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  • Giovedì 27 novembre 2025

A Trapani piove ma non c’è acqua

Il motivo è che hanno completamente cannato la stima delle scorte a disposizione per l'inverno

Il lago Garcia in provincia di Palermo, la scorta d'acqua per la provincia di Trapani
Il lago Garcia in provincia di Palermo, la scorta d'acqua per la provincia di Trapani (Davide Mauro/wikimedia)
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Nelle ultime settimane nella provincia siciliana di Trapani ha piovuto parecchio e anche in questi giorni è prevista qualche pioggia, ma da domenica scorsa l’acqua viene razionata e distribuita a turni perché non ce n’è abbastanza per tutti. La protezione civile ha messo a disposizione alcune autobotti per portarla nelle zone più in difficoltà e il comune sta provando a collegarsi ad altri acquedotti per sopperire il prima possibile alla carenza. È una situazione grave e insolita, considerata la stagione e soprattutto la pioggia scesa di recente.

Negli ultimi giorni molti politici si sono interrogati sulle cause di questa crisi idrica. Oltre alle storiche e pessime condizioni delle condutture, che in Sicilia disperdono circa la metà dell’acqua immessa, questa mancanza eccezionale è dovuta a una stima completamente sbagliata, sulla quale ora in città si sta polemizzando.

All’inizio dell’autunno il Consorzio di bonifica della Sicilia occidentale ha comunicato alla regione i dati di riempimento del lago artificiale chiamato Garcia, in provincia di Palermo, che serve l’acquedotto di Montescuro da cui dipendono i comuni della provincia di Trapani. Secondo il Consorzio nel lago c’erano scorte sufficienti almeno fino a febbraio. Questa rassicurazione ha portato la regione ad autorizzare un’erogazione straordinaria di quasi 5 milioni di metri cubi d’acqua per uso agricolo, portandoli fino alla provincia di Agrigento.

Solo successivamente il Consorzio si è accorto dell’errore: nel lago non c’era così tanta acqua, anzi le scorte erano già quasi finite. Inizialmente si pensava che dopo l’erogazione straordinaria fossero rimasti 3 milioni di metri cubi d’acqua, invece ce n’era solo mezzo milione, una quantità molto modesta per le esigenze dei comuni. La portata dell’approvvigionamento è stata dimezzata quasi ovunque e in molte zone non è stato proprio possibile far arrivare l’acqua, distribuita poi solo grazie alle autobotti.

Il presidente della regione Renato Schifani, intervistato dal telegiornale regionale della Rai, ha confermato questa versione che circolava da giorni, dando la colpa al direttore generale del Consorzio di bonifica. Si tratta di Gigi Tomasino, coinvolto nell’inchiesta della procura di Palermo sulla gestione degli appalti che ha portato i magistrati a chiedere 18 arresti, tra cui quello dell’ex governatore siciliano Totò Cuffaro. Secondo l’accusa, Tomasino avrebbe condizionato le procedure per l’appalto di lavori pubblici. Lui finora ha respinto tutte le accuse. Nei prossimi giorni la giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro deciderà se accogliere le richieste di arresto fatte dalla procura.

L’errore, tuttavia, ha soltanto aggravato una situazione già pessima. Finora i tentativi di risolvere la crisi idrica non sembrano essere stati efficaci. C’erano molte aspettative per esempio sull’impianto di dissalazione realizzato proprio a Trapani, ma finora è stato usato a mezzo servizio. In ogni caso il dissalatore, da solo, non può risolvere i problemi perché può garantire al massimo 300 litri di acqua al secondo (per ora è arrivato solo a 100), una quantità molto più bassa delle esigenze della provincia.