Portarsi in giro bob, skeleton e slittini è un bel problema
Sulle piste scivolano a oltre cento chilometri all'ora; altrove sono pesanti e ingombranti, e visto quanto costano vanno trattati con cura

Bob, skeleton e slittino sono tre sport invernali di cui si parla spesso in relazione alle piste su cui si svolgono, costose e piene di curve. Si dedicano invece molte meno attenzioni agli attrezzi con cui si praticano e da cui prendono tutti e tre il nome. Eppure sono attrezzi fondamentali (ci si deve scivolare sul ghiaccio a oltre 100 chilometri orari) e pregiati (un bob a quattro costa fino a 130mila euro). Per questo, e per via di quanto sono ingombranti e pesanti, si fa una gran fatica a portarli in giro per il mondo.
Bob, skeleton e slittino si svolgono sulle stesse piste, ma tra loro ci sono importanti differenze. Molto in breve: nello skeleton si gareggia a pancia in giù e faccia in avanti, nel bob gli equipaggi arrivano fino a quattro atleti e lo slittino è l’unico in cui si parte da seduti. Tutti e tre gli sport sono a tempo – vince chi ci mette meno ad arrivare in fondo – e in tutti e tre i rispettivi attrezzi sono anche noti come “slitte”.
Anche le slitte hanno caratteristiche differenti. Il bob è anche noto come “Formula 1 del ghiaccio”: le sue slitte hanno carenature simili a quelle di un’auto da corsa, e anche entrarci è un po’ come entrare in un’auto da corsa. Lo skeleton è piatto ed essenziale (fuoriesce solo una sorta di imbracatura che lega il busto del pilota alla slitta), mentre lo slittino è ricurvo nella parte anteriore per dare modo ai piedi di contribuire alle sterzate.
In genere le piste che vanno bene per lo slittino sono usate anche per bob e skeleton, e viceversa. Le principali eccezioni sono per il bob a quattro, che avendo slitte lunghe e pesanti diventa troppo pericoloso se praticato su piste con curve troppo strette.

La skeletonista britannica Shelley Rudman nel 2014 (AP Photo/Natacha Pisarenko)
Nel mondo ci sono meno di 20 piste funzionanti: quattro solo in Germania e solo cinque fuori dall’Europa. La Coppa del Mondo di bob e skeleton non avrà quest’anno tappe fuori dall’Europa (in passato ne erano state fatte in Cina e negli Stati Uniti) e quella di slittino ne avrà soltanto due (su nove totali) negli Stati Uniti.
Portare in giro bob, skeleton e slittini è difficile soprattutto se ci sono di mezzo viaggi in aereo. Un bob a quattro deve pesare non meno di 210 chilogrammi e può essere lungo fino a quasi 4 metri. I bob non sono semplici bagagli, nemmeno semplici bagagli speciali. Per farli volare, anche nel caso dei bob a due o dei monobob, servono aerei cargo. Per questo, quando si può, li si trasporta su gomma.
Skeleton e slittini sono più leggeri: possono essere bagagli speciali in stiva. Nel loro caso il problema sono le zavorre, che durante le gare sono aggiunte alle slitte per renderle più veloci, e che quindi vanno a loro volta trasportate.
Le slitte vengono trasportate sempre quasi tutte intere (o togliendo cose piccole, come i pattini) e nel caso degli atleti e delle atlete più forti, che puntano ai primi posti a livello mondiale, ciascuna è creata su misura da artigiani specializzati. Lo studio per massimizzare le prestazioni di una slitta è enorme e può durare anni. Anche per questo tra atleta e attrezzo si forma una sorta di legame: «In gara devi essere un tutt’uno con la tua slitta» dice Maurizio Oioli, direttore tecnico delle nazionali italiane di bob e skeleton. È quasi impossibile vedere scene simili a quelle dei tennisti che spaccano le racchette: basta poco per fare un danno da svariate migliaia di euro alla propria slitta.
Durante le trasferte le varie nazionali portano con sé strumenti per saldare e per poter modificare o riparare le slitte. Le squadre migliori hanno un meccanico, specificamente dedicato alla manutenzione delle slitte. Gli atleti italiani, invece, devono arrangiarsi. «Siamo dei tuttofare» dice Oioli.

La preparazione di un bob prima di una sessione di allenamento, nel 2013 a La Plagne, Francia (Alex Livesey/Getty Images)
Spedire un bob in Cina o negli Stati Uniti costa circa 12mila euro per l’andata e il ritorno, e una singola tratta richiede fino a due settimane: con tempi di questo tipo, e con i limiti temporali imposti dalla stagionalità e dalle Olimpiadi di Milano Cortina, si è scelto di evitare tappe di Coppa del Mondo fuori dall’Europa (in cui paesi come Stati Uniti, Canada, Cina e Corea del Sud lasciano quindi le slitte per tutta la stagione).
Tutto il trasporto dei bob per la stagione 2025-2026 sarà quindi in Europa e su gomma. Le tappe di Coppa del Mondo – tra Italia, Austria, Norvegia, Lettonia, Germania, Svizzera e di nuovo Germania – comporteranno però spostamenti complessivi di circa seimila chilometri, spesso su mezzi pesanti. La Nazionale italiana di bob e skeleton userà per esempio otto o nove furgoni per le slitte, più alcuni pulmini per spostare circa 30/35 persone tra atleti e staff.
Per ovviare in parte a questi problemi logistici alcune piste offrono un servizio di noleggio slitte, ma non è il caso degli atleti e delle atlete di punta: «Se vuoi provare a vincere devi sempre portarti le tue slitte» dice Oioli.
Il rapporto tra la logistica e queste discipline è stretto e costante. La federazione tedesca, per esempio, ha una partnership molto pubblicizzata con la multinazionale di trasporto merci DHL. I due bobbisti più forti al mondo, i tedeschi Francesco Friedrich e Johannes Lochner, sono apparsi in video promozionali con DHL. E Nico Walther, vincitore di un argento olimpico a Pyeongchang 2018 con la Germania nel bob a quattro, oggi pilota aerei cargo per DHL.
La logistica di skeleton e slittini è complicata per altri motivi: per essere veloci le slitte devono essere pesanti. Ci sono limiti di peso, ma comunque si parla di attrezzi pesanti: lo skeleton di un atleta élite può arrivare a pesare fino a 45 kg, e in buona parte quei chili si raggiungono con zavorre di piombo.

Il rumeno Valentin Cretu in una gara di slittino alle Olimpiadi del 2014 a Sochi, Russia (Julian Finney/Getty Images)
Con le zavorre skeleton e slittini sono spesso più pesanti di 32 chilogrammi, il limite affinché un bagaglio viaggi col passeggero e non debba essere imbarcato su un aereo cargo. Per questo, spiega Oioli, spesso le squadre si trovano a dover viaggiare con parecchie zavorre sparse tra i vari bagagli personali di atleti e membri dello staff.
Bob, skeleton e slittini devono poi essere anche trasportati – di nuovo su gomma – dal fondo alla cima delle piste su cui sono usati. Le slitte vengono caricate su camion che fanno la spola tra arrivo e partenza: le fasi di carico e scarico avvengono con grande cautela e si seguono protocolli precisi affinché non si rovinino.
Le manche di gara sono solitamente due o quattro, e negli allenamenti si va su e giù in continuazione. Nel caso dei bob servono spesso più persone per caricarli e molti mezzi a motore, siccome su ciascun camion è complicato farcene stare più di due.



