Come dobbiamo prendere l’annuncio di Trump sui test nucleari
Con cautela, perché è pieno di cose false e inesatte e forse non c'è nemmeno un vero piano dietro

L’annuncio del presidente Donald Trump sulla ripresa dei test nucleari da parte degli Stati Uniti ha provocato molta confusione tra esperti, politici e militari. Nel post sul social Truth e nelle dichiarazioni in cui ha descritto l’ordine, Trump ha detto varie cose false e altrettante poco chiare, provocando speculazioni e ipotesi. Tra le altre cose, ha detto che gli Stati Uniti sono il paese con più testate (non è vero, è la Russia) e che gli Stati Uniti devono ricominciare i test nucleari perché anche gli altri grandi paesi lo stanno facendo (è generalmente falso).
Proviamo a capire qual è la situazione, e cosa potrebbero fare gli Stati Uniti.
Anzitutto: per test nucleare si intende far esplodere un’arma nucleare in un ambiente controllato, per verificarne il funzionamento, la potenza e gli effetti. I primi test nucleari (come il primissimo in New Mexico, raccontato anche nel film Oppenheimer) si facevano all’aperto; poi nello spazio. Nell’ultimo periodo della Guerra Fredda i test avvenivano in gigantesche strutture sotterranee per ridurre al minimo l’impatto.
Alla fine della Guerra Fredda gli Stati Uniti promossero una politica di divieto di ogni esplosione nucleare, comprese quelle per i test. Promossero anche un trattato, il Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty, che però loro stessi non ratificarono. L’Unione Sovietica fece il suo ultimo test nucleare nel 1990 (la Russia non ne ha mai fatti), gli Stati Uniti nel 1992, la Cina nel 1996.
In seguito hanno fatto test nucleari soltanto India e Pakistan (entrambi nel 1998) e la Corea del Nord, che ha sviluppato il suo programma nucleare di recente e ha fatto esplodere la sua ultima bomba nel 2017.

Un test nucleare in Nevada nel 1957 (U.S. Energy Department via AP)
Quando Trump dice che gli altri paesi stanno facendo test nucleari e che per questo gli Stati Uniti sono costretti a riprenderli non è chiaro a cosa si riferisca. Ha detto anche che i test americani debbano riprendere «su base paritaria» rispetto agli altri paesi, e questo è ancora meno chiaro: qual è la «base paritaria» dei test se gli altri paesi non ne fanno?
Un’interpretazione è che l’amministrazione Trump non voglia testare le esplosioni nucleari, ma i missili che le trasportano, come effettivamente fanno anche gli altri paesi. La settimana scorsa la Russia ha testato un missile da crociera a propulsione nucleare e un missile sottomarino capace di trasportare testate.
Un’altra interpretazione è che Trump si riferisse a quelli che gli esperti definiscono “test supercritici”: sono test nucleari con una ridottissima potenza esplosiva, molto diversi da quelli enormi dei tempi della Guerra Fredda. Secondo l’intelligence degli Stati Uniti questi test potrebbero essere stati fatti sia dalla Russia sia dalla Cina.
Un’altra interpretazione ancora è che Trump abbia fatto l’annuncio soprattutto per intimorire e confondere gli altri paesi, e che non ci sia un vero piano dietro. Trump ha pubblicato il suo post su Truth poco prima di iniziare un incontro con il presidente cinese Xi Jinping e in un momento di trattative con la Russia per la questione dell’Ucraina, e potrebbe aver citato i test nucleari soltanto per cercare di dimostrarsi forte.

Un test nucleare in Nevada nel 1953
Al netto delle interpretazioni, la questione probabilmente più importante è capire se davvero agli Stati Uniti converrebbe riprendere i test nucleari come si faceva durante la Guerra Fredda. Molti esperti sostengono di no.
Attualmente gli Stati Uniti usano sistemi estremamente sofisticati per testare il funzionamento e la prontezza del proprio arsenale nucleare tramite simulazioni, senza fare esplosioni. Il programma di mantenimento dell’arsenale costa 25 miliardi di dollari all’anno e impiega 65 mila persone, che hanno a disposizione per i propri test supercomputer grandi quanto una stanza, la macchina a raggi X più potente del mondo e un sistema di laser grande quanto uno stadio. Nessun altro paese ha questi strumenti, e ciò significa che gli Stati Uniti hanno un importante vantaggio tecnologico.
Ma questo vantaggio andrebbe perduto se tutti ricominciassero a fare test nucleari tradizionali. Vladimir Putin ha già detto in passato che la Russia è pronta a ricominciare a testare il proprio arsenale se gli americani lo faranno. In questo modo i sofisticati strumenti costruiti per testare l’arsenale americano senza esplosioni non servirebbero più.
Inoltre se tutti i paesi riprendessero a fare test nucleari gli Stati Uniti perderebbero un vantaggio storico. Durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti fecero 1.032 test nucleari, accumulando in questo modo un gran patrimonio di conoscenze. La Cina, che era un paese molto più povero e arretrato, ne fece soltanto 45. Questo significa avere meno dati per sviluppare nuove armi e controllare quelle esistenti. Se riprendessero i test, gli Stati Uniti darebbero alla Cina la possibilità di recuperare il terreno perduto.



