Un’altra grossa operazione dell’amministrazione Trump contro l’immigrazione
A Charlotte sono state arrestate oltre 250 persone accusate di far parte di bande criminali, attirando molte critiche dai politici locali

Oltre 250 persone sono state arrestate a Charlotte, nel North Carolina, in un’altra estesa operazione dell’amministrazione del presidente Donald Trump contro l’immigrazione irregolare negli Stati Uniti. Gli arresti sono stati effettuati dal dipartimento della Sicurezza nazionale (DHS), che si occupa fra le altre cose del controllo delle frontiere.
Non si sa molto sulle persone arrestate: secondo gli agenti le persone arrestate facevano parte di bande criminali («alcuni dei criminali stranieri illegali più pericolosi», ha detto un portavoce del DHS a BBC; il dipartimento ha aggiunto che alcune delle persone arrestate erano state condannate in precedenza per reati come aggressione a pubblico ufficiale, guida in stato di ebbrezza, furto e falsificazione di documenti.
Secondo il governatore del North Carolina, il Democratico Josh Stein, le persone sono state arrestate e prese di mira in quanto non bianche, e quindi sulla base di discriminazione razziale. «Abbiamo visto agenti mascherati, pesantemente armati, in abiti paramilitari alla guida di auto senza contrassegni, che prendevano di mira cittadini americani in base al colore della loro pelle, facendo profilazione razziale e fermando persone a caso nei parcheggi: questo non ci rende più sicuri», ha detto Stein.
Il personale delle agenzie antimmigrazione che fanno parte del DHS (la cui più famosa è l’ICE) può effettivamente basarsi su criteri molto vaghi per arrestare i presunti immigrati irregolari: basta che una persona all’apparenza sembri straniera, che parli in un’altra lingua o con un accento straniero (per esempio spagnolo), che si trovi in certi luoghi particolarmente frequentati da persone immigrate (come quelli in cui si radunano i braccianti prima di essere portati nei posti in cui lavorano) o che faccia determinati lavori.
L’amministrazione Trump ha chiamato l’operazione a Charlotte «Operation Charlotte’s Web» (un riferimento al famoso romanzo per bambini “La tela di Carlotta”): contro gli arresti hanno protestato, oltre ai politici locali, anche un centinaio di persone che vivono in città.
Charlotte è la più recente fra le città governate da Democratici in cui Trump è intervenuto con operazioni di questo tipo, giustificandole con esigenze di sicurezza: era successo a Chicago, dove poi Trump aveva inviato anche la Guardia Nazionale (i riservisti dell’esercito), e a Los Angeles, dove c’erano state enormi proteste ed era stato poi inviato anche l’esercito.
Queste operazioni rientrano in un più ampio tentativo di Trump di estendere i propri poteri. Chicago è una delle cosiddette “città rifugio” (sanctuary cities), cioè quelle città statunitensi che hanno approvato leggi che rendono più difficile per le autorità federali rintracciare ed espellere i migranti. Anche in quel caso il DHS aveva giustificato l’intervento da parte del governo federale dicendo che l’operazione aveva come obiettivo alcuni immigrati irregolari accusati a vario titolo di far parte di bande criminali, di traffico di droga e di altri crimini.
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