSS), una delle due parti principali della legge di bilancio per il 2026 e quella che contiene anche la sospensione di una criticata riforma delle pensioni introdotta nel 2023 su spinta del presidente Emmanuel Macron.

L’approvazione della legge è stata una vittoria per il primo ministro Sébastien Lecornu poiché i suoi due predecessori, Michel Barnier e François Bayrou, non erano riusciti a raccogliere abbastanza consensi per far approvare la precedente legge di bilancio con il voto del parlamento: entrambi avevano fatto ricorso all’articolo 49.3 della Costituzione, che permette di forzare l’approvazione di una legge evitando il voto dei deputati, e i loro governi erano poi stati sfiduciati.

Da anni le opposizioni, sia a destra sia a sinistra, criticano l’utilizzo piuttosto disinvolto di quell’articolo da parte dei governi sostenuti da partiti vicini a Macron, come sono stati quelli di Barnier, Bayrou e della prima ministra Élisabeth Borne (che fra il 2022 e il 2024 l’ha usato 23 volte, anche per forzare l’approvazione di due leggi di bilancio). A differenza degli anni di Borne però, da un anno e mezzo la coalizione macronista – di cui fa parte anche Lecornu – ha perso la maggioranza in parlamento e ha bisogno del sostegno di alcuni partiti dell’opposizione per governare. 

La caduta ravvicinata dei governi Barnier e Bayrou proprio sulla questione del bilancio ha provocato un enorme caos e una forte instabilità nella politica francese. Per evitare di trovarsi nella stessa situazione, negli scorsi mesi Lecornu si è garantito l’appoggio del Partito Socialista facendo una grossa concessione: inserire nel testo il rinvio della riforma delle pensioni, accettando così una sconfitta per i sostenitori di Macron che l’avevano sempre sostenuta. Aveva anche promesso di non usare l’articolo 49.3 per forzare l’approvazione della legge, cosa che per ora sta rispettando.

L'Assemblea nazionale vota la legge sul finanziamento della sicurezza sociale, il 16 dicembre 2025 (Alexis Sciard/IP3 via ZUMA Press)

L’Assemblea Nazionale vota la legge sul finanziamento della sicurezza sociale, il 16 dicembre 2025 (Alexis Sciard/IP3 via ZUMA Press)

– Leggi anche: Sulla riforma delle pensioni Macron ha fatto una grossa concessione

Ora Lecornu e il parlamento si concentreranno sulla seconda parte della legge di bilancio, ossia il progetto di legge finanziaria (PLF), la cui approvazione, specialmente entro la fine dell’anno, è tutt’altro che scontata. Il governo vorrebbe riuscire a far scendere il deficit del debito pubblico al 5 per cento, che secondo i deputati è una diminuzione eccessiva (nonostante la soglia richiesta dall’Unione Europea sia del 3 per cento). Per questo il 22 novembre l’Assemblea Nazionale aveva rifiutato con una larghissima maggioranza (404 voti contrari, 84 astensioni, un solo voto positivo) una bozza del PLF presentata dal Senato.

Venerdì una commissione mista si riunirà per provare a stilare un testo di compromesso, che dovrebbe essere approvato sia dall’Assemblea che dal Senato entro il 31 dicembre. Salvo cambiamenti dell’ultimo minuto, è abbastanza improbabile che questo accada: alcuni deputati macronisti hanno suggerito a Lecornu di ricorrere all’articolo 49.3, sostenendo che la sua promessa riguardasse solo il PLFSS. Lecornu si è però rifiutato di farlo.

L’opzione che ormai sembra più probabile è che entro la fine dell’anno il governo approvi una legge di bilancio “minima”, che gli permetta di continuare a funzionare e negoziare, rimandando l’approvazione della legge completa all’inizio del 2026.