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  • Martedì 25 novembre 2025

Putin aspetta

Il presidente russo otterrà qualcosa comunque, sia che i negoziati sull’Ucraina abbiano successo sia che falliscano

Vladimir Putin, settembre 2025
Vladimir Putin, settembre 2025 (Pool Photo via AP)
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Le manovre diplomatiche degli ultimi giorni attorno al piano per mettere fine alla guerra in Ucraina sono un buon risultato per il presidente russo Vladimir Putin, comunque andranno le cose. Se l’Ucraina accetterà un accordo favorevole alla Russia, sarà una vittoria per Putin. Meglio ancora per lui se i negoziati falliranno e si continuerà a combattere, perché Putin è convinto di essere in vantaggio militarmente, e di avere il tempo dalla sua parte.

Da quando Donald Trump è tornato presidente degli Stati Uniti, lo scorso gennaio, Russia e Ucraina competono in un peculiare gioco diplomatico: sapendo che più il tempo passa più Trump si spazientisce per non essere ancora riuscito a trovare un accordo, entrambi i paesi cercano di darsi a vicenda la responsabilità di ostacolare i negoziati e di non voler mettere fine alla guerra. A volte gli ucraini sono riusciti a convincere Trump che era Putin a non volere un accordo, a volte il contrario. L’ultima mossa della Russia però è stata particolarmente abile, perché Putin è riuscito a far passare le proprie richieste più massimaliste per un’iniziativa statunitense.

Il piano in 28 punti, quindi quello nella versione iniziale circolata la settimana scorsa, è stato presentato dagli Stati Uniti, che sostengono di esserne gli autori. Ma come ha detto il segretario di Stato Marco Rubio (in una conversazione con alcuni senatori, che poi ha smentito), il piano è in realtà una «lista dei desideri» della Russia, e ricalca tutte le richieste fatte dal regime di Putin nei negoziati precedenti, che erano state rigettate perché inaccettabili dall’Ucraina.

Di fatto, la settimana scorsa la Russia è riuscita a far passare la propria posizione come la posizione degli Stati Uniti, grazie all’influenza che i suoi negoziatori hanno esercitato su quelli statunitensi, in particolare sull’inviato speciale Steve Witkoff. Questo ha messo in enorme difficoltà l’Ucraina: il presidente Volodymyr Zelensky ha detto che il paese rischiava di «perdere la propria dignità o un alleato chiave», gli Stati Uniti.

Donald Trump e Vladimir Putin durante il loro ultimo incontro in Alaska, settembre 2025

Donald Trump e Vladimir Putin durante il loro ultimo incontro in Alaska, agosto 2025 (AP Photo/Julia Demaree Nikhinson)

Negli ultimi giorni, grazie a una diplomazia piuttosto frenetica, gli ucraini sono riusciti a emendare il piano in 28 punti e a renderlo più accettabile per l’Ucraina, eliminando alcune delle richieste russe più eccessive. La Russia ha già fatto capire che è pronta a rigettare questo piano modificato, facendo fallire i negoziati ancora una volta. Ma questo non sarebbe un grosso problema per Putin.

Il presidente russo ha già detto negli scorsi giorni che, se i negoziati dovessero fallire, per lui non sarebbe un problema continuare a combattere: «Nel complesso siamo soddisfatti della situazione, perché stiamo ottenendo gli obiettivi dell’operazione militare speciale con la forza delle armi», ha detto, usando un eufemismo del regime russo per indicare l’invasione su larga scala dell’Ucraina. Anche Trump sembra convinto della stessa cosa: venerdì in un’intervista ha detto che l’Ucraina «perderà in poco tempo» se non scenderà a patti con la Russia.

È in gran parte falso. È vero che la Russia ha l’iniziativa sul campo, e che continua lentamente ad avanzare nell’oriente ucraino. Nelle ultime settimane è arrivata vicina a conquistare Pokrovsk, un’importante città nel Donetsk dove si combatte da mesi. Ma gli avanzamenti russi sono estremamente ridotti. In tutto il 2025 ha conquistato meno dell’1 per cento del territorio ucraino, e per questo 1 per cento ha perso, tra morti e feriti, più di 200mila soldati. Soprattutto nonostante le molte difficoltà l’Ucraina non è vicina al collasso militare, mentre l’economia russa sta mostrando sempre più segni di affaticamento.

Nonostante questo, dall’inizio della guerra Putin ritiene di avere il tempo dalla sua parte, e che più la guerra sarà lunga più l’Ucraina e i suoi alleati saranno divisi e indeboliti: che quindi per lui la situazione rimanga favorevole, comunque andranno i negoziati.

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