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  • Mercoledì 29 ottobre 2025

Valencia, un anno dopo le alluvioni

David Ramos, un fotografo dell'agenzia Getty Images, è tornato nei posti più colpiti per documentare com'è la situazione oggi

Nella foto a sinistra: un vigile del fuoco davanti a una galleria bloccata da detriti e auto ammassate, al confine tra i comuni valenciani di Benetusser e Alfafar, Spagna, 1° novembre; nella foto a destra: una donna in monopattino attraversa la stessa galleria, 6 ottobre 2025
(entrambe le foto: David Ramos/Getty Images)
Nella foto a sinistra: un vigile del fuoco davanti a una galleria bloccata da detriti e auto ammassate, al confine tra i comuni valenciani di Benetusser e Alfafar, Spagna, 1° novembre; nella foto a destra: una donna in monopattino attraversa la stessa galleria, 6 ottobre 2025 (entrambe le foto: David Ramos/Getty Images)
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Mercoledì in Spagna ci sarà una commemorazione simbolica con funerali di stato per le 229 persone morte nelle disastrose alluvioni del 29 ottobre del 2024 nella comunità autonoma di Valencia: il corpo di una delle tre persone che ancora risultavano disperse è stato trovato, e identificato, solo la settimana scorsa. Nell’anno che è passato da allora, le zone più colpite sono tornate lentamente alla normalità. Ci sono voluti otto mesi, per esempio, prima che riaprisse l’ultimo tratto della metropolitana.

A ottobre David Ramos, un fotografo dell’agenzia Getty Images, è tornato dove un anno fa aveva scattato alcune delle foto più riconoscibili delle devastazioni, per documentare com’è la situazione oggi. Eccole.

In Spagna il dibattito sulle alluvioni si concentra su come la politica locale sta gestendo la ricostruzione e su come gestì allora l’emergenza, cioè sull’aspetto che fu preponderante fin dall’inizio per i molti errori e ritardi del governo regionale.

Il suo presidente, Carlos Mazón del Partito Popolare (centrodestra), è diventato il simbolo di queste inefficienze ma soprattutto degli errori commessi, anche perché il 29 ottobre fu irreperibile e si dilungò a pranzo con una giornalista. Ci sono state varie manifestazioni, molto partecipate, per chiedere le sue dimissioni. All’ultima, sabato scorso, hanno partecipato decine di migliaia di persone.

L’amministrazione di Mazón ha speso solo il 26 per cento dei fondi che aveva stanziato (in questi giorni il governo centrale, di sinistra, ha aggiunto 6 miliardi di euro a quelli già previsti dal piano di aiuti). A causa delle inondazioni, 1.530 abitazioni sono state dichiarate inabitabili su quasi 16mila danneggiate. I danni materiali e immobiliari sono stati calcolati per quasi 18 miliardi di euro, e includono per esempio 130mila auto e veicoli che sono stati rimossi dalle strade dopo che il fango li aveva accartocciati o resi inutilizzabili.

Nell’ultimo anno, se non altro, è stato migliorato il sistema di allerta che nel 2024 fu attivato troppo tardi.