Dopo 7 anni di indagini il Regno Unito ha concluso che furono i servizi segreti russi ad avvelenare Sergei e Yulia Skripal

La polizia in tenuta anti-contaminazioni durante le indagini, nel marzo del 2018
La polizia in tenuta anti-contaminazioni durante le indagini, nel marzo del 2018 (AP Photo/Frank Augstein)

Dopo sette anni nel Regno Unito si sono concluse le indagini sull’avvelenamento con un agente nervino di Sergei Skripal e di sua figlia Yulia, avvenuto nel marzo del 2018 a Salisbury, in Inghilterra. Sergei Skripal era un’ex spia russa e fin dall’inizio il governo russo del presidente Vladimir Putin era stato accusato di essere coinvolto direttamente nel tentativo di ucciderlo, attraverso l’intelligence militare (GRU). Lo avevano ricostruito anche le inchieste giornalistiche del sito investigativo Bellingcat. Del caso si parlò moltissimo: portò, in quei mesi, all’espulsione di decine di diplomatici russi dai paesi occidentali.

Giovedì la Corte Suprema britannica ha concluso che l’operazione fu condotta dal GRU e fu autorizzata da Putin. Dopo che i risultati delle indagini sono stati diffusi, il governo britannico ha convocato l’ambasciatore russo e ha annunciato nuove sanzioni contro il GRU. In questi anni la polizia britannica aveva accusato tre uomini russi del tentativo di uccidere Skripal e la figlia. Loro sopravvissero all’avvelenamento, a differenza di una donna britannica, di una contea vicina alla loro, che alcuni mesi dopo morì dopo aver trovato una boccetta di profumo riempita dello stesso agente nervino (il novichok).