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  • Martedì 9 dicembre 2025

Com’è che per andare da Milano a Palermo a volte conviene passare da Cracovia

Succede nei periodi di grandi spostamenti: dipende dalle regole del mercato e da come funziona in particolare il settore aereo

Una ragazza consulta i voli in partenza dal terminal di un aeroporto (Getty Images/Pollyana Ventura)
Una ragazza consulta i voli in partenza dal terminal di un aeroporto (Getty Images/Pollyana Ventura)
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Prendere un aereo per spostarsi in Italia durante le feste di Natale costa così tanto che in alcuni casi è più economico fare scalo all’estero. Non è una cosa nuova, succede da anni nei periodi in cui molte persone vanno in vacanza o si spostano per le ferie. Dipende dall’aumento della domanda di voli, ma anche da alcune peculiarità del mercato del trasporto aereo. Il risultato è che bisogna scegliere se spendere molti soldi per arrivare subito con voli diretti o perdere molto tempo per viaggi più economici. 

Le ricadute del fenomeno pesano soprattutto sui lavoratori e sugli studenti fuori sede che vogliono tornare da nord a sud per le feste, e che si lamentano ogni anno del costo dei biglietti aerei, segnalando il problema alle associazioni che tutelano i consumatori. Nonostante questo non è stato fatto molto, perché i rincari dipendono soprattutto da leggi del mercato su cui la politica fa fatica a intervenire.

Come nel resto dell’anno, le tariffe variano anche in base all’anticipo con cui si prenota. Spesso però i voli nei periodi festivi, soprattutto Natale e Pasqua, costano di più a prescindere, anche quando li si compra mesi prima. Consultando Skyscanner il 9 dicembre, per esempio, i voli diretti da Milano a Palermo per il 20 dicembre partono dai 200 euro. Facendo scalo a Breslavia, in Polonia, si può spendere la metà e il viaggio dura 12 ore (contro un’ora e 40 minuti del diretto). Con lo scalo a Cracovia, sempre in Polonia, si impiegano 6 ore e si spendono 115 euro. Anche per andare a Lamezia Terme, in Calabria, i voli più economici fanno tutti scalo a Cracovia (tra gli 80 e i 100 euro). Il diretto più conveniente invece costa circa 180 euro. Tra Bologna e Catania conviene fare scalo a Luqa, a Malta, o a Tirana, in Albania: costa sui 135 euro contro i 175 del diretto.

Di esempi così ce ne sarebbero moltissimi, soprattutto sulle tratte verso le isole, che possono essere raggiunte velocemente solo in aereo. Le alternative sono lunghi viaggi in macchina e traghetto. La Regione Siciliana sta organizzando anche per quest’anno il “Sicilia Express”, un treno a prezzi agevolati che dovrebbe partire il 20 dicembre da Torino, ma ha solo 500 posti. Per le destinazioni del sud Italia che invece sono facilmente raggiungibili con mezzi diversi dall’aereo i voli diretti restano più economici rispetto a quelli più lunghi e che prevedono uno scalo, banalmente perché c’è meno domanda di collegamenti aerei. Un esempio è Napoli, collegata alle città più a nord con i treni ad alta velocità.

Ci sono diverse ragioni che spiegano l’oscillazione di prezzo. Quella principale è legata a un principio economico basilare e universale, cioè la legge della domanda e dell’offerta: se la domanda di un servizio aumenta, aumenta anche il suo prezzo. Visto che in prossimità delle feste la domanda di voli diretti verso gli aeroporti del sud aumenta molto e all’improvviso, le compagnie aeree alzano i prezzi.

Del resto il mercato del trasporto aereo ha margini di profitto molto bassi, perciò le compagnie aeree alzano i prezzi non solo per sfruttare il momento di maggiore domanda, ma anche per rientrare dei costi sostenuti nei momenti dell’anno di bassa stagione, quando sono costrette a vendere biglietti sottocosto verso le isole perché la domanda di voli è minore. A una compagnia, infatti, conviene far volare un aereo solo quando è pieno almeno all’80 per cento. Sotto a quella soglia le spese di volo sono maggiori degli incassi.

Per la stessa ragione, aumentare le tratte non sarebbe necessariamente vantaggioso per le compagnie: guadagnerebbero di più nei periodi di alta affluenza, ma perderebbero in modo proporzionale quando di richiesta ce n’è meno. Ma anche se volessero aumentare le tratte, in questo momento è quasi impossibile farlo.

Stefano De Luca, professore di Ingegneria dei trasporti all’università di Salerno, spiega che le compagnie aeree hanno in concessione in ogni aeroporto alcuni slot aeroportuali, cioè intervalli orari di circa 15 minuti in cui possono far atterrare e decollare aerei. Decidere di aumentare i voli verso una destinazione richiede di ottenere nuovi slot, e gli aeroporti italiani sono ormai quasi tutti saturi, senza contare il fatto che non c’è una vera e propria mancanza di tratte nazionali: per esempio tra Roma e Palermo e tra Roma e Catania ci sono una decina di voli al giorno, che non sono pochi, anche se possono essere insufficienti in alcuni periodi.

– Ascolta: Wilson – Perché volare è diventato snervante

Secondo De Luca, i rincari e le storture dei prezzi dipendono anche dal numero limitato di compagnie che offrono tratte nazionali in Italia, e dalla competitività degli scali come Cracovia, Budapest e Tirana. Sono tratte meno richieste durante le feste di Natale, e per questo più economiche.

Nel corso degli anni Sicilia e Sardegna, le destinazioni più soggette alle oscillazioni dei prezzi dei voli, hanno trovato il modo di far pesare meno i rincari per chi torna a casa. Hanno introdotto la cosiddetta “continuità territoriale”, ovvero una convenzione con alcune compagnie aeree grazie alla quale i residenti e altre categorie di persone possono comprare voli da e verso le isole a un prezzo fisso, a prescindere dal periodo e dall’anticipo con cui li prenotano.

Il problema è che i posti acquistabili con la continuità territoriale sono in una percentuale limitata sul totale di quelli disponibili sui voli. Per questo la Regione Siciliana ha creato un bonus, prorogato fino a fine febbraio, grazie al quale i residenti possono avere uno sconto del 25 per cento su tutti i voli da e verso l’isola. Lo sconto sale al 50 per cento per gli studenti, le persone con disabilità e quelle con un reddito ISEE inferiore ai 15mila euro.