In pochi portano gli anni bene come Jane Austen
250 anni dopo i suoi romanzi non sono solo dei classici ma vengono ancora scoperti, apprezzati e riadattati come succede di rado

La scorsa estate sono iniziate le riprese di una nuova serie tv ispirata al romanzo di Jane Austen Orgoglio e pregiudizio: la produce Netflix e nel cast si sa già che ci sono attrici molto richieste come Emma Corrin e Olivia Colman. Sempre l’anno prossimo uscirà un’altra serie, The Other Bennet Sister, prodotta dalla BBC, e che racconta la stessa storia del celebre romanzo ma dal punto di vista di Mary, una delle sorelle della protagonista Elizabeth. Orgoglio e pregiudizio è da sempre il romanzo più famoso di Austen e i suoi innumerevoli e continui adattamenti dicono molto di come la produzione dell’autrice continui a essere apprezzata dopo 250 anni dalla sua nascita, il 16 dicembre del 1775.
Ma quella di Jane Austen non è solo la fortuna tipica dei grandi classici: negli ultimi anni sembra infatti essere stata scoperta e apprezzata da un pubblico più ampio e trasversale. Di recente sono usciti film ispirati ad altri romanzi di Austen, come Emma e Persuasione; nuove edizioni dei suoi romanzi vengono ristampate regolarmente in formati e traduzioni aggiornate e da collezionare; su TikTok i libri di Austen sono spesso commentati da giovani utenti che li scoprono per la prima volta; e in questi giorni di anniversario le foto dei ritrovi delle fan dell’autrice che festeggiano vestite con abiti tradizionali della Reggenza britannica sono dappertutto.
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Nonostante sia nata 250 anni fa, della biografia di Austen si sa poco. Le informazioni sulla sua vita sono frammentarie e in parte indirette, anche perché molte sue lettere furono distrutte dalla famiglia dopo la sua morte. Si sa che proveniva da una famiglia numerosa, aveva 6 fratelli e una sorella a cui era molto vicina. Non si sposò e morì piuttosto giovane, a 42 anni, nel 1817. Anche la sua produzione letteraria è stata piuttosto limitata se la si rapporta all’enorme successo che ha avuto: Austen pubblicò infatti soltanto sei romanzi che uscirono tra il 1811 e il 1818 (gli ultimi L’abbazia di Norhanger e Persuasione furono pubblicati postumi), in parte in forma anonima.
Nei suoi romanzi l’intreccio ruota quasi sempre attorno a un matrimonio. Non è una fissazione romantica, ma una scelta narrativa precisa, legata al contesto storico e sociale in cui l’autrice scrive: quello appunto dei primi anni dell’Ottocento in Inghilterra. Le sue storie hanno quasi esclusivamente protagoniste femminili e in quel periodo per una donna il matrimonio era una necessità e l’unica via socialmente accettata per garantirsi stabilità economica e riconoscimento sociale. Attorno a questo perno però Austen seppe costruire personaggi femminili sfaccettati e spesso molto divertenti, che infatti continuano a coinvolgere lettrici e lettori.
Secondo Carolina Capria, autrice di Per sempre tua. Il mondo infinito di Jane Austen, la scrittrice racconta «dinamiche di potere, problemi legati al denaro e le difficoltà per una donna di sopravvivere in un mondo non pensato per lei che sono molto simili a quelle odierne». Inoltre, spiega, la lettura è spedita perché Austen «basa la narrazione sui dialoghi e l’azione scenica piuttosto che su lunghe digressioni descrittive, rendendo la sua scrittura molto simile a quella della serialità televisiva moderna».
Un elemento stilistico che facilita e avvicina la lettura di Austen è l’uso del discorso indiretto libero, un espediente che permette alla voce del narratore e a quella del personaggio di convivere nella stessa frase. Liliana Rampello, che ha curato una raccolta di testi di Jane Austen per la collana i Meridiani di Mondadori e ha pubblicato da poco la raccolta Un anno con Jane Austen, dice che «è una tecnica che rende l’ironia particolarmente efficace e che avvicina il lettore al punto di vista dei protagonisti». Questa soluzione narrativa è stata molto imitata ed è diventata un riferimento per molti scrittori contemporanei: «Ian McEwan, per esempio, in Espiazione cita esplicitamente L’abbazia di Northanger e la sua protagonista Catherine Morland e anche Sally Rooney l’ha citata come riferimento letterario» dice Rampello.
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Sebbene sia stata etichettata come una lettura “femminile”, nei paesi anglofoni Austen è sempre stata letta da un pubblico ampio ed eterogeneo e anzi il suo primo vero “fandom” fu in larga parte maschile. I membri della cerchia di lettori devoti all’autrice vennero chiamati “Janeites”, un termine coniato dal critico letterario George Saintsbury nella prefazione a Orgoglio e pregiudizio dell’edizione del 1894. A dare però maggiore visibilità al termine e a fissarlo nell’immaginario culturale fu lo scrittore inglese Rudyard Kipling, appassionato di Austen, che nel 1924 intitolò proprio The Janeites un racconto dedicato a un gruppo di soldati uniti dalla passione per i suoi romanzi. Da allora la parola è rimasta in uso e si è cominciato a usarla anche per riferirsi alle lettrici.
In Italia secondo Rampello la percezione dell’autrice «è cambiata radicalmente in tempi recenti». Austen infatti non è stata tradotta in italiano fino agli anni ’30 del ‘900, e poi è stata relegata ad autrice per adolescenti. Nei programmi scolastici di inglese Jane Austen non compare infatti quasi mai a differenza di altre autrici britanniche come Charlotte Brontë. Per Rampello le cose sono cambiate nel 2024, con l’ingresso di Austen nei Meridiani Mondadori, ovvero una collana in cui vengono pubblicati i classici contemporanei: «Questa operazione ha permesso per la prima volta di leggere i sei romanzi attraverso una traduzione unica, cosa che ha reso visibili le trasformazioni stilistiche nel passaggio da un romanzo all’altro».
La conferma più sorprendente della capacità di Jane Austen di scrivere libri senza tempo è il modo in cui sono stati riscoperti da generazioni più giovani attraverso i social network. In particolare su TikTok, nel cosiddetto BookTok, cioè nei video in cui si parla di libri, i suoi romanzi sono diventati molto popolari: capita spesso di imbattersi in giovani utenti che li consigliano, li commentano o li reinterpretano in chiave contemporanea. Due anni fa la libreria Waterstones di Piccadilly, a Londra, organizzò un festival durante il quale furono assegnati premi a diverse categorie di libri diventati famosi grazie a TikTok e tra i finalisti della sezione “BookTok revival” c’era anche Orgoglio e pregiudizio. L’anno successivo Orgoglio e pregiudizio era anche tra i candidati dei TikTok Book Awards in Italia.
Più in generale, online circolano moltissimi contenuti dedicati ad Austen: video, immagini, citazioni e hashtag che vengono condivisi e rielaborati continuamente. Alcune studiose dell’Università di Cambridge hanno pubblicato una ricerca intitolata OMG Jane Austen, che analizza il modo in cui l’autrice viene rappresentata e utilizzata su internet. Una delle autrici ha detto che Austen è oggi la scrittrice più “memizzata” dopo Shakespeare.
Questo interesse si riflette anche fuori da internet. Come aveva raccontato due anni fa al Guardian Alice Hodges, che lavora al Jane Austen Centre di Bath, la città dove Austen ha vissuto e ambientato parte del suo ultimo libro, negli ultimi anni il numero di giovani visitatori è aumentato in modo significativo: «Abbiamo visto un numero crescente di giovani Janeites, inclusi bambini anche di otto anni».
Nel Regno Unito l’interesse per Jane Austen è stato nel tempo valorizzato e commercializzato. Esiste un turismo organizzato che segue le tracce dell’autrice: i fan visitano Bath; la casa-museo di Chawton; Steventon, un’altra delle località in cui visse Austen; e la cattedrale di Winchester dove è sepolta. Intorno a questi luoghi c’è un mercato di gadget che va dai rossetti alle borse di tela, dalla cancelleria fino alle banconote da dieci sterline, che hanno la sua faccia stampata sopra, e persino varietà di rose dedicate a lei.
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