Le molestie subite dalla presidente del Messico sono tutt’altro che un caso isolato
Il governo di Claudia Sheinbaum ha proposto nuove norme, ma è una questione anche culturale radicata in una società machista

Le molestie subite dalla presidente del Messico Claudia Sheinbaum lo scorso martedì, quando durante un evento pubblico in strada un uomo l’ha palpeggiata e ha cercato di baciarla, evidenziano un problema di abusi sessuali e violenze che è diffuso nel paese. Nei giorni seguenti molte donne messicane hanno detto di essersi trovate in situazioni simili, e a una conferenza stampa Sheinbaum ha detto: «Se questo può capitare alla presidente, cosa succederà a tutte le ragazze e le donne del nostro paese?».
Il caso ha riaperto lunghe discussioni sulla condizione delle donne in Messico, dove una certa cultura machista è ancora ampiamente diffusa, e il governo ha proposto qualche modifica alla legislazione sulle molestie e sugli abusi sessuali.
Le molestie sono avvenute in un contesto pubblico, di fronte a fotografi e testimoni che con i loro telefoni hanno ripreso la scena. L’uomo, poi identificato in Uriel Rivera, si è avvicinato alla presidente che stava facendo alcuni selfie con dei sostenitori, l’ha abbracciata, le ha toccato il seno, ha provato a baciarla sul collo e l’ha palpeggiata, prima di essere fermato dalla stessa presidente e dall’intervento di un suo collaboratore. Sheinbaum ha detto in seguito di non essersi resa conto immediatamente di quello che lui stava facendo, ma in seguito ha sporto denuncia e l’uomo è stato arrestato. Ha detto di aver deciso di denunciare «perché questa è un’esperienza che ho vissuto come donna, ma che noi donne viviamo nel nostro paese. Deve essere tracciato un confine».
Molestie, abusi e violenze contro le donne sono un problema grave e costante in Messico. Nel 2024 821 donne sono state uccise in casi di femminicidio, e a settembre del 2025 erano 513: sono dati in calo, ma comunque superiori alla media mondiale.
Citando i dati dell’Istituto nazionale messicano di statistica e geografia, Sheinbaum ha detto che il 45 per cento delle donne nel paese è stato vittima di molestie in strada, sui mezzi pubblici, sul posto di lavoro o in luoghi pubblici. Nel 2024 oltre il 93 per cento di questi casi non è stato denunciato o investigato. Nei primi nove mesi del 2025 ci sono state quasi 219mila chiamate a numeri di emergenza per segnalare violenze contro le donne, che si sono trasformate solo in 5mila indagini formali.
Esiste una diffusa sfiducia da parte delle donne nell’utilità di fare denuncia, che spesso viene vista come una perdita di tempo: molte dicono che le denunce vengono raccolte solo se si conosce il nome dell’aggressore, e che anche quando vengono registrate dalla polizia difficilmente portano a reali indagini e arresti.

Un cartello raffigurante la presidente Claudia Sheinbaum durante i festeggiamenti per il giorno dell’Indipendenza, il 15 settembre (AP Photo/Eduardo Verdugo)
I vari stati che compongono la repubblica federale del Messico hanno leggi diverse sul tema che differiscono per pene, aggravanti e definizioni di abuso sessuale. Giovedì il governo centrale (quello di Sheinbaum, in carica da poco più di un anno) ha presentato una riforma che dovrebbe uniformare le norme, creare dei corsi di aggiornamento sui crimini contro le donne per magistrati e forze dell’ordine, rendere le denunce più facili e finanziare una campagna per invitare le donne a denunciare di più.
La proposta di riforma non è la prima iniziativa del governo per provare a migliorare la condizione delle donne: tra le altre cose ha creato un nuovo sistema pensionistico destinato a loro; ha istituito per ogni stato un ufficio della procura dedicato ai femminicidi; e ha promosso un emendamento (poi passato al Congresso) che rende incostituzionale pagare le donne meno degli uomini. È inoltre in discussione un piano per strutturare un sistema nazionale di assistenza per bambini, anziani e disabili, un’attività che oggi ricade quasi totalmente sulle donne. Il governo è sostenuto principalmente da MORENA, il partito di centrosinistra della presidente.
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Un murale lungo la “Strada delle donne libere e sicure”, una via di Città del Messico con più luci e strutture per segnalare allarmi, pensata per rendere più sicuro per le donne il quartiere Iztapalapa: nel 2019 fu un’iniziativa dell’attuale presidente, allora sindaca (AP Photo/Marco Ugarte)
Nel presentare le riforme, la ministra per le Donne Citlalli Hernández Mora (un incarico introdotto dall’amministrazione Sheinbaum) ha evidenziato che comunque il modo migliore «per impegnarsi nella prevenzione e progredire verso l’eliminazione di abusi e violenze è attraverso un cambiamento culturale». Il Messico infatti è ancora un paese fortemente maschilista, in cui il controllo dell’uomo sulla donna è spesso giustificato e normalizzato in molti ambienti, a partire da quello familiare.
Le discriminazioni sono presenti anche in politica, dove le donne subiscono spesso insulti con connotazioni sessuali, soprattutto online. Nonostante abbiano acquisito il diritto di votare e di essere elette nel 1953, fino a nove anni fa nessuno stato messicano aveva una donna come governatrice (oggi sono 13 su 32). Sheinbaum è stata la prima donna a ottenere l’incarico di presidente.
Non è una condizione solo del Messico, e anzi è presente in gran parte del mondo, come sottolineato da vari studi. Le statistiche segnalano anche un progressivo peggioramento negli ultimi anni: per esempio nel 2023 c’erano 36 cape di stato nel mondo, a gennaio del 2025 erano 25.



