Alcuni attivisti pro Palestina hanno interrotto un intervento di Emanuele Fiano
L'ex deputato del PD, figlio di un testimone dell'Olocausto, doveva parlare di Medio Oriente all'Università Ca' Foscari

Lunedì pomeriggio un gruppo di attivisti e attiviste a sostegno della Palestina ha impedito all’ex deputato del PD Emanuele Fiano di intervenire all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Fiano è presidente di un’associazione che sostiene la cosiddetta soluzione dei due Stati, una proposta di cui si parla senza risultati da decenni, e che semplificando prevede la creazione e la convivenza di uno Stato palestinese e di uno israeliano.
L’incontro era stato organizzato dall’associazione studentesca Futura, di Ca’ Foscari, e dalla fondazione “Venezia per la ricerca sulla pace” (Ve.Ri.Pa), presieduta dal professor Antonio Silvio Calò, con cui Fiano avrebbe dovuto dialogare. Prevedeva un dibattito moderato da una studentessa sulle prospettive di pace in Medio Oriente.
Nei giorni scorsi, saputo dell’incontro, il Fronte della gioventù comunista, che dal 2012 riunisce i giovani comunisti in Italia, aveva annunciato una manifestazione «contro i sionisti nell’università». Per aggirare le proteste il luogo dell’incontro era stato dunque spostato in un’altra aula senza che ne venisse data comunicazione sui social, ma anche nella nuova sede e dopo una mezz’ora dal suo inizio una quarantina di attivisti l’hanno interrotto entrando con cartelli e striscioni con scritto lo slogan «Fuori i sionisti dalle università». Fiano ha detto che alcuni si sono messi intorno alla cattedra e che «il leader del gruppo ha cominciato a leggere al microfono un discorso». Alla fine l’incontro è stato interrotto.
Su Facebook il Fronte della gioventù comunista di Venezia e Mestre ha spiegato le ragioni della protesta: «In questo clima di repressione, è necessario opporsi a chi, come Emanuele Fiano, prima tramite slogan sulle testate giornalistiche, e ora anche muovendosi dentro l’Università, avanza con la scusa del pacifismo affermazioni cerchiobottiste, che criticano il diritto ad autodeterminarsi del popolo palestinese e attaccano il movimento per la Palestina, tacciandolo di antisemitismo».

Lo striscione firmato dal Fronte della gioventù comunista (ANSA)
Fiano ha commentato quanto accaduto dicendo di essere sempre stato molto critico nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, e di averlo spiegato agli attivisti, che però non hanno voluto ascoltarlo. «L’ultima volta che hanno espulso un Fiano da un luogo di studio è stato nel ’38», ha poi detto, facendo riferimento al padre. Fiano è il figlio di Nedo Fiano, uno dei principali testimoni italiani dell’Olocausto che dopo la promulgazione delle leggi razziali, in quanto ebreo, fu costretto ad abbandonare la scuola. Nel 1944 venne poi deportato nel campo di sterminio di Auschwitz e liberato a Buchenwald, dove era stato trasferito alla fine della guerra.
Fiano ha infine accusato il Fronte della gioventù comunista e gli studenti in protesta di essere dei fascisti: «Il principio fascista che hanno loro in mente è che chi non ha idee come le loro non deve parlare. […] Impedire a una persona di parlare è fascismo». L’ex parlamentare del PD ha raccolto sostegno un po’ da tutte le forze politiche e da esponenti di vari partiti. Anche da Ignazio La Russa, presidente del Senato di Fratelli d’Italia, che ci ha tenuto comunque a precisare che «almeno in questo caso citare il fascismo come principio guida per i pro-Pal è un po’ azzardato. Forse riservare al fascismo le indubbie colpe storiche verso gli ebrei italiani e chiamare invece col loro nome le idee che ispirano oggi i pro-Pal sarebbe più onesto e opportuno».



