In Australia gli attacchi antisemiti stanno aumentando
Tra novembre e febbraio ci sono stati vari episodi a Sydney e Melbourne, che hanno portato il parlamento ad aumentare le pene per i crimini d'odio

In Australia una serie di atti di vandalismo e attacchi compiuti contro la comunità ebraica degli ultimi mesi ha portato il parlamento ad aumentare le pene previste per crimini d’odio e atti di terrorismo. Giovedì sono state approvate ad ampia maggioranza delle norme che, tra le altre cose, prevedono la pena detentiva obbligatoria per atti di terrorismo (minimo sei anni) e crimini d’odio minori, come fare il saluto romano in pubblico o mostrare simboli nazisti (minimo un anno).
Il problema è entrato nella discussione pubblica in seguito a vari episodi avvenuti tra novembre del 2024 e febbraio del 2025 a Sydney e Melbourne, dove abita l’85 per cento della comunità ebraica australiana, che comunque è molto piccola: conta circa 120mila persone, lo 0,5 per cento della popolazione.
Lo scorso dicembre fu appiccato un incendio in una sinagoga all’interno della quale c’erano alcuni fedeli, che sono riusciti a uscire in tempo. Il caso è stato trattato come un episodio di terrorismo. A gennaio la polizia ha trovato in un quartiere di Sydney un van con dentro dell’esplosivo, una lista di località collegate alla comunità ebraica e scritte antisemite. Chris Minns, il primo ministro del Nuovo Galles del Sud (lo stato australiano in cui si trova Sydney), ha detto che l’esplosivo presente nel van avrebbe potuto causare una strage «di massa».
Ci sono stati poi diversi casi di scritte contro lo stato di Israele, messaggi antisemiti o simboli nazisti disegnati vicino alle sinagoghe, su automobili o case appartenenti a persone ebree; sono state incendiate delle macchine, un asilo nido per bambini che si trovava vicino a una sinagoga, e una scuola ebraica. Il 16 gennaio una casa che era stata di proprietà di Alex Ryvchin, un noto portavoce della comunità ebraica, è stata imbrattata di vernice rossa, due auto parcheggiate fuori sono state incendiate e una vandalizzata con la scritta «Fuck Jews».

Una manifestazione contro l’antisemitismo a Sydney, in Australia, il 18 febbraio 2024 (Lisa Maree Williams/Getty Images)
Oltre alla recente introduzione della pena detentiva obbligatoria per crimini d’odio, negli ultimi mesi il governo ha approvato altre misure per cercare di limitare gli episodi violenti o discriminatori. Lo scorso 3 febbraio per esempio ha reso illegale il finanziamento e l’uso di beni legati a Terrorgram, una rete di canali Telegram usati da esponenti dell’estrema destra per promuovere azioni violente. Ha inoltre allargato la lista delle associazioni per cui è vietato il finanziamento perché promuovono ideologie estremiste, razziste o violente. Tra queste anche l’Ordine nazionalsocialista, un’associazione neonazista, e la Divisione Sonnenkrieg, che promuove atti di terrorismo.
Per gli episodi di terrorismo e vandalismo degli ultimi mesi la polizia ha arrestato 12 persone, che però non ritiene abbiano evidenti legami col mondo dell’antisemitismo: le indagini si stanno concentrando sulla possibilità che i responsabili siano stati in qualche modo pagati o convinti a compiere gli atti criminali da altre persone.
Dopo l’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre del 2023, e l’inizio dei bombardamenti e degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza, gli episodi di antisemitismo sono aumentati in molti paesi occidentali. Storicamente l’Australia è considerata un paese accogliente nei confronti delle persone di religione ebraica, e fino a pochi mesi fa era rimasta fuori dalla tendenza. «Il numero di incidenti e attacchi, e la loro intensità, sono molto più alti ora», ha detto al Wall Street Journal Giridharan Sivaraman, della Commissione australiana per i diritti umani. «Questa è la cosa davvero preoccupante».