L’India ha accusato due gruppi radicali pakistani dell’attacco armato di aprile nel Kashmir, in cui furono uccisi 26 turisti

L’agenzia indiana per l’antiterrorismo ha accusato due gruppi di miliziani pakistani per l’attacco armato compiuto ad aprile nel Kashmir, una regione nel nord dell’India, in cui erano stati uccisi 26 turisti. L’attacco aveva poi innescato violenti scontri tra l’esercito indiano e quello pakistano. I due gruppi islamisti accusati dall’India Lashkar-e-Taiba e il Fronte della Resistenza, che è più piccolo e meno noto, ma è legato al primo e aveva rivendicato l’attacco. Secondo l’India, che ha svolto un’indagine lunga otto mesi, entrambi i gruppi sono sostenuti dal Pakistan e hanno pianificato ed eseguito l’attacco.
Il Kashmir è una regione particolare: è a maggioranza musulmana, mentre il resto dell’India è prevalentemente induista, ed è al centro di una contesa decennale col Pakistan, che lo rivendica come proprio. L’attacco era stato compiuto a Pahalgam, circa 90 chilometri a est di Srinagar, la città principale della zona: si trova in una zona montuosa ed è una meta turistica piuttosto popolare tra i turisti indiani. Gli scontri tra India e Pakistan si erano interrotti dopo un cessate il fuoco deciso a maggio, grazie anche alla mediazione degli Stati Uniti.
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