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  • Venerdì 5 dicembre 2025

A Genova si discute di una tassa sui passeggeri di traghetti e crociere

Sarà di tre euro a persona e dovranno pagarla le compagnie che gestiscono le navi, che infatti la contestano

Un traghetto nel porto di Genova il 20 agosto 2021 (ANSA/Luca Zennaro)
Un traghetto nel porto di Genova il 20 agosto 2021 (ANSA/Luca Zennaro)

Il comune di Genova vuole introdurre una tassa di tre euro su ogni passeggero che si imbarcherà su crociere e traghetti in partenza dal porto (fanno eccezione i residenti, gli abitanti di Sicilia e Sardegna e il personale delle forze dell’ordine e della protezione civile). La tassa dovrebbe contribuire a pagare le spese di gestione della città e dovranno versarla le compagnie che gestiscono le navi, che per questo motivo stanno protestando da giorni. Il comune, che ha inserito la tassa nel bilancio preventivo, è però molto determinato ad applicarla e conta di cominciare a riscuoterla a partire da giugno del 2026.

Armatori, terminalisti (i gestori delle aree dove vengono caricate e scaricate merci e persone) e spedizionieri che lavorano nel porto di Genova sono contrari alla tassa perché secondo loro potrebbe spingere le compagnie a spostarsi su altri porti. La pensa così anche l’Autorità portuale di Genova, cioè l’ente pubblico che gestisce il porto, che in un comunicato ha scritto che la misura potrebbe avere impatti negativi sul mercato delle crociere e dei traghetti, rendendo il porto meno attrattivo. Ma tra gli operatori portuali c’è anche chi ritiene improbabile che le compagnie decidano di rinunciare alle loro tratte per questo motivo.

Secondo la sindaca Silvia Salis e il suo vice Alessandro Terrile è giusto che chi usa le infrastrutture della città, come fanno le compagnie utilizzando i porti, contribuisca anche alle spese della sua gestione. Salis e Terrile dicono anche che la tassa non è stata decisa dall’attuale amministrazione, ma è il risultato di una delibera che quella precedente aveva firmato nel febbraio del 2025, dopo un accordo che l’allora sindaco, Marco Bucci, aveva fatto nel 2022 con il governo di Giorgia Meloni.

La sindaca Salis si è detta sicura che la tassa non impatterà sui traffici del porto, come dimostrano altre misure simili attivate in altre città. Questo tipo di tassa, infatti, non è una novità né in Europa né in Italia: a Barcellona si pagano 7 euro a passeggero, mentre nel porto di Salerno è in vigore da maggio del 2023 una tassa di 1,50 euro. In questo caso la riscuotono direttamente le compagnie di navigazione, che applicano un sovrapprezzo ai biglietti. Per Genova, invece, il comune deve ancora decidere con che modalità e a chi assegnare la riscossione.

Di certo non si riuscirà a introdurre la tassa da gennaio, come voleva inizialmente il comune. Di conseguenza la misura slitterà probabilmente a giugno: se venisse confermata la data, i fondi che il comune stimava di riscuotere nel 2026 si ridurrebbero da 5,7 a 3,5 milioni di euro.

Mercoledì c’è stato un incontro tra il comune, i rappresentanti degli operatori e l’autorità portuale, durante il quale l’amministrazione ha ribadito la sua volontà di procedere nonostante le proteste. La sindaca ha parlato di un clima di «grande collaborazione» e ha detto di voler organizzare altri incontri per decidere come applicare la misura, ma in un comunicato le compagnie hanno scritto di non voler partecipare ad altri confronti, a meno che non si voglia parlare dei problemi connessi alla tassa, e discutere possibili misure alternative.