Cos’è questa storia della persecuzione dei cristiani in Nigeria
Trump sostiene che i cristiani nigeriani non siano abbastanza tutelati dal governo, e ha minacciato di mandare l'esercito

Sabato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto in un post di aver istruito il dipartimento della Difesa a prepararsi a un’eventuale operazione militare in Nigeria, popoloso paese dell’Africa occidentale dove secondo lui il governo locale non starebbe facendo abbastanza contro lo «sterminio di massa» della popolazione cristiana. Trump ha anche minacciato di interrompere l’invio di aiuti umanitari e assistenza «a quel paese disgraziato», se il governo nigeriano continuerà a permettere questi presunti attacchi (nel 2023 gli Stati Uniti hanno inviato circa un miliardo di dollari in aiuti in Nigeria). Pete Hegseth, il segretario alla Difesa, ha risposto a Trump con un altro post, in cui dice: «Sì, signore».
Trump non ha fornito prove delle accuse mosse al governo nigeriano, ma è da qualche tempo che politici e commentatori Conservatori negli Stati Uniti parlano di una presunta persecuzione delle persone di religione cristiana in Nigeria.
A metà ottobre per esempio il senatore Ted Cruz aveva proposto di inserire il paese nella lista di quelli che sono osservati speciali del governo statunitense perché violano le libertà religiose: la proposta è attualmente ferma al Senato, ma se approvata potrebbe portare a sanzioni contro la Nigeria. Altri – come per esempio il noto comico e conduttore televisivo Bill Maher, che di recente si è avvicinato molto alle posizioni di Trump – sono arrivati a parlare di «genocidio dei cristiani», paragonando la situazione con quanto avviene nella Striscia di Gaza. Lo stesso Trump ha detto che il cristianesimo in Nigeria starebbe affrontando «una minaccia esistenziale».

Il presidente Donald Trump parla con i giornalisti a bordo dell’Air Force One, 30 ottobre 2025 (AP Photo/Mark Schiefelbein)
Proviamo a mettere un po’ in ordine i fatti.
In Nigeria vivono 230 milioni di persone, divise in modo quasi paritario tra musulmani, originari principalmente nel nord, e cristiani, che vivono soprattutto a sud (esistono poi comunità più piccole legate a fedi tradizionali africane). Da anni il paese sta affrontando l’insorgenza di vari gruppi armati, e tra questi ci sono anche quelli di ispirazione islamista, come Boko Haram o il gruppo conosciuto come Stato islamico della provincia dell’Africa occidentale (ISWAP). Sono organizzazioni jihadiste che, semplificando, vogliono imporre la sharia (un’interpretazione particolarmente rigida della legge islamica). È vero che queste compiono frequenti attacchi in cui vengono uccisi centinaia di civili, ma non prendono di mira solo i cristiani, anche i musulmani che non aderiscono ai loro principi.
Anzi, secondo l’organizzazione indipendente statunitense Armed Conflict Location and Event Data (ACLED), le persone di fede musulmana uccise in attacchi delle milizie islamiste sono anche di più di quelle di fede cristiana. Tra settembre del 2020 e settembre del 2025 ACLED ha contato almeno 317 morti su 382 attacchi contro comunità cristiane, e 417 morti su 196 attacchi contro quelle di fede musulmana.

Una preghiera nella moschea centrale di Lagos, in Nigeria, 15 marzo 2025 (AP Photo/Sunday Alamba)
Gli scontri che coinvolgono civili comunque non sono motivati solo dalla fede, ma anche dalla lotta per le risorse, da ragioni etniche o rivendicazioni territoriali.
Le due comunità religiose principali della Nigeria, infatti, sono anche associate a etnie e stili di vita diversi: storicamente quelle di fede islamica sono prevalentemente dedite alla pastorizia e sono principalmente di etnia Fulani, mentre quelle di fede cristiana sono prevalentemente sedentarie e si sostentano grazie all’agricoltura. Come avviene in molti altri paesi dell’Africa, dove le potenze coloniali hanno tracciato confini arbitrari che hanno costretto alla convivenza comunità molto diverse tra loro, anche in Nigeria le comunità musulmane si scontrano con quelle cristiane per il controllo dei terreni agricoli e dei pascoli.
Quindi, sebbene Trump faccia riferimento a fatti veri – cioè attacchi contro i civili, anche di fede cristiana, da parte di milizie, anche islamiste – il modo in cui li presenta, decontestualizzati e semplificati, non tiene conto del complicato equilibrio tra le diverse religioni ed etnie, oltre che delle motivazioni e dei ruoli dei vari gruppi armati della Nigeria. Le sue affermazioni sono delle accuse neanche troppo implicite al governo del presidente Bola Tinubu, che sarebbe responsabile di favorire questo genere di attacchi.

Il presidente nigeriano Bola Tinubu, 28 novembre 2024 (Sarah Meyssonnier/Pool via AP)
Tinubu è stato eletto nel marzo 2023: è musulmano, ed era stato molto criticato perché, andando contro a una consuetudine non scritta della politica nigeriana per cui i ruoli istituzionali sono divisi tra le due fedi principali, aveva nominato un vicepresidente musulmano. Tuttavia non ci sono prove che il governo di Tinubu stia favorendo gli attacchi contro i cristiani. In risposta alle affermazioni di Trump, un rappresentante del governo ha detto a Reuters che la Nigeria sarebbe favorevole a ricevere assistenza dagli Stati Uniti per contrastare l’insorgenza dei gruppi islamisti, a patto che gli Stati Uniti rispettino l’integrità territoriale del paese.
Non è comunque la prima volta che Trump e i suoi sostenitori accusano leader di paesi africani di discriminare le comunità a loro più vicine, cioè quelle bianche o cristiane. Recentemente avevano parlato insistentemente di una teoria ancora più infondata, del cosiddetto “genocidio dei bianchi” del Sudafrica: una comunità che in realtà è ampiamente privilegiata nel paese rispetto a quella nera, a causa delle conseguenze di decenni di apartheid. Trump aveva tirato fuori la questione durante un incontro alla Casa Bianca con il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, usando argomentazioni false e generando un discreto scontro diplomatico.



