In Slovenia un referendum ha bloccato l’entrata in vigore di una legge per legalizzare il suicidio assistito

Una cittadina slovena vota in occasione del referendum sulla legge sul suicidio assistito (Darko Bandic/Associated Press)
Una cittadina slovena vota in occasione del referendum sulla legge sul suicidio assistito (Darko Bandic/Associated Press)

Domenica in Slovenia si è votato in un referendum sull’entrata in vigore della legge che avrebbe legalizzato il suicidio assistito nel paese: il 53 per cento dei votanti si è espresso contro, mentre il 47 per cento ha votato a favore e quindi la legge, approvata dal parlamento a luglio, non entrerà in vigore. Avrebbe legalizzato il suicidio assistito, cioè la pratica con cui una persona si autosomministra un farmaco letale, per adulti con malattie terminali o gravi che affrontano sofferenze insopportabili e senza prospettive di guarigione.

Subito dopo l’approvazione in parlamento era stata avviata una petizione per chiedere un referendum abrogativo sostenuta dalla Chiesa cattolica e dai partiti conservatori: erano state raccolte le 40mila firme necessarie tra i 2,1 milioni di abitanti del paese. Il comitato promotore della petizione riteneva che la legge andasse contro i principi della Costituzione slovena e che lo Stato avrebbe dovuto fornire cure palliative migliori.

La legge rimarrà in sospeso e il parlamento non potrà più votare un disegno di legge che si occupa della stessa questione per i prossimi 12 mesi. Nel 2024 un altro referendum aveva avuto un risultato opposto: gli elettori avevano chiesto al parlamento di adottare una legge che legalizzasse il ricorso al suicidio assistito.