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  • Lunedì 15 dicembre 2025

L’ennesima aggressione contro i lavoratori a Prato

È successo davanti a un ristorante cinese: le proteste si stanno allargando ad altri settori, dopo l’abbigliamento

Il presidio dei lavoratori e del sindacato Sudd Cobas davanti al ristorante La Scintilla a Prato, 14 dicembre 2025 (foto del Sudd Cobas inviata al Post)
Il presidio dei lavoratori e del sindacato Sudd Cobas davanti al ristorante La Scintilla a Prato, 14 dicembre 2025 (foto del Sudd Cobas inviata al Post)

Domenica sera alcune persone hanno aggredito i lavoratori in presidio davanti a un ristorante di Prato, usando anche delle bottiglie di vetro. Sei persone, tra cui un sindacalista, sono state ferite e portate in ospedale. È la quarta aggressione da settembre e l’ennesima negli ultimi due anni contro gli scioperi indetti in città per protestare contro le pessime condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori. La novità è che la protesta ora non riguarda più solo le ditte di abbigliamento, come accaduto finora, ma anche il settore della ristorazione.

Il presidio era stato organizzato di fronte al ristorante cinese “La Scintilla” in via Galcianese, a ovest del centro storico. I lavoratori, in prevalenza pakistani e bengalesi, stavano protestando da una decina di giorni perché costretti a lavorare 12 ore al giorno e spesso con contratti in nero. Avevano coinvolto il Sudd Cobas, il sindacato di base che rappresenta molti lavoratori sfruttati, dopo che nelle scorse settimane lavoratori di altri locali avevano manifestato tra Prato e la provincia di Firenze, ottenendo poi un miglioramento delle loro condizioni lavorative.

Sarah Caudiero, sindacalista del Sudd Cobas, dice che ieri sera il presidio si stava svolgendo come nei giorni precedenti, con il gruppo di manifestanti in presidio fuori dal ristorante. Dice che intorno alle 21:30 due uomini sono usciti dal locale e hanno afferrato un lavoratore cercando di trascinarlo dentro con la forza, con gli altri manifestanti che cercavano di fermarli. Caudiero dice che a quel punto i titolari del ristorante, marito e moglie, sono usciti e anche loro hanno aggredito i manifestanti. I feriti più gravi sono un sindacalista e un lavoratore, che sono stati colpiti con delle bottiglie di vetro.

Il presidio davanti alla Scintilla fa parte di una nuova campagna coordinata dal Sudd Cobas rivolta al settore della ristorazione. Finora i molti presidi sono stati organizzati nel distretto dell’abbigliamento e in quello del tessile di Prato. I problemi si concentrano soprattutto nel primo, in cui lavorano aziende di confezionamento di abiti a conduzione cinese, ma sono problemi che non riguardano solo ditte cinesi: a settembre la titolare dell’azienda italiana Alba, che si occupa di cucire e stirare capi di abbigliamento per conto di diversi marchi di moda, ha insultato e preso a calci e pugni alcuni lavoratori che erano in presidio.

Sulla vicenda di Alba il Sudd Cobas sta peraltro portando avanti una trattativa inedita per Prato, perché per la prima volta stanno partecipando alle discussioni anche alcuni marchi di moda. Sono le aziende che stanno a capo della filiera produttiva e che commissionano lavori ad altre società, che a loro volta li appaltano a ditte più piccole, come quelle di Prato, in cui spesso i lavoratori vengono sfruttati.

Caudiero spiega che la nuova campagna è stata ideata dopo che nei mesi scorsi i dipendenti di un ristorante di sushi a Calenzano, un comune in provincia di Firenze distante una decina di chilometri da Prato, si sono rivolti al sindacato denunciando condizioni lavorative degradanti. La campagna ha riguardato finora i lavoratori impiegati in quattro ristoranti, due a Campi Bisenzio e due a Prato, che dopo gli scioperi sono stati regolarizzati.

Il sindacato ha organizzato per le 18 di oggi un altro presidio di protesta e di solidarietà fuori dal ristorante “La Scintilla”. Chiede inoltre alle istituzioni di applicare l’articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (TULPS), secondo cui il questore può sospendere la licenza a un esercizio commerciale se ci sono stati disordini.

Negli ultimi anni, nel distretto dell’abbigliamento di Prato, è stato avviato un graduale processo di sindacalizzazione dei lavoratori, per la maggior parte stranieri. Secondo le ricorrenti denunce fatte dal Sudd Cobas, nella maggior parte delle aziende gestite da cittadini cinesi si lavora più di 80 ore alla settimana, 12 ore al giorno da lunedì a domenica, in nero e senza tutele o a fronte di contratti part time non rispettati. La maggior parte delle persone sfruttate sono migranti originari di Pakistan e Bangladesh. Caudiero dice che stanno emergendo situazioni simili anche nella ristorazione pratese.

Negli ultimi anni ci sono state diverse aggressioni ai lavoratori in sciopero a Prato, alcune organizzate proprio per reprimere la sindacalizzazione dei lavoratori intimidendoli. Nel 2021 una di queste aggressioni fu ripresa in un video che circolò molto: una decina di persone di origine cinese si presentò a un presidio con bastoni per picchiare i lavoratori e i sindacalisti. Da allora ci sono stati molti altri episodi di violenza: uno dei più recenti è stato a fine novembre, davanti alla Euroingro, un consorzio che riunisce più aziende nel settore della produzione di accessori per l’abbigliamento.

– Leggi anche: Capire gli enormi problemi di Prato