Il calo delle nascite dipende anche dal calo delle nascite
I dati dell’ISTAT dicono che in Italia si fanno sempre meno figli anche perché i potenziali genitori continuano a diminuire

I nuovi dati sulle nascite pubblicati dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) confermano alcune tendenze evidenti da anni: nascono sempre meno bambini e bambine, e si fanno figli sempre più tardi; è sempre più frequente averli senza essersi prima sposati e ci sono sempre più persone che danno ai figli e alle figlie il cognome di entrambi i genitori.
In generale, secondo l’ISTAT le ragioni per cui si fanno meno figli e si fanno più tardi sono sempre le stesse: le persone dedicano più tempo alla formazione rispetto al passato, è più difficile trovare un lavoro stabile e potersi permettere una casa, e quindi ci si rende autonomi dai genitori più tardi, posticipando la scelta di avere figli, oppure rinunciandovi.
Ma c’è un’altra ragione importante e spesso sottovalutata, e cioè che il calo delle nascite dipende anche dallo stesso calo delle nascite: i potenziali genitori sono sempre meno perché sono sempre meno le persone nate a partire dalla metà degli anni Settanta, quando la fecondità cominciò a diminuire, scendendo da oltre 2 figli in media per donna al valore di 1,19 del 1995 (l’anno scorso è stato toccato un nuovo minimo, 1,18).
Diminuzione delle nascite
I dati del rapporto dell’ISTAT si riferiscono al 2024 ma contengono anche quelli provvisori sul 2025, da gennaio a luglio: secondo questi ultimi, il calo delle nascite è stato più significativo nel Sud e al Centro, mentre è stato minore al Nord.
Nel 2024 sono nati 369.944 bambini, in calo del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente (quasi 10mila nati in meno). È un calo in linea con quello degli anni precedenti: dal 2008 al 2023 infatti è stato mediamente del 2,7 per cento all’anno. Il 2008 è l’anno a partire dal quale le nascite hanno iniziato a calare senza sosta: in quell’anno si era registrato il numero massimo di nati vivi negli anni Duemila (576mila).
Il dato sul calo delle nascite è ancora più significativo guardando ai primi nove mesi del 2025, da gennaio a settembre: in tutto il 2024 rispetto al 2023 erano nati quasi 10mila bambini in meno, mentre tra gennaio e luglio di quest’anno sono già 13mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2024.
Le tre province dove sono aumentati di più i nuovi nati sono Trieste (+5,5 per cento), Imperia (+5) e Massa Carrara (+4,6); quelle dove sono diminuiti di più sono Gorizia (-10,3), Foggia (-10,1) e Viterbo (-9).
Un altro dato importante da tenere in considerazione è l’aumento dell’infertilità, che secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) riguarda una persona su sei nel mondo in età riproduttiva. I dati dell’Istituto superiore di sanità parlano del 15 per cento circa delle coppie italiane (un dato in linea con quello dell’OMS).
Le tecniche di fecondazione assistita, quelle che permettono di avere figli a chi non può averli spontaneamente, in Italia sono accessibili solo alle coppie eterosessuali, sposate o conviventi, e ci sono comunque grossi ostacoli nell’accesso anche per loro, tra liste d’attesa molto lunghe e disomogeneità territoriali sulla presenza di centri pubblici (carenti soprattutto al Sud).
I dati mostrano che le difficoltà maggiori riguardano la decisione di fare il primo e il secondo figlio: nel 2024 i primogeniti sono stati 181.487, in calo del 2,7 per cento rispetto all’anno precedente; i secondogeniti sono calati invece del 2,9 per cento (sono stati 133.869). Il calo dei figli di ordine successivo è stato minore, dell’1,5 per cento.
Si fanno meno figli al Sud
Dove il calo dei primi figli è stato del 4,3 per cento, mentre la riduzione è stata minore nel Centro (-2 per cento) e nel Nord (-1,8 per cento). Al Sud è stato del 4,3 per cento anche il calo dei figli dopo il primo (con una media nazionale del 2,5 per cento). I dati provvisori sul 2025 confermano questa tendenza: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la diminuzione delle nascite è stato del 7,8 per cento al Centro, del 7,2 per cento al Sud e del 5 per cento al Nord.
Quanto conta la nazionalità dei genitori
Un altro dato utile a capire il calo delle nascite riguarda le nazionalità dei genitori: la diminuzione dei nati, scrive l’ISTAT, «è quasi completamente attribuibile» al calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani, che costituiscono oltre i tre quarti del totale (78,2 per cento).
Nel 2024 i nati da genitori italiani sono diminuiti del 3,3 per cento; quelli da coppie di genitori entrambi stranieri dell’1,7 per cento; sono invece aumentati i nati da coppie miste, del 2,3 per cento.
Fecondità ai minimi storici
A differenza della natalità, cioè il numero dei nati vivi in un certo periodo, la fecondità misura il numero di figli per donna. Anche questo dato continua a essere in calo: nel 2024 il numero medio di figli per donna è stato di 1,18, in calo rispetto al dato di 1,20 del 2023 e inferiore al minimo storico raggiunto nel 1995 (come detto di 1,19). Il valore massimo negli anni Duemila era stato raggiunto nel 2010, con 1,44 figli per donna.
Nel 2024 l’età media per le donne che hanno avuto il primo figlio è stata di 31,9 anni, in aumento rispetto al dato di 31,7 dell’anno precedente.
Continua la diffusione dei nati col doppio cognome
Dal 2022, grazie a una sentenza della Corte costituzionale, in Italia è possibile dare ai figli automaticamente anche il cognome materno (o solo il cognome materno). Nel 2024 i nati registrati con il doppio cognome paterno e materno sono il 6,7% del totale, in aumento di 4,3 punti percentuali sul 2020. È una tendenza registrata soprattutto nel Centro e nel Nord, con l’8,6 e l’8,3 per cento di genitori che hanno scelto di dare entrambi i cognomi. Al Sud la percentuale è del 6,4.
La scelta di dare entrambi i cognomi sta riguardando soprattutto i primi figli: secondo l’ISTAT, accade perché chi ha avuto i secondi figli dopo la sentenza della Corte costituzionale ha mantenuto lo stesso cognome anche per gli altri.
Sempre più diffusa la tendenza ad avere figli fuori dal matrimonio
Pur a fronte di un calo assoluto delle nascite, l’incidenza dei nati da coppie non sposate continua a crescere: nel 2024 è stata del 43,2 per cento, con un aumento di 8 punti percentuali rispetto al 2023 e di 23,5 punti percentuali rispetto al 2008. Il dato ha qualche variazione se si tiene conto della nazionalità dei genitori, ma è costante.
Qualche dato regionale
Come detto, il calo delle nascite si è registrato senza grosse differenze geografiche, pur essendo leggermente più marcato al Sud. L’unica regione in cui nel 2024 sono aumentati i nati è stata la Liguria (+0,4 per cento), quella in cui sono calati di più è stata la Valle d’Aosta (-11 per cento).
I dati provvisori relativi al 2025 dicono che le uniche regioni in cui è stato registrato un aumento delle nascite sono la Valle d’Aosta (+5,5 per cento) e le Province autonome di Bolzano (+1,9) e di Trento (+0,6). La Provincia autonoma di Bolzano continua ad avere il primato della fecondità, con 1,51 figli per donna nel 2024 (nel 2023 era 1,57).
Sempre rispetto ai dati parziali del 2025, le regioni che per ora hanno registrato un calo più intenso sono l’Abruzzo (-10,2 per cento) e la Sardegna (-10,1 per cento). È stato significativo anche il calo in Umbria (-9,6 per cento), Lazio (-9,4 per cento) e Calabria (-8,4 per cento). Le regioni coi cali minori sono state Basilicata (-0,9 per cento), Marche (-1,6) e Lombardia (-3,9).



