Rob Reiner era Harry, e alla fine conobbe la sua Sally

Il regista ucciso domenica scrisse una delle commedie più amate a partire dalla sua vita, che cambiò durante le riprese come il finale del film

di Gabriele Niola

Billy Crystal, Rob Reiner e Meg Ryan sul set di Harry ti presento Sally, 1989 (mptvimages/contrasto)
Billy Crystal, Rob Reiner e Meg Ryan sul set di Harry ti presento Sally, 1989 (mptvimages/contrasto)
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Rob Reiner visse buona parte degli anni ’80 da single. Fu il periodo in cui cominciò a fare il regista e ad avere successo, prima con il finto documentario This Is Spinal Tap, poi con i film Stand by Me e La storia fantastica. Questa prolungata condizione da single, seguita a un divorzio, lo spinse a ragionare insieme allo sceneggiatore Andy Scheinman su una commedia leggera che parlasse dell’amicizia tra uomo e donna e del suo confine con l’amore. Per avere una prospettiva femminile sulla questione, chiese alla sceneggiatrice emergente Nora Ephron, che aveva già una carriera di successo nel giornalismo, di scrivere il film. Il risultato fu Harry ti presento Sally, la più influente e amata tra le commedie sentimentali moderne.

Fin dai primi incontri tra i due Ephron notò subito il carattere molto alla mano e divertente di Reiner, che è morto domenica dopo essere stato accoltellato, in un omicidio che ha sconvolto Hollywood e per il quale è accusato il figlio Nick. In precedenza Ephron aveva già rifiutato alcune proposte di Reiner per film più seri, ma si fece incuriosire da quella commedia sentimentale. Reiner le presentò l’idea come: «Due persone diventano amiche dopo la fine della loro storia d’amore più importante, e decidono di non fare sesso per non rovinare l’amicizia. Però poi fanno sesso e rovinano la loro amicizia».

Per scrivere il protagonista Harry, Ephron si ispirò proprio a Reiner: ascoltò i suoi racconti e le sue considerazioni su come funzionano i ragionamenti degli uomini, per poi integrarne molti nel film. Solo alla fine decisero di cambiargli la personalità e farne un tipo pessimista, mentre Reiner era in realtà più solare.

Per Sally, un personaggio decisamente più ottimista, si ispirò invece a se stessa. Quando poi furono scelti gli attori, anche loro aggiustarono i personaggi e crearono alcune scene basandosi sulla propria personalità.

Il primo a essere preso fu Billy Crystal, scelto al posto di Tom Hanks, Richard Dreyfuss e Michael Keaton (che rifiutarono la parte); poi venne Meg Ryan, scelta soprattutto per il grande e immediato affiatamento che dimostrò con Crystal nel provino.

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Oggi la sceneggiatura di Harry ti presento Sally può apparire molto convenzionale, perché da allora sono usciti molti film che l’hanno copiata, ma all’epoca era considerata estremamente originale. Quando il film uscì la critica lo paragonò a Io e Annie o a Manhattan, nonostante non gli somigli troppo, proprio per la sua peculiarità. Quelle due commedie di Woody Allen erano le uniche possibili associazioni per spiegare ai lettori cosa fosse Harry ti presento Sally e come l’originalità fosse una sua caratteristica importante. In più, era un film considerato sessualmente molto esplicito.

Negli anni ’80 nessun film americano, se non quelli per adulti, conteneva la parola “orgasmo”, ragione per la quale Harry ti presento Sally fu vietato ai minori di 17 anni, anche se non ci sono corpi nudi. Come raccontò Nora Ephron in un libro autobiografico, è in realtà pieno di sesso parlato, come nelle commedie americane degli anni Trenta e Quaranta, quando non si poteva mostrare niente e se ne poteva solo parlare. In particolare la scena più nota, quella in cui in un ristorante Sally finge un orgasmo davanti a tutti per dimostrare a Harry che le donne sanno farlo, era considerata molto esplicita e proprio quel senso del proibito era parte dell’umorismo. Alle proiezioni di prova, che si fanno per testare un film prima di distribuirlo in sala, in quel punto il pubblico urlava per il divertimento.

Ha raccontato Billy Crystal che, dopo il grandissimo successo del film, furono invitati a una proiezione di gala alla presenza della principessa Diana. Lei si sedette proprio accanto a lui, che era in tensione per quella scena un po’ sboccata. Secondo Crystal la principessa rise forte, lungo tutta la scena, e in un modo così fragoroso che «se fosse stato un primo appuntamento non l’avrei più voluta frequentare».

Harry ti presento Sally cambiò le vite di tutti i coinvolti: Nora Ephron in primis, che poi scrisse altri due film che considerava parte di una trilogia sui rapporti personali (Insonnia d’amore e C’è posta per te); poi Meg Ryan, la cui carriera vera e propria iniziò con quella commedia, e che è presente anche negli altri due film della trilogia; e soprattutto Rob Reiner, che diventò il “re della commedia”. Questo anche se subito dopo fece un film di tensione tratto da un romanzo di Stephen King, Misery non deve morire, e poi un film tratto da un dramma teatrale di Aaron Sorkin, Codice d’onore, il più importante della sua carriera. Harry ti presento Sally rimane però il più personale.

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Non è solo perché l’idea veniva da una riflessione sulla sua vita o perché il protagonista era ispirato a lui, ma anche perché inserì amici e parenti. La signora che pronuncia la battuta più citata e conosciuta («Prendo quello che ha preso la signorina»), detta dopo il lungo orgasmo di Meg Ryan, era sua madre, Estelle Reiner. La convocò all’ultimo momento, perché quella battuta fu inserita all’ultimo: fu un’idea da stand-up comedian che ebbe Billy Crystal, e per funzionare richiedeva una signora per bene e insospettabile che però avesse il tempo comico giusto. Estelle Reiner aveva grandissima esperienza di comicità, in quanto attrice e moglie di Carl Reiner, uno dei comici ebrei più noti e influenti degli anni Cinquanta e Sessanta. Le furono sufficienti solo due ciak.

Più di ogni altra cosa però Harry ti presento Sally è il film più personale di Rob Reiner per il suo finale. Originariamente Harry e Sally, dopo molte traversie, dovevano lasciarsi e poi, anni dopo, incontrarsi casualmente per strada, finendo per andare via in direzioni opposte. Il lungo periodo da single di Reiner l’aveva reso molto sfiduciato riguardo alle relazioni e alla loro stabilità. Nessuna delle idee di Nora Ephron per un finale positivo gli sembrava convincente o plausibile. Che si lasciassero era l’opzione più sensata. Quel finale fu anche girato, sebbene non convincesse nessuno.

Durante le riprese, però, Reiner incontrò Michele Singer, che poi sarebbe diventata sua moglie. La cosa cambiò la sua visione dei rapporti di coppia e del romanticismo e quindi la sua fiducia nella possibilità che anche i personaggi di finzione, tra cui il suo alter ego, potessero trovare un amore. Proprio per questa dialettica, nel dialogo finale Harry confessa il suo amore, ma lo fa elencando i difetti di Sally.