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  • Mercoledì 26 novembre 2025

C’è stato un altro colpo di stato militare in Guinea-Bissau

Mentre erano in corso le elezioni presidenziali, che sono state sospese: l'opposizione accusa il presidente

Una strada di Bissau, capitale della Guinea-Bissau, il 26 novembre 2025 (AP Photo/Darcicio Barbosa)
Una strada di Bissau, capitale della Guinea-Bissau, il 26 novembre 2025 (AP Photo/Darcicio Barbosa)
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Mercoledì un gruppo di militari ha detto di aver preso il controllo della Guinea-Bissau, un paese con 1,6 milioni di abitanti che confina con Senegal e Guinea, nell’Africa occidentale. I militari hanno annunciato anche di aver chiuso le frontiere e lo spazio aereo e di aver imposto un coprifuoco, mentre il presidente Umaro Sissoco Embaló ha confermato di essere stato destituito. Ha poi detto di essere stato arrestato insieme al ministro degli Interni e due alte cariche dell’esercito, ma di non aver subito violenza: non è chiaro dove siano detenuti al momento.

Poche ore prima della conferenza stampa in cui l’esercito ha detto di aver preso il controllo del paese si erano sentiti degli spari in diversi punti della capitale Bissau, incluso vicino al palazzo presidenziale, e alcuni uomini in tenuta militare avevano preso il controllo della strada principale della città che conduce all’edificio. Durante la conferenza i golpisti hanno detto di aver formato l’Alto comando per il Ripristino della sicurezza nazionale e dell’ordine pubblico: non sono chiari i loro obiettivi a lungo termine.

Domenica in Guinea-Bissau si era svolto il primo turno delle elezioni presidenziali, in cui i principali candidati erano Embaló, che è un ex generale ed è presidente dal 2019, e Fernando Dias da Costa, esponente dell’opposizione. L’annuncio dei risultati ufficiali era previsto per domani, ma nel frattempo entrambi avevano già detto di aver vinto. È molto probabile che nessuno dei due abbia in realtà raggiunto il 50 per cento dei voti e che quindi sarebbe stato necessario un ballottaggio.

Nel loro discorso i militari hanno detto però di aver «sospeso il processo elettorale», sostenendo che la situazione debba essere chiarita: secondo loro i servizi segreti del paese avrebbero scoperto un piano messo in atto per destabilizzare l’ordine costituzionale del paese, non si sa bene da parte di chi.

Le elezioni erano già state contestate, soprattutto perché era stato escluso Domingos Simoes Pereira, il principale avversario di Embaló e leader del Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e di Capo Verde (PAIGC), il più grande partito pro-indipendenza durante la guerra che nel 1974 portò all’indipendenza della Guinea-Bissau dal Portogallo. In un video Dias ha detto che i militari hanno provato ad arrestarlo, ma ha aggiunto di essere libero e in un posto sicuro, senza dire quale. Ha detto invece che Pereira è stato arrestato. 

Mercoledì sera alcuni esponenti dell’opposizione, tra cui Dias, hanno accusato il presidente Embaló di aver orchestrato quello che a loro dire sarebbe un finto colpo di stato, in modo da evitare la diffusione dei risultati e rimanere al potere. Embaló inizialmente aveva detto che non si sarebbe candidato per un secondo mandato, poi aveva cambiato idea.

Le elezioni erano state programmate dopo due anni in cui non c’era un governo in carica ed Embaló governava per decreto. Anche nel 2019 la sua vittoria era stata contestata, ma lui aveva formato un governo con l’appoggio dell’esercito. In generale la situazione politica del paese è piuttosto instabile: dal 1974 a oggi in Guinea-Bissau ci sono stati quattro colpi di stato riusciti e ne sono stati tentati diversi altri, incluso uno il mese scorso durante la campagna elettorale.