I guadagni milionari dietro al video più visto di sempre su YouTube

L'azienda coreana che ha prodotto "Baby Shark" nel 2016 si è quotata in borsa e vale 350 milioni

(Screenshot dal video di Baby Shark su YouTube)
(Screenshot dal video di Baby Shark su YouTube)
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Martedì si è quotato in borsa Pinkfong, lo studio sudcoreano che a giugno del 2016 pubblicò su YouTube quello che sarebbe diventato il video più visto di sempre: l’ipnotica e a tratti snervante canzone per bambini “Baby Shark”. Nel 2020 il video di “Baby Shark” superò le visualizzazioni di quello della canzone reggaeton “Despacito”, che deteneva il record, e in cinque anni l’ha quasi doppiato. Oggi ha circa 16 miliardi e mezzo di visualizzazioni, l’equivalente dei 10 videoclip delle canzoni di Taylor Swift più popolari su YouTube.

Da solo il successo del video di “Baby Shark” ha portato a Pinkfong guadagni pari a decine di milioni di euro, anche se l’azienda non ha fatto sapere quanti esattamente. Il valore dell’azienda, dopo più di 9 anni dall’uscita del video, è stimato attorno ai 350 milioni di euro.

Pinkfong era stata fondata a Seul nel 2010 da tre sviluppatori di videogiochi e produceva contenuti educativi per bambini in lingua inglese su YouTube e sulle altre piattaforme di streaming. Quando uscì il video di “Baby Shark”, in cui una coppia di bambini balla imitando degli squali su un motivetto popolare diffuso negli Stati Uniti fin dagli anni Settanta, l’azienda aveva 100 dipendenti: oggi ne ha 340 tra le sedi di Tokyo, Shanghai e Los Angeles.

– Leggi anche: Secondo la Corte Suprema sudcoreana, la nota canzone per bambini “Baby Shark” non è stata copiata a un compositore statunitense

Il video, caricato a giugno del 2016 e di appena due minuti di durata, diventò subito molto popolare in Asia e negli anni successivi nel resto del mondo, anche aiutato da diverse “challenge” e balletti associati alla canzone, che girarono molto sui social network. Kim Min-seok, uno dei fondatori e oggi CEO dell’azienda, ha raccontato a BBC News che nei primi anni dopo il 2020 solo quel video aveva generato circa la metà dei ricavi dell’azienda. Come ha fatto notare il Wall Street Journal, questi guadagni sarebbero potuti essere anche due o tre volte maggiori, se al video non fossero state applicate le restrizioni alle pubblicità previste per tutti i contenuti per bambini.

Oggi “Baby Shark” continua da solo a generare circa un quarto del fatturato complessivo, che l’anno scorso è stato di 67 milioni di dollari. Negli anni l’azienda ha comunque cercato di “spingere” altri personaggi oltre a Baby Shark, Mommy Shark, Daddy Shark e il resto della famiglia di squali. Sta puntando ad ampliare la sua offerta di video ad un pubblico di bambini sempre più internazionale, arrivando a produrli in 25 lingue. Uno è la volpe rosa che dal 2022 ha dato il nome e il logo all’azienda. Pinkfong ha cominciato a produrre contenuti più lunghi, come serie animate: quella più recente e con più successo è stata Bebefinn, che è stata al primo posto nella classifica delle dieci migliori serie per bambini di Netflix negli Stati Uniti.

In molti paesi del Sud-est asiatico Pinkfong produce eventi live come spettacoli, musical e incontri, oltre a foto dei personaggi con i bambini – a volte anche coinvolgendo celebrità e content creator –, e ha sviluppato diverse app per giochi e attività educative. L’anno scorso ha aperto il suo primo negozio fisico a Hong Kong, con centinaia di prodotti di merchandising, linee in edizione limitata e un’area gioco per i bambini.

Martedì, nella prima giornata di quotazione in borsa, il prezzo delle azioni di Pinkfong è salito di oltre il 60 per cento rispetto alla quotazione iniziale di 38 mila won (circa 22,50 euro). La decisione segue quelle di altre aziende di intrattenimento coreane che si sono quotate in borsa dopo che alcuni loro prodotti erano diventati popolarissimi nel mondo: come Hybe, in origine l’etichetta discografica dei BTS, e Studio Dragon, una casa di produzione di serie tv del genere k-drama, cioè quelle drammatiche tipicamente coreane.

Le previsioni dicono che tramite l’offerta pubblica iniziale dovrebbe generare quasi 50 milioni di dollari di nuovi capitali, e l’azienda dice che nei prossimi anni punta a produrre nuovi contenuti, personaggi e marchi e a espandersi verso altri mercati come Giappone, Nord America ed Europa.