Forse ci siamo con la pubblicazione dei documenti del caso Epstein
Il Congresso ha approvato una legge a larghissima maggioranza e Trump ha detto che la firmerà

Martedì entrambi i rami del Congresso statunitense hanno approvato la legge per rendere pubblici i documenti raccolti durante i processi a Jeffrey Epstein. Alla Camera è passata quasi all’unanimità (con 427 voti a favore e 1 contro), ragione per cui poco dopo il Senato ha deciso di approvarla con una procedura accelerata senza un voto formale. L’approvazione con un sostegno così trasversale e ampio mette pressione sull’amministrazione di Donald Trump per la diffusione dei documenti, cosa a cui fino a pochi giorni fa era contraria.
Tecnicamente ora la legge dovrà essere firmata da Trump, che domenica aveva cambiato idea dopo aver passato mesi a cercare invano di sminuire sia il caso di Epstein, il finanziere accusato di aver sfruttato sessualmente decine di ragazze minorenni che si suicidò in prigione nel 2019, sia un suo eventuale coinvolgimento. Alla fine si era accorto che i Repubblicani avrebbero votato la legge nonostante la sua opposizione, e aveva invitato il parlamento ad approvarla.
Era stata una rarissima occasione in cui il presidente aveva mostrato d’aver perso il controllo di un pezzo del suo partito. Lunedì Trump aveva poi detto che avrebbe promulgato la legge (cioè non metterà il veto).

L’esterno del Congresso, il 18 novembre (EPA/LUKE JOHNSON)
I rapporti tra Trump ed Epstein negli anni Novanta e Duemila sono ben documentati e il materiale pubblicato finora non conteneva grosse novità o rivelazioni sulla vicenda. Il caso però è diventato così rilevante e presente nel dibattito che ogni novità diventa un problema per Trump.
La legge dà 30 giorni di tempo all’amministrazione per pubblicare i documenti, in un formato che consenta alle persone di scaricarli e fare ricerche all’interno. Trump avrebbe potuto ordinarlo al dipartimento di Giustizia senza un voto del Congresso, ma non lo aveva mai voluto fare, e non è detto che ora la pubblicazione sia immediata né rapida.
La legge infatti riconosce comunque la possibilità che il dipartimento trattenga od oscuri parti dei documenti con informazioni personali ritenute non rilevanti per il caso. Infine potrà bloccare temporaneamente la pubblicazione di quelli che interferiscono con indagini o processi in corso: questo potrebbe comportare ritardi dopo che Trump, nel tentativo di sviare l’attenzione, aveva chiesto di indagare sui presunti legami tra Epstein e i Democratici.
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