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  • Domenica 14 dicembre 2025

Ce lo vedete un museo, in questo posto?

Il Guggenheim vuole aprire due nuove sedi nell'unica riserva naturale dei Paesi Baschi, ma sempre più persone si dicono contrarie

di Matteo Castellucci

La riserva di Urdaibai (Matteo Castellucci/il Post)
La riserva di Urdaibai (Matteo Castellucci/il Post)
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Eider Gotxi passeggia, sotto un ombrello arcobaleno, lungo un terrapieno di fango nella riserva di Urdaibai, una delle principali aree naturali della Spagna nonché l’unica protetta dall’UNESCO nei Paesi Baschi. A meno di sorprese, fra qualche anno esattamente in questo punto cammineranno decine di migliaia di turisti: non sul terrapieno, tirato su secoli fa per riparare dalle inondazioni i campi coltivati nelle vicinanze, ma su una passerella pedonale progettata per scavalcarlo.

È in questa area che vuole ampliarsi il museo Guggenheim di Bilbao, uno dei più visitati musei d’arte della Spagna e fra i più celebri in Europa. Del piano si parla da anni nei Paesi Baschi, spesso in termini molto critici, ma è negli ultimi tempi che le perplessità sono diventate più convinte e trasversali.

Quest’anno un cortometraggio intitolato Il sacrificio di Urdaibai è stato uno dei più applauditi al festival cinematografico Zinebi di Bilbao. Il regista, Galder Irusta, racconta che nell’ultimo anno è proprio cambiata la consapevolezza pubblica attorno al progetto. Nel corto ha recitato anche Itziar Ituño, la più nota attrice basca di oggi (era nel cast della serie Netflix La casa di carta).

Gotxi è la portavoce del gruppo che con più forza sta cercando di bloccarlo. «Il nostro museo è già questo», dice, guardandosi attorno.

Eider Gotxi nella riserva di Urdaibai (Matteo Castellucci/Il Post)

Il comitato di Gotxi si chiama Guggenheim Urdaibai Stop. Si impara in fretta a distinguere le sue bandiere sulle case, sui negozi e persino sui municipi delle cittadine tra Bilbao e la riserva di Urdaibai. O sulle strade che portano alle spiagge, che nei mesi freddi sono decisamente meno trafficate che in estate. Il simbolo mostra un grosso pesce famelico (il Guggenheim) che sta per divorare un pesciolino (Urdaibai). Secondo il comitato l’allargamento del museo devasterebbe l’habitat della riserva. Alla protesta si è unita anche l’opposizione locale (di sinistra) al governo regionale (nazionalista basco), che invece è il suo principale sponsor.

Un murale del comitato Guggenheim Urdaibai Stop su una casa nella riserva (Matteo Castellucci/Il Post)

Una bandiera del comitato sulla ringhiera di una casa a Muxika (Matteo Castellucci/Il Post)

Ma la questione non nasce ieri, né l’altroieri.

Del piano di allargamento del Guggenheim si parlava da quindici anni, ma si è fatto più concreto nel 2023, quando il governo provinciale l’ha riesumato, stanziando 40 milioni di euro su un totale previsto di quasi 130 milioni (altri 40 si è impegnato a spenderli il governo centrale). In quell’anno i media hanno ricominciato a parlarne, sono spuntati i primi rendering, ed è nato anche il comitato di opposizione di Gotxi.

Nella sua ultima versione il piano prevede di costruire due sedi distaccate del Guggenheim all’interno della riserva, collegate tra loro con un percorso ciclopedonale (la passerella che citavamo all’inizio). Una sede verrebbe costruita dentro una fabbrica dismessa a Guernica – quella Guernica – e una al posto di un vecchio cantiere navale ancora attivo, nonostante sia scaduta la sua concessione di epoca franchista.

Il comitato contesta queste scelte: sia per il numero a loro dire esorbitante di turisti che attirerebbe un museo del genere dentro la riserva, sia per la modalità con cui sono state fatte, senza coinvolgere particolarmente gli abitanti. Il museo Guggenheim, contattato dal Post, ha deciso di non commentare la vicenda.

Il museo Guggenheim di Bilbao (Matteo Castellucci/Il Post)

Gli ambientalisti sostengono che entrambe le possibili sedi abbiano problemi: nella fabbrica dismessa per esempio si lavoravano metalli pesanti e prima di costruirci sopra va bonificata. Ma è sulla zona del cantiere navale che si concentrano le maggiori perplessità. Su impulso del governo basco, quello centrale ha ridotto la zona tutelata della riserva dove si trova il cantiere navale – sulla costa dell’estuario – perché altrimenti sarebbe stato impossibile costruirci il museo. Il comitato ha fatto un esposto alla procura generale contro la modifica allo status di protezione, che ritiene irregolare e ingiustificata.

Il vecchio cantiere navale, ancora attivo, all’interno della riserva (Matteo Castellucci/Il Post)

La fabbrica dismessa di Guernica (Matteo Castellucci/Il Post)

C’è poi il tema dell’impatto che avrebbe portare turisti e visitatori in una delle poche zone della Spagna ancora non turisticizzate. È una questione particolarmente sentita anche in altre parti del paese, dove negli ultimi anni si sono moltiplicate le proteste contro il turismo di massa.

Anche a Urdaibai rischia di arrivare una marea di persone. Il piano di espansione punta ad attirare 140mila visitatori all’anno, anche se promette di non superare questa soglia. Il comitato però dubita che il limite sarà davvero rispettato. Gotxi fa l’esempio di San Juan de Gaztelugatxe, una fortezza al picco sul mare dove l’applicazione di un tetto giornaliero da 1.462 biglietti è sfuggita di mano quando la serie Game of Thrones ci ha ambientato alcune scene.

Una parte della popolazione locale considera l’espansione del Guggenheim un progetto non necessario, oltre che uno spreco di soldi pubblici a beneficio di una fondazione privata, cioè quella che gestisce il museo. Il partito nazionalista di sinistra Bildu sostiene che non risolverà i problemi di una zona economicamente depressa, anzi. Il coordinatore locale del partito Roke Ojanguren sostiene che il piano «non risponde alla realtà: abbiamo problemi di infrastrutture, un declino industriale, e ci vendono come risposta una terziarizzazione dell’economia e una turistificazione della regione».

Eider Gotxi che mostra alcune criticità riguardo alla costruzione nell’area della fabbrica dismessa, in un bar di Guernica (Matteo Castellucci/Il Post)

Anche sfruttando la sua opposizione all’ampliamento del Guggenheim, Bildu è andata molto bene alle ultime elezioni locali, vincendo in molti comuni della zona di Urdaibai. Bildu ha tolto voti soprattutto al PNV, il partito storicamente egemone nei Paesi Baschi (che oggi governa la regione coi Socialisti). Per il PNV è stato più difficile difendere il progetto. Alla fine del suo mandato, poco prima delle elezioni del 2024, l’ex governatore Íñigo Urkullu aveva annunciato un «periodo di riflessione» di due anni sull’opera. Questo periodo sta per scadere.

La provincia di Bilbao e il governo basco hanno inoltre avviato un processo di consultazione con gli abitanti locali, seppure non vincolante per il proseguimento del progetto, di cui a breve dovrebbero venire pubblicati i risultati definitivi. In quelli preliminari, presentati in estate, prevalevano nettamente i pareri contrari. Il PNV sembra aver capito che aria tira. La presidente della provincia Elixabete Etxanobe è passata dal dire che l’espansione del museo sarebbe avvenuta «sì o sì», a mettere in discussione l’intero progetto. Il Post ha provato a contattarla senza ricevere risposte.

«Siamo a un punto in cui è più facile che salti che si faccia», dice Ojanguren, di Bildu. Le ricostruzioni più recenti dei giornali locali vanno nella stessa direzione. A fine novembre il Correo, il principale giornale in lingua spagnola della zona, ha scritto che secondo le sue fonti il governo basco sta valutando seriamente di rinunciare al progetto. Negli stessi giorni la nuova direttrice del museo, Miren Arzalluz, ha detto che «presto» verrà presa una decisione. Il progetto era stato voluto soprattutto dal suo predecessore, Juan Ignacio Vidarte, che nel 2024 aveva lasciato l’incarico dopo quasi trent’anni.