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  • Domenica 14 dicembre 2025

L’attentato contro una festa ebraica vicino a Sydney

11 persone sono state uccise e 29 ferite a Bondi Beach, una delle più famose spiagge australiane, nel primo giorno di Hanukkah

Una donna e un bambino soccorsi a Bondi Beach, dopo l'attentato (George Chan/Getty Images)
Una donna e un bambino soccorsi a Bondi Beach, dopo l'attentato (George Chan/Getty Images)
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Poco prima delle 19 locali (le 9 italiane) c’è stato un attentato a colpi d’arma da fuoco nei pressi di Bondi Beach, una delle più famose e frequentate spiagge australiane, vicino a Sydney. Undici persone sono state uccise e ventinove ferite.

La polizia ha detto di aver fermato due persone sospettate di aver sparato e ha chiesto alla popolazione di lasciare la zona. Una delle persone fermate è morta, dopo essere stata colpita dalla polizia, e l’altra è in gravi condizioni. Chris Minns, primo ministro del New South Wales, lo stato di Sydney, ha detto che l’obiettivo dell’attentato è stata la comunità ebraica locale, che vicino alla spiaggia stava celebrando il primo giorno di Hanukkah, una delle più importanti festività ebraiche, che dura otto giorni.

Alcuni video realizzati sul posto mostrano i due autori dell’attentato mentre sparano contro la polizia da un ponte vicino alla spiaggia: in uno dei video si vede una persona avvicinarsi di nascosto a una delle due persone armate, afferrarla alle spalle e togliere dalle sue mani il fucile.

Al momento non è stata ancora comunicata l’identità delle vittime, né tantomeno degli attentatori. La polizia ha fatto sapere di aver trovato diversi ordigni esplosivi in un’auto vicino a Bondi Beach, e che gli artificieri li hanno messi in sicurezza. Alcune ore dopo l’attentato la polizia ha detto di aver arrestato due persone a Bonnyrigg, un sobborgo di Sydney, in relazione a quanto successo a Bondi Beach. Al momento non si sa in che modo siano coinvolte.

È il peggior attacco armato compiuto nel paese da quello del 1996 a Port Arthur, in Tasmania. Quell’attacco, in cui furono uccise 35 persone, scosse enormemente la popolazione australiana e spinse il governo a varare quella che al tempo fu una delle leggi più severe al mondo sul controllo delle armi: la legge rese illegale acquistare molti modelli, come i fucili d’assalto che sono spesso usati negli attacchi di questo tipo, e istituì un’enorme campagna di riacquisto di queste armi da parte dello Stato. In un anno furono sequestrate circa 650mila armi e da allora il numero delle sparatorie è diminuito drasticamente.

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha commentato l’attentato dicendo che «ogni australiano stasera sarà devastato come me da questo attacco al nostro modo di vivere. Nella nostra nazione non c’è posto per questo tipo di odio, violenza e terrorismo. Sarò chiaro: lo sradicheremo».