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  • Lunedì 1 dicembre 2025

Di cosa è accusato Netanyahu nel processo per cui ha chiesto la grazia

Principalmente di corruzione e frode, in tre filoni d'indagine che vanno avanti dal 2020

Netanyahu durante un'udienza del suo processo, dicembre 2024
Netanyahu durante un'udienza del suo processo, dicembre 2024 (Menahem Kahana/Pool Photo via AP)
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La richiesta di grazia che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha inviato domenica al presidente dello Stato di Israele interromperebbe il processo per corruzione e frode in cui è imputato dal 2020. Il processo ha condizionato la vita politica di Israele degli ultimi anni, ed è estremamente complesso: è composto da tre differenti filoni, corrispondenti a diversi capi d’accusa; i media israeliani li definiscono come “casi”, adottando la numerazione progressiva usata dagli inquirenti.

Caso 1000
Nel caso 1000 Netanyahu è accusato di avere accettato l’equivalente di circa 250 mila euro di regali di lusso per sé e sua moglie, tra cui gioielli, sigari e champagne, dal produttore di Hollywood Arnon Milchan e dall’imprenditore australiano James Packer. In cambio Netanyahu avrebbe cercato di prolungare la durata di alcune esenzioni fiscali che avrebbero favorito Milchan, e l’avrebbe aiutato anche in altri affari economici. Il primo ministro avrebbe anche fatto pressioni sul governo degli Stati Uniti per far ottenere a Milchan un visto per gli Stati Uniti.

Caso 2000
Netanyahu è accusato di aver discusso un possibile scambio di favori con Arnon Mozes, l’editore di Yediot Aharonot, uno dei principali giornali israeliani. Mozes avrebbe promesso al primo ministro una copertura più favorevole se in cambio Netanyahu avesse promosso delle misure per mettere in difficoltà il suo principale concorrente, il giornale Israel Hayom. I due sono accusati di aver discusso dell’accordo, ma non di averlo messo in pratica.

Caso 4000
Riguarda un presunto accordo tra Netanyahu e Shaul Elovitch, azionista di maggioranza della principale azienda di telecomunicazioni israeliana, Bezeq. Secondo l’accordo, Netanyahu avrebbe fatto pressioni sullo stato per favorire gli affari di Elovitch, che in cambio avrebbe garantito al primo ministro una copertura favorevole sul suo sito di news Walla.

Gli inquirenti avevano aperto indagini anche su un caso 3000, da cui però Netanyahu è stato prosciolto.

Proteste contro Netanyahu in Israele, aprile 2021

Proteste contro Netanyahu in Israele, aprile 2021 (Amir Levy/Getty Images)

Gli inquirenti hanno cominciato a indagare su Netanyahu nel 2017 e il processo (che comprende tutti e tre i casi) è cominciato nel maggio del 2020. Finora sono stati sentiti più di 300 testimoni. Netanyahu l’ha definito una «caccia alle streghe», e un procedimento per danneggiarlo politicamente. Prima della richiesta di grazia inoltrata domenica, Netanyahu aveva cercato anche di ottenere una qualche forma di immunità parlamentare, che però gli era stata negata.

Il processo ha provocato in Israele una grossa frammentazione politica. Netanyahu fu abbandonato dai suoi tradizionali alleati di centrodestra e dopo un periodo di instabilità (in cui Israele ha avuto cinque elezioni in tre anni) nel 2022 si presentò alle elezioni con una nuova coalizione di estrema destra e fondamentalista, quella che tuttora governa il paese. Con il suo nuovo governo, Netanyahu presentò una riforma della giustizia che secondo i suoi critici avrebbe indebolito il potere giudiziario e contro la quale furono indette enormi manifestazioni. L’approvazione della riforma era stata bloccata dall’inizio della guerra contro Hamas, nell’ottobre del 2023, ma il governo ha provato a riproporla quest’anno.

Negli anni Netanyahu ha usato ogni opportunità possibile per rallentare il processo, compresa la pandemia di Covid-19. Da quando è cominciata la guerra nella Striscia di Gaza, Netanyahu ha più volte ottenuto il rinvio delle udienze sostenendo che gli affari di stato gli rendessero impossibile partecipare.