Il nuovo mercato coperto di Ballarò sta diventando vecchio
Ed è utilizzato come discarica e piazza di spaccio, perché l'attuale giunta di Palermo non manda avanti il progetto di quella precedente

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Il mercato coperto di Ballarò a Palermo, in cui i tradizionali “mercatari” dovrebbero vendere pesce e ortaggi, è vuoto. I 33 stalli allestiti per i banconi sono chiusi, i lavandini per sciacquare il pesce sono contenitori di cartacce, a terra ci sono lattine, bottiglie rotte, sacchetti accartocciati, bicchieri di plastica e qualche gatto randagio. Alcuni mercatari (gli storici venditori del mercato con le bancarelle) li utilizzano come magazzini per ciò che vendono nelle bancarelle del mercato scoperto, la maggior parte delle quali prive di autorizzazioni.
Da oltre tre anni gli stalli del mercato coperto dovrebbero essere assegnati ai mercatari in una grande operazione pensata proprio per regolarizzarli, e farli emergere dal nero in cui lavorano da sempre. L’operazione fu avviata dallo storico sindaco di Palermo Leoluca Orlando, di centrosinistra, ma non è mai stata completata. La nuova giunta, di centrodestra e in carica proprio da tre anni, l’ha bloccata perché ritiene che violi la legge sulla concorrenza. Nel frattempo il mercato coperto è diventato un altro dei luoghi in cui a Ballarò si spacciano droghe illegali.
Ora si è aggiunto un nuovo problema: la nuova giunta di centrodestra, guidata da Roberto Lagalla, vuole destinare il mercato coperto anche alla vendita all’ingrosso. È una proposta impopolare, che secondo l’opposizione e le associazioni del territorio snaturerebbe l’identità del mercato: la delibera per attuarla deve essere discussa da oltre un anno, e nel frattempo il comune rischia di perdere i 600mila euro di fondi europei con cui è stata finanziata la riqualificazione del mercato: la scadenza per avviarlo è febbraio del 2026.
A Palermo il mercato di Ballarò, il cui nome ha un’origine e un significato incerti e deriva probabilmente dall’arabo, è un simbolo. Si trova in piazza del Carmine, nel quartiere centrale dell’Albergheria, uno dei più antichi, trafficati e vivaci della città. È una caotica distesa di bancarelle coperte da tendoni e ombrelloni di tutti i colori, con in vendita frutta, verdura, carne, pesce, formaggi, granite, vari tipi di street food, ma anche oggetti per la casa e di utilizzo quotidiano.
La bancarelle sono lì praticamente da sempre, a volte tramandate di generazione in generazione: il progetto per regolarizzarle si basava proprio sull’idea di inserire nella legalità, valorizzandolo, quello che localmente è considerato un patrimonio culturale, e che è frequentato da migliaia di turisti ogni anno.
Il progetto per riqualificare il mercato di Ballarò va avanti da quasi dieci anni. Le prime discussioni sul futuro del mercato risalgono a una decina d’anni fa, quando i mercatari protestarono contro il comune per l’introduzione della zona a traffico limitato, perché temevano un calo della clientela. «È proprio da quelle proteste che nacque un primo confronto tra i mercatari e le istituzioni, che qualche anno dopo portò al progetto del mercato coperto», dice Massimo Castiglia, consigliere ed ex presidente della prima circoscrizione (quella del mercato) e componente del comitato cittadino SOS Ballarò.

I consiglieri e le consigliere comunali dell’opposizione che puliscono il mercato coperto come gesto di protesta (Mariangela Di Gangi)
L’idea del mercato coperto non piace a tutti: c’è chi ritiene che in un certo senso vada contro la natura di Ballarò, che è nato e cresciuto tra le strade all’aperto, come altri mercati della città, come la Vuccirìa. Comunque sia nel 2017 venne fatto il progetto per la riqualificazione.
Prevedeva la costruzione di due mercati coperti – quello da 33 stalli, di cui nove per la vendita del pesce, e uno da otto – e la costruzione di due gruppi di case popolari, uno da quindici alloggi e uno da cinque, sempre nella zona del mercato. Al progetto collaborarono il comitato cittadino SOS Ballarò e l’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Palermo (lo IACP, ente pubblico che si occupa di edilizia popolare). I fondi arrivavano dall’Unione Europea.
La parte più rilevante del progetto, comunque, era proprio la regolarizzazione dei venditori: una sorta di sanatoria commerciale basata su una legge regionale del 1995, dice Castiglia, per far aprire ai mercatari le partite IVA e fargli quindi pagare le tasse. Per farlo fu creato anche un fondo da 450mila euro per assistere e incentivare i venditori nella procedura.
La realizzazione del progetto partì nel 2019 e si concluse nel giro di poco: i due mercati coperti vennero costruiti e le case popolari assegnate. La regolarizzazione dei mercatari e la conseguente assegnazione degli stalli nei mercati coperti, però, non avvennero mai, nonostante fosse stato fatto un regolamento apposito (del 2021) e pubblicato un bando per assegnare gli stalli (nel 2022).
Il blocco della procedura è stato deciso da una persona in particolare, l’assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti. Secondo Forzinetti il regolamento comunale per assegnare gli stalli ai mercatari ha una serie di problemi tecnici e procedurali che definisce «insuperabili»: tra le altre il fatto che, a suo parere, quel regolamento viola la legge sulla concorrenza perché dà la priorità ai venditori che hanno la bancarella da più tempo, escludendo di fatto gli altri (la legge sulla concorrenza in questione è quella del 2023, che non c’era ancora quando la giunta Orlando scrisse il regolamento). Forzinetti inoltre dice che è ormai scaduto il termine di 90 giorni fissato per la regolarizzazione.
Sulle obiezioni di Forzinetti sono stati dati pareri diversi, dalla segreteria generale del comune di Palermo (che gli ha dato torto sul limite di 90 giorni) e dall’avvocatura comunale (che gli ha dato ragione sulla violazione della legge sulla concorrenza). Forzinetti giustifica le sue obiezioni con l’importanza dei fondi europei e la necessità di gestirli seguendo nel modo più corretto possibile tutte le procedure; il comitato SOS Ballarò e l’opposizione ritengono invece che interpreti le norme in maniera restrittiva per ragioni politiche, perché non vuole dar seguito a un progetto della giunta precedente.
Nel frattempo, nel 2024, Forzinetti ha dirottato i 450mila euro che la giunta Orlando aveva destinato alla regolarizzazione dei mercatari a progetti di politica abitativa: secondo lui sarebbe stato inutile destinarli ai venditori perché non sarebbero bastati a coprire tutte le spese di regolarizzazione. Nel 2024, poi, ha proposto il nuovo regolamento per offrire gli stalli del mercato coperto ai venditori all’ingrosso.
Fino alle 9 di mattina la vendita dei prodotti resterebbe riservata ai mercatari che hanno le bancarelle all’esterno; dopo le 9 il mercato verrebbe aperto al pubblico. Secondo il comitato SOS Ballarò è una scelta inspiegabile e «logisticamente assurda», dato che la vendita all’ingrosso comporterebbe l’ingresso di mezzi ingombranti in una piazza di dimensioni limitate e sempre piena di persone. Forzinetti dice invece di non avere altra scelta per avviare il mercato perché, sulla base della legge della concorrenza del 2023, non può destinare quegli stalli alla sola vendita al dettaglio.
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