Netanyahu ha chiesto la grazia al presidente israeliano
Vorrebbe cancellare l'importante processo in cui è imputato per frode e corruzione, e che potrebbe interrompere la sua carriera politica

Domenica mattina il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha inoltrato una richiesta al presidente israeliano Isaac Herzog per ottenere la grazia – nello specifico, un’immunità preventiva – nel processo per frode e corruzione in cui è coinvolto da diversi anni, che si compone di tre diversi filoni. È una richiesta piuttosto eccezionale, dato che Netanyahu è la prima persona nella storia di Israele ad affrontare un processo mentre ricopre la carica di primo ministro (e quindi anche a chiedere la grazia in una situazione simile).
Il processo per Netanyahu è considerato da molti come uno dei motivi principali per cui negli ultimi due anni Netanyahu ha portato avanti con così tanta ostinazione l’invasione della Striscia di Gaza, e perché ha più volte ostacolato il raggiungimento di un cessate il fuoco (al momento in vigore dallo scorso 10 ottobre); finché è in corso la guerra, in sostanza, Netanyahu può chiedere il rinvio delle udienze e rimandare il momento in cui verrà decisa una sentenza. Nel caso in cui fosse riconosciuto colpevole, la sua carriera politica ne risentirebbe moltissimo: diversi giuristi ritengono che una condanna in primo grado sia incompatibile con l’incarico di primo ministro, per esempio.
Senza la protezione garantita dall’incarico, peraltro, Netanyahu rischierebbe anche di finire in carcere.
La richiesta di grazia è lunga 111 pagine scritte da uno degli avvocati di Netanyahu, Amit Hadad, e da una lettera di Netanyahu stesso. Nel testo Hadad motiva la richiesta di grazia sostenendo che soltanto cancellando i suoi processi Netanyahu potrà «concentrare tutto il suo tempo, le sue capacità e le sue energie» nell’incarico di primo ministro. Fa anche riferimento al fatto che due settimane fa il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva già chiesto a Herzog di graziare Netanyahu.
Come hanno notato diversi giornalisti israeliani, il testo della richiesta e un video che Netanyahu ha registrato per presentarla hanno dei toni abbastanza paradossali: da una parte il primo ministro israeliano nega qualsiasi responsabilità e si dichiara innocente, dicendo che il suo interesse personale sarebbe quello di portare a termine il processo e provare la sua innocenza in tribunale; dall’altra chiede la grazia sostenendo che sia la soluzione migliore per «guarire e riconciliare» la società israeliana, dove da anni migliaia di persone protestano contro il primo ministro.
Attraverso un portavoce Herzog ha confermato di avere ricevuto la richiesta e che la considererà «in maniera responsabile». Per legge il presidente israeliano può graziare persone condannate ma, in casi eccezionali, può farlo prima della conclusione di un procedimento giudiziario, se ritiene che la grazia sia nell’interesse pubblico. Questo ha un solo precedente risalente al 1984, ma allora gli imputati avevano quanto meno ammesso la propria colpevolezza. L’idea che Netanyahu possa ottenere la grazia senza nemmeno dichiararsi colpevole è ritenuta inaccettabile da molti suoi oppositori.
Ormai da diversi mesi si parlava della possibilità che Netanyahu chiedesse una grazia a Herzog per cancellare i processi a suo carico; anche il presidente statunitense Donald Trump, stretto alleato di Netanyahu, lo aveva chiesto esplicitamente a Herzog.
Non ci sono indicazioni su cosa deciderà il presidente israeliano: Herzog è uno storico membro del Partito Laburista, di cui è anche segretario, ma negli ultimi tempi ha trovato diversi punti di contatto con Netanyahu.



