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  • Venerdì 14 novembre 2025

La nuova prima ministra del Giappone lavora già troppo

Sanae Takaichi è stata criticata per una riunione fatta alle 3 del mattino, in un paese dove le morti per lavoro eccessivo sono un problema radicato

La prima ministra giapponese, Sanae Takaichi, il 7 novembre in parlamento a Tokyo
La prima ministra giapponese, Sanae Takaichi, il 7 novembre in parlamento a Tokyo (Tomohiro Ohsumi/Getty Images)
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Un mese fa, quand’era diventata prima ministra del Giappone, Sanae Takaichi aveva promesso di «lavorare e lavorare e lavorare e lavorare». Era una dichiarazione in linea con l’immagine di politica instancabile che Takaichi si è costruita nel corso della sua carriera, ma le si è ritorta contro quando la settimana scorsa ha convocato una riunione governativa alle 3 del mattino.

Sui media giapponesi la «sessione delle 3 del mattino», come è stata chiamata, è diventata un caso. Il lavoro eccessivo da anni è un tema sensibile in Giappone, al punto che c’è una parola per indicare le morti che causa (karōshi). Questo spiega perché, secondo molti, la prima ministra abbia preso la sua promessa troppo alla lettera, sottoponendo il suo staff a uno stress eccessivo.

La riunione era stata convocata lo scorso 7 novembre ed era durata tre ore. Takaichi si era giustificata dicendo di dover preparare le risposte alle interrogazioni parlamentari, in vista di un incontro della commissione Bilancio che sarebbe iniziato alle 9 di mattina. Per la riunione Takaichi è uscita da casa sua in piena notte ed è andata nella residenza ufficiale della prima ministra, dicendo poi che aveva bisogno di ricevere dei documenti con canali sicuri e che il fax di casa sua era bloccato (il fax è uno strumento ancora popolare in Giappone).

Quella stessa mattina la prima ministra aveva riconosciuto l’«inconveniente» ma aveva difeso il suo operato. Il suo Partito Liberal Democratico (PLD), che ha posizioni conservatrici, ha incolpato l’opposizione dell’accaduto accusandola di aver presentato le interrogazioni troppo tardi.

Sanae Takaichi, lo scorso 1° novembre

Sanae Takaichi, lo scorso 1° novembre (EPA/JEON HEON-KYUN)

L’ex primo ministro Yoshihiko Noda, che oggi guida il principale partito di opposizione, ha detto al New York Times che la riunione è stata una scelta folle. Noda ha sostenuto una cosa frequente nelle critiche a Takaichi, e cioè che lei possa iniziare a lavorare quando desidera ma che non sia giusto costringere i suoi collaboratori a fare la stessa cosa. Tipicamente, non vengono convocate riunioni governative prima delle 7 o delle 8 di mattina.

Negli ultimi giorni la prima ministra ha cercato di ribaltare la situazione a suo vantaggio, presentando la riunione come una prova della sua dedizione all’incarico e delle sue capacità di resistenza. Giovedì ha detto che ogni notte dorme tra le due e le quattro ore, al massimo. Ha anche provato a sdrammatizzare facendo una sorta di battuta: «Penso che non faccia bene alla mia pelle».

La storia della «sessione delle 3 del mattino» è stata così dibattuta anche perché il governo sta valutando di aumentare il limite di ore di straordinari permesse ogni mese ai lavoratori. Al momento c’è un tetto di 45 ore, che fu stabilito nel 2019 dopo il caso di Matsuri Takahashi, che fu molto discusso. Era una donna di 24 anni che nel 2015 si suicidò dopo un periodo in cui aveva fatto 100 ore di straordinari al mese.

La prima ministra è favorevole alla proposta: sostiene che gli straordinari possano essere un’importante fonte aggiuntiva di reddito, ma ha detto che non deve avvenire a spese della salute delle persone. Nel 2024 in Giappone c’è stato il numero più alto di diagnosi di malattie a causa del lavoro eccessivo, più di mille, e sono morte 155 persone tra suicidi e patologie (questo secondo dato è in calo rispetto ad altri anni).

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