Il governo spagnolo aprirà una rete di “rifugi climatici” nelle città

Una coppia con un ombrello per ripararsi dal sole, davanti alla cattedrale di Barcellona (AP Photo/Emilio Morenatti)
Una coppia con un ombrello per ripararsi dal sole, davanti alla cattedrale di Barcellona (AP Photo/Emilio Morenatti)

Entro la prossima estate il governo spagnolo creerà una rete nazionale di “rifugi climatici” all’interno di edifici pubblici per proteggere le persone dai rischi che le alte temperature comportano. Lo ha annunciato il primo ministro Pedro Sanchez.

Questi nuovi rifugi si aggiungeranno a quelli già esistenti: i governi regionali di Catalogna, Paesi Baschi e Murcia, infatti, ci stavano già lavorando. Barcellona è la città che ha lavorato di più e per prima a questo progetto, iniziando nel 2020: oggi in città ci sono quasi 400 luoghi individuati dal comune come “rifugi climatici” e il 98 per cento della popolazione vive a meno di 10 minuti a piedi da almeno un rifugio.

Questi rifugi sono pensati principalmente per le fasce più vulnerabili della popolazione: persone senza casa o con meno possibilità economiche, che più difficilmente hanno l’aria condizionata in casa, ma anche per bambini e persone che soffrono particolarmente il caldo per via della loro età o delle loro condizioni di salute. L’obiettivo non è tanto creare da zero posti in cui le persone possano andare a rinfrescarsi, ma individuare quelli che ci sono già per dare a tutti uno strumento utile per orientarsi. Sanchez ha detto che tra gli edifici pubblici coinvolti ci saranno anche le sedi dei ministeri.

Quella del 2025 è stata l’estate più calda mai registrata in Spagna: ci sono state tre ondate di calore, di cui una, ad agosto, è durata 16 giorni, con temperature che hanno superato i 45 gradi.

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