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  • Martedì 16 dicembre 2025

Sul divieto di vendita delle auto a benzina e diesel l’Unione Europea ci sta un po’ ripensando

C'è un nuovo piano che permetterebbe alle aziende automobilistiche di non smettere di produrle del tutto entro il 2035

Auto incolonnate lungo una strada a Monaco di Baviera, 20 novembre (Sven Hoppe/dpa via ANSA)
Auto incolonnate lungo una strada a Monaco di Baviera, 20 novembre (Sven Hoppe/dpa via ANSA)
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Martedì la Commissione Europea ha presentato un piano di proposte per il settore automobilistico, che ridimensiona gli obiettivi annunciati finora sulla riduzione delle emissioni inquinanti e accoglie in parte le richieste dei produttori. In base alla proposta, dal 2035 le aziende automobilistiche europee dovranno ridurre del 90 per cento le proprie emissioni di anidride carbonica (CO2) rispetto ai livelli del 2021, anziché del 100 per cento com’era stato previsto finora.

Di fatto sarebbe una revoca del divieto di vendita di nuove auto a benzina o diesel (che generano la maggior parte delle emissioni) dopo il 2035. Il divieto era stato deciso nel 2023. Secondo il piano della commissione, il restante 10 per cento delle emissioni dovrà essere compensato dalle aziende automobilistiche utilizzando carburanti biologici o sintetici (i cosiddetti e-fuel), oppure producendo acciaio a basse emissioni di CO2 prodotto nell’Unione.

La proposta comunque dovrà essere discussa e approvata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo, che riunisce i governi dei 27 paesi membri dell’Unione Europea. Se il piano venisse approvato, dopo il 2035 sarebbe quindi permesso sia immatricolare veicoli elettrici, sia continuare a produrre e vendere auto con motori termici, auto ibride plug-in, e veicoli con estensori di autonomia (range extender).

La proposta della Commissione Europea è un ripensamento rispetto al divieto di vendere nuove automobili a benzina o diesel, che ha l’obiettivo di favorire la diffusione di veicoli elettrici, per ridurre le emissioni e aumentare la sostenibilità ambientale del settore. Ma è soprattutto una concessione alle aziende automobilistiche, in particolare in Italia e Germania, e una risposta alla loro richiesta di maggior flessibilità sulla riduzione delle emissioni.

Il divieto fa parte del Green Deal, un’ambiziosa serie di iniziative contro il cambiamento climatico presentate dalla Commissione Europea nel 2021 che, in estrema sintesi, hanno lo scopo di ridurre le emissioni inquinanti del 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per poi raggiungere la cosiddetta neutralità carbonica entro il 2050. L’obiettivo è molto ambizioso e anche estremamente difficile da raggiungere, e per modificare radicalmente il settore automobilistico servirebbero investimenti enormi.

In questi anni le aziende automobilistiche europee hanno espresso preoccupazione per il rischio di non raggiungere l’obiettivo, e quindi di subire sanzioni: dipende anche da una generale crisi del settore automobilistico, dal calo delle vendite di auto elettriche in Europa e dalla forte concorrenza cinese.