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  • Giovedì 6 novembre 2025

Gli stipendi di chi lavora nelle scuole e nelle università aumenteranno

È stato firmato il rinnovo dei contratti collettivi per il periodo 2022-2024, di cui verranno pagati anche gli arretrati

Il primo giorno di scuola in un istituto di Torino, 10 settembre 2025 (Getty Images/ Stefano Guidi)
Il primo giorno di scuola in un istituto di Torino, 10 settembre 2025 (Getty Images/ Stefano Guidi)
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I contratti collettivi nel settore dell’istruzione sono stati rinnovati dopo quasi otto mesi di trattative: significa che gli stipendi di insegnanti, ricercatori, amministratori e personale cosiddetto ATA (quelli che una volta venivano chiamati i bidelli, ma anche i tecnici e gli amministrativi) aumenteranno tra i 105 e i 240 euro lordi al mese. Tutti i principali sindacati – tranne la CGIL – e l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) hanno firmato l’accordo mercoledì. La CGIL non lo ha sottoscritto perché ritiene che gli aumenti siano insufficienti a compensare l’aumento del costo della vita causato dall’inflazione negli ultimi anni.

Il rinnovo riguarda più di 1 milione e 286mila dipendenti. Per gli insegnanti l’aumento di stipendio è in media di 144 euro lordi al mese. L’importo varia in base al titolo di studio dell’insegnante (diploma di maturità o laurea), al tipo di scuola in cui lavora e all’anzianità di servizio. L’aumento minimo, di circa 110 euro lordi mensili, è quello dei docenti delle scuole dell’infanzia, della primaria e dei diplomati che insegnano in istituti e licei (scuole secondarie di secondo grado), con meno di otto anni di anzianità di servizio. L’aumento maggiore, di 185 euro al mese, riguarda invece i laureati con almeno 35 anni di carriera che insegnano alle scuole superiori.

L’aumento medio mensile per il personale ATA è in media di 105 euro al mese nelle scuole e di 141 euro nelle università. Per i ricercatori l’aumento medio è di circa 240 euro mensili.

L’accordo si riferisce in realtà a un periodo, quello tra il 2022 e il 2024, già passato. Succede spesso, infatti, che i contratti di chi lavora nei settori pubblici vengano negoziati e firmati dopo la scadenza, a volte anche dopo diversi anni, e che abbiano quindi effetti retroattivi. In questo caso l’aumento degli stipendi di un periodo già concluso ha come conseguenza il pagamento di arretrati che, secondo l’ARAN, saranno di 1.640 euro per gli insegnanti e 1.400 euro per il personale ATA.

Oltre ad aver firmato il contratto 2022-2024, i sindacati e l’ARAN hanno firmato un documento che impegna il governo ad aprire il prima possibile le trattative per il contratto 2025-2027. I ministeri coinvolti nelle contrattazioni sono quelli dell’Istruzione e del Merito, presieduto da Giuseppe Valditara, e il ministero dell’Università e della Ricerca diretto da Anna Maria Bernini.

Valditara ha detto dando per scontato l’accordo sul contratto per il periodo 2025-27: «Quando sarà firmato, arriveremo, compresi i relativi arretrati, a un totale di 416 euro lordi mensili in più per gli insegnanti e 303 euro in più per il personale ATA». La previsione è condizionata alla firma del contratto, i cui tempi al momento restano ancora da definire.