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  • Mercoledì 19 novembre 2025

Ai Mondiali di calcio si qualificano paesi sempre più piccoli

Nel 2026 ci sarà anche l’isola caraibica di Curaçao, che ha battuto il record stabilito a ottobre da Capo Verde: sapete dove sono, vero?

Un giocatore della Curaçao festeggia la prima qualificazione ai Mondiali della squadra, 18 novembre
(AP Photo/Collin Reid)
Un giocatore della Curaçao festeggia la prima qualificazione ai Mondiali della squadra, 18 novembre (AP Photo/Collin Reid)
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A ottobre Capo Verde diventava il paese più piccolo di sempre a qualificarsi per i Mondiali di calcio, che si giocheranno nell’estate del 2026 tra Messico, Canada e Stati Uniti. Poco più di un mese dopo, il primato temporaneo di Capo Verde è stato ampiamente migliorato da Curaçao, che il 18 novembre si è qualificato per i Mondiali.

Curaçao è un arcipelago formato da due isole, una delle quali piccolissima. Si trova nel Mar dei Caraibi, a circa 60 chilometri dalle coste del Venezuela, ed è una nazione costitutiva del Regno dei Paesi Bassi, cioè ne fa parte. Ma è un paese perlopiù autonomo: ha un suo governo, un suo parlamento, fa le sue leggi e ha i suoi giudici. Con il Regno dei Paesi Bassi condivide poche cose, come per esempio l’esercito.

Curaçao ha una superficie di 444 chilometri quadrati (pari a circa due volte l’isola d’Elba) e ha poco più di 180mila abitanti (in Italia ci sono una ventina di città che hanno, da sole, più abitanti di Curaçao). Questi numeri non solo rendono Curaçao il paese più piccolo a qualificarsi ai Mondiali, ma anche quello meno popoloso.

È notevole, perché non sono due record necessariamente congiunti: quello del paese più piccolo apparteneva appunto a Capo Verde; quello del paese meno popoloso, invece, era dell’Islanda, quando si era qualificata ai Mondiali in Russia del 2018.

Nonostante questi limiti e la modesta cultura calcistica dell’arcipelago, Curaçao è riuscito ad arrivare primo nel suo girone di qualificazione vincendo sette partite e pareggiandone tre. Non era un risultato scontato perché c’era una nazione storicamente più forte e affermata come la Giamaica, contro la quale Curaçao si è giocata la qualificazione fino all’ultimo. Nella partita decisiva, giocata il 18 novembre, la Giamaica ha avuto più volte l’occasione di segnare (e quindi vincere e andare al Mondiale) e a un minuto dalla fine le era stato persino assegnato un rigore, poi annullato dal VAR.

Quella di Curaçao, però, non è una qualificazione arrivata per caso. Negli ultimi dieci anni la nazionale caraibica, che di fatto esiste da più di un secolo, è passata dal 150esimo all’82esimo posto del ranking FIFA, la graduatoria delle nazionali stilata dall’organo che governa il calcio mondiale, basata sui loro risultati.

Il merito di questa crescita va soprattutto all’esperto allenatore Dick Advocaat, olandese di 78 anni che in passato ha allenato anche le nazionali di Paesi Bassi, Russia, Iraq, Emirati Arabi e Corea del Sud. È diventato allenatore del Curaçao nel gennaio del 2024 e l’ha reso più forte convocando molti giocatori nati nei Paesi Bassi ma che, grazie ai loro legami familiari, potevano essere convocati dal Curaçao. Calciatori, cioè, che sono cresciuti in un sistema calcistico (quello europeo) molto più competitivo, ma che non avevano l’occasione di giocare per la nazionale dei Paesi Bassi perché più scarsi di altri.

Tra loro ci sono l’attaccante Sontje Hansen, che gioca nel Middlesbrough in Championship (la seconda categoria del calcio inglese) o il centrocampista Juninho Bacuna, che ha giocato in Inghilterra e in Scozia. Insieme a loro c’è Tahith Chong, uno dei pochissimi calciatori del Curaçao nati nei Caraibi: è cresciuto nelle giovanili del Manchester United e anche lui oggi gioca in Championship, nello Sheffield United.

Curaçao, però, sarà solo una delle tre nazionali caraibiche che giocheranno i Mondiali del 2026. Le altre due sono Panama (stato dell’America centrale, che non ci giocava dal 2018) e Haiti, che non ci andava persino dal 1974. Allora giocò la sua prima partita di sempre in un Mondiale contro l’Italia, che vinse 3-1 ma fu comunque eliminata ai gironi.

A rappresentare i Caraibi ai Mondiali potrebbero esserci anche Giamaica e Suriname (che pur essendo nell’America del Sud fa parte della CONCACAF, la confederazione calcistica dell’America centrale, caraibica e settentrionale). Essendo arrivate seconde nei rispettivi gironi, Giamaica e Suriname parteciperanno al torneo intercontinentale di spareggio che si farà a marzo in Messico.

Oltre che per Curaçao, poi, la prossima edizione dei Mondiali sarà la prima anche per Uzbekistan, Giordania e Capo Verde. Si giocherà a giugno e luglio del 2026 tra Canada, Stati Uniti e Messico, e il numero delle squadre partecipanti è stato allargato per la prima volta da 32 a 48: i posti a disposizione per alcune federazioni continentali, insomma, sono aumentati e questo ha senza dubbio agevolato la qualificazione di squadre che non avevano mai giocato la competizione prima d’ora.

Tuttavia, per tutte queste nazionali il Mondiale sarà una competizione molto più difficile dei gironi di qualificazione e sarà un grande successo anche fare un solo gol. Non è un’esagerazione. Quando Panama andò ai Mondiali del 2018 fu eliminata ai gironi perdendo tutte e tre le partite: la prima 3-0 contro il Belgio, la seconda 6-1 contro l’Inghilterra e l’ultima 2-1 contro la Tunisia. Il gol contro l’Inghilterra, pur essendo arrivato sul 6-0, fu festeggiato molto dai calciatori e dai tifosi panamensi.

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