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  • Venerdì 21 novembre 2025

In Spagna un altro caso giudiziario è anche molto politico

La condanna del procuratore generale riassume un’accusa che Socialisti e Popolari si rivolgono a vicenda: usare la magistratura per colpire gli avversari

Pedro Sánchez durante una cerimonia in parlamento, il 20 novembre
Pedro Sánchez durante una cerimonia in parlamento, il 20 novembre (Ricardo Rubio/Contacto via ZUMA Press)
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Il caso che giovedì ha portato alla condanna del procuratore generale spagnolo Álvaro García Ortiz è una buona sintesi di come, negli ultimi due anni, la giustizia sia stata la principale fonte di problemi per il primo ministro Socialista Pedro Sánchez. Dipende dalle commistioni tra politica e sistema giudiziario, e da come indagini e processi sono diventati il principale strumento per attaccare gli avversari, usato tanto dalla sinistra quanto dalla destra (soprattutto dalla destra).

García Ortiz è stato condannato a due anni d’interdizione dai pubblici uffici per rivelazione di segreto d’ufficio. La storia sta suscitando moltissime polemiche in Spagna e ha grande rilevanza sui media, anche perché coinvolge i due principali partiti del paese: i Socialisti e i Popolari (di centrodestra, all’opposizione).

I Socialisti sono coinvolti perché García Ortiz era stato nominato dal governo di Sánchez, che quindi ne è uscito danneggiato. I Popolari perché il caso è partito dalle indagini su un imprenditore, Alberto González Amador, che è il compagno di una leader influentissima nel partito: Isabel Díaz Ayuso, la presidente della regione di Madrid.

Andiamo con ordine. González Amador è imputato in un processo per frode fiscale, con l’accusa di aver evaso 350mila euro. I media spagnoli avevano dato grossa visibilità al caso, già nel 2024 durante la fase delle indagini, per via del rapporto dell’imprenditore con Díaz Ayuso. Anche i Socialisti lo avevano usato per attaccare la presidente.

Il procuratore García Ortiz è stato accusato di aver passato illecitamente ai giornali alcune mail che si erano scambiati la procura di Madrid e l’avvocato di González Amador. Da lì l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio.

Álvaro García Ortiz esce dal tribunale il 13 novembre 2025

Il procuratore generale della Spagna Álvaro García Ortiz esce dal tribunale il 13 novembre 2025 (ANSA/EPA/J.J. Guillen)

Le mail erano arrivate ai media dopo che il quotidiano El Mundo, di orientamento conservatore, aveva sostenuto in un articolo che la procura avesse offerto un patteggiamento all’imprenditore. Non era vero. Era una voce fatta circolare ad arte dal capo di gabinetto della presidente di Madrid, che in seguito l’ha ammesso.

In realtà era successo il contrario: alcuni giornalisti avevano ricevuto uno scambio di mail (quelle al centro della storia e delle indagini) in cui informalmente l’imprenditore diceva di essere pronto ad ammettere la colpevolezza in cambio di uno sconto di pena. Le mail quindi mostravano che era González Amador a chiedere il patteggiamento, e non il contrario, cosa confermata anche da un comunicato della procura.

È stato un caso in cui, per ragioni opposte, entrambe le parti avevano cercato di usare i media per i loro interessi. Facendo arrivare le false informazioni a El Mundo, González Amador voleva fare pressione sulla procura o comunque cercare di indirizzare l’esito delle indagini. Chi ha fatto trapelare le mail voleva rispondere a questo tentativo e mettere l’imprenditore in cattiva luce. Succede piuttosto spesso, non solo in Spagna.

Pedro Sánchez dopo un intervento pubblico a Madrid, il 19 novembre

Pedro Sánchez dopo un intervento pubblico a Madrid, il 19 novembre (EPA/MARISCAL)

Siccome la Corte non ha ancora depositato le motivazioni della condanna, al momento non si sa se considera García Ortiz l’autore diretto della soffiata oppure no. Lui si è sempre detto innocente e la sua difesa ha sostenuto che vari altri funzionari della Procura generale hanno accesso alle mail arrivate alla stampa. El País ha scritto che durante il processo non sono emerse prove dirette contro di lui e che quindi la Corte si è concentrata su aspetti tutto sommato secondari. Vari giornalisti sentiti come testimoni, inoltre, hanno detto che la loro fonte non era stata il procuratore generale (altri hanno invocato il segreto professionale).

In attesa delle motivazioni, è indubbio che la condanna di García Ortiz convenga ai Popolari. Loro e i Socialisti si sono accusati sostanzialmente della stessa cosa: di usare la magistratura a fini politici, per colpire gli avversari. I toni si sono caricati anche perché giovedì ricorrevano i cinquant’anni dalla morte del dittatore Francisco Franco ed entrambi si sono attribuiti a vicenda metodi autoritari.

Lo hanno fatto soprattutto i partiti di sinistra, quindi quelli politicamente più vicini a Sánchez. In un comunicato Sumar, un partito di sinistra radicale che sostiene il governo, ha parlato di «golpe giudiziario». Lo stesso ha fatto Podemos, un altro partito di sinistra che è uscito dalla coalizione. I Popolari e l’estrema destra di Vox hanno ripetuto i loro slogan: i primi chiedendo le dimissioni del governo, i secondi l’arresto del primo ministro.

Pedro Sánchez in parlamento, il 19 novembre

Pedro Sánchez in parlamento, il 19 novembre. Davanti a lui, ultimo a destra nella seconda fila, c’è il leader dei Popolari, Alberto Núñez Feijóo (EPA/JJ. Guill)

Il caso del procuratore generale è solo l’ultimo dei problemi giudiziari con cui i Socialisti fanno i conti. A partire dal 2024 due componenti della famiglia di Sánchez, la moglie Begoña Gómez e il fratello David Sánchez, sono stati accusati in due casi separati di vari reati, tra cui traffico di influenze illecite. I casi sono partiti dalle denunce di uno pseudosindacato di estrema destra, noto per presentare accuse false o inconcludenti.

Al tempo Sánchez aveva ipotizzato di dimettersi, ma poi aveva deciso di non farlo. La scorsa estate c’è stato uno scandalo più solido e grave, che ha messo ancora più in difficoltà Sánchez: tre importanti dirigenti dei Socialisti erano rimasti coinvolti in un grosso caso di corruzione, basato su indagini e intercettazioni. Ora è arrivato anche il caso di García Ortiz.

Sánchez e i suoi alleati sostengono che le inchieste siano politicamente motivate. Il caso del procuratore generale ha avuto una connotazione quasi partitica: lo si è visto con il voto per la condanna, approvata dalla sezione che lo giudicava per 5 voti a 2, con una spaccatura che solitamente emerge solo sui casi più politici. La Corte Suprema infatti ha una maggioranza di orientamento conservatore, dunque favorevole ai Popolari (i due voti contro sono stati delle due magistrate progressiste).

Negli ultimi trent’anni la destra ha mantenuto il controllo dell’organo di autogoverno della magistratura (CGPJ nell’acronimo spagnolo, simile al Consiglio superiore della magistratura in Italia), che a sua volta nomina i giudici della Corte Suprema. Gli attacchi della sinistra si basano su questo, sostenendo che i Popolari abbiano usato la loro influenza contro la procura e contro i giornalisti, per proteggere il compagno di Díaz Ayuso e danneggiare Sánchez. Al tempo stesso, alcuni partiti regionalisti della maggioranza hanno rinfacciato al primo ministro di averlo consentito, quando l’anno scorso si era accordato con i Popolari spartendosi la nuova composizione del CGPJ.

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