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  • Martedì 21 ottobre 2025

Perché Sinner non va in Coppa Davis

L'ha già vinta due volte, ed è un torneo che conta sempre meno, eppure chi lo critica parla molto di patriottismo

Jannik Sinner nel 2023 a Malaga, Spagna (AP Photo/Manu Fernandez)
Jannik Sinner nel 2023 a Malaga, Spagna (AP Photo/Manu Fernandez)
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Nel pomeriggio del 20 ottobre si è saputo che Jannik Sinner, uno dei due migliori tennisti al mondo, non giocherà con la Nazionale italiana le finali di Coppa Davis in programma a Bologna a novembre. La Coppa Davis si gioca ogni anno ed è la più importante competizione a squadre nel tennis maschile. L’Italia ha vinto le ultime due edizioni, nel 2023 e nel 2024 (con Sinner, e anche molto grazie a Sinner), e prima ancora l’aveva vinta nel 1976. Filippo Volandri, di fatto l’allenatore dell’Italia, ha detto che Sinner «non ha dato la sua disponibilità per il 2025». Sinner ha spiegato le sue ragioni dicendo che preferisce avere più tempo per preparare la prossima stagione, ma nel frattempo è stato da più parti criticato. In particolare – e non è una novità – in diversi articoli pubblicati sui principali giornali italiani, sportivi ma non solo.

Le critiche hanno a che fare anche con quanto intensamente e improvvisamente, proprio grazie a Sinner, sia seguito oggi il tennis in Italia. Questo fatto ha due principali conseguenze: una forte polarizzazione su gran parte di quel che lo riguarda, e un approccio all’analisi di quello che fa spesso portato all’estremo, anche con toni e modi altrimenti estranei al tennis.

Partiamo dal punto di vista di Sinner, da lui spiegato in un’intervista fatta a Sky Sport alcune ore dopo le convocazioni di Volandri. Sinner ha parlato di una decisione «non semplice» presa insieme al team che lo segue con l’obiettivo di avere più tempo per riposare e prepararsi meglio in vista del primo grande obiettivo del 2026, gli Australian Open di gennaio. «Sembra una banalità ma non lo è», ha detto a proposito della settimana in più per allenarsi. Sinner ha detto inoltre che ha influito il fatto che l’Italia abbia già vinto due volte la Coppa Davis di recente.

Non sono cose che Sinner ha detto, ma è probabile che nella sua scelta abbia influito anche il fatto che negli ultimi mesi – in una stagione in cui Sinner arriverà a giocare oltre 60 partite – è talvolta apparso in difficoltà fisica (una difficoltà resa palese da alcuni ritiri). Come anche il fatto che dal 2015 la Coppa Davis non assegna punti ATP, validi per la classifica dei migliori tennisti al mondo in cui Sinner è stato primo per oltre un anno e in cui da settembre è secondo dietro allo spagnolo Carlos Alcaraz.

Ci si mette un po’ di più invece a mettere insieme tutte le critiche, che in parte ricordano quelle che già gli furono fatte – in particolar modo dalla Gazzetta dello Sport – quando nel 2023 scelse di non partecipare ai gironi di Coppa Davis, cioè la fase precedente alle finali che poi Sinner vinse con l’Italia. Più in generale, per l’interesse che attira e gli interessi che muove, Sinner è protagonista di grandi esaltazioni (quando vince) e altrettanto grandi critiche (quando perde, sbaglia o fa qualcosa che si presta ad aprire qualche “caso” mediatico).

La mattina del 21 ottobre, il giorno dopo la decisione di Sinner, il titolo principale della Gazzetta in prima pagina era «Sinner ripensaci». In un articolo di commento il vicedirettore Gianni Valenti ha scritto che «per qualsiasi sportivo la Nazionale deve essere sempre la Nazionale, una meravigliosa entità superiore». Ha poi parlato della particolarità relativa al fatto che le finali di questa Coppa Davis (in cui ci saranno otto nazionali) si giocherà a Bologna, in Italia, e che giocandola Sinner potrebbe «conquistare la terza Davis consecutiva proprio davanti al suo pubblico, magari dopo una finale con la Spagna del rivale di sempre Carlos Alcaraz».

Valenti ha aggiunto che altri grandi tennisti l’hanno giocata e vinta ben più di Sinner: «Ci sono campionissimi come Rafa Nadal e John McEnroe che questo trofeo l’hanno conquistato per cinque volte. E hanno fatto sempre carte false per giocarla questa Coppa, un tempo più massacrante di oggi».

È in effetti così, ma è anche vero per esempio che lo svizzero Roger Federer ha spesso evitato la Coppa Davis, che ha vinto solo una volta. Questo perché, molto più che in altri sport, nel tennis – uno sport individuale in cui molto ruota attorno ai quattro tornei del cosiddetto Grande Slam – le Olimpiadi e la Nazionale contano oggettivamente meno che altrove. E la Coppa Davis ha progressivamente perso valore.

Sinner nel 2024 a Malaga, Spagna (AP Photo/Manu Fernandez)

Sia Corriere che Repubblica hanno parlato di «gran rifiuto» di Sinner (con riferimento implicito al personaggio – forse papa Celestino V – citato nella Divina Commedia che secondo Dante «fece per viltade il gran rifiuto», e quindi con un’accezione fortemente negativa).

In quello che ormai è praticamente un format, sono arrivate anche le critiche dell’ex tennista Nicola Pietrangeli, che ha 92 anni ed è spesso ostile verso Sinner, anzitutto per ragioni di nostalgia verso il tennis per come era diversi decenni fa, ai suoi tempi. «Si mette in fila dietro a quelli che pensano solo ai soldi e non ai tifosi», ha detto Pietrangeli, che ha aggiunto di augurarsi pure lui che Sinner ci ripensi. La sua intervista, con poche domande e brevi risposte, finisce con la dichiarazione che dà il titolo all’articolo, in cui dice che secondo lui il rifiuto di Sinner è «uno schiaffo al Paese».

Sempre sulla Gazzetta, Luigi Garlando ha scritto un articolo dal titolo “In Arabia sì e in Davis no?”: il riferimento è al Six Kings Slam, un torneo che non assegna punti ATP appena vinto da Sinner in Arabia Saudita, con un premio di 6 milioni di dollari. È un torneo che insomma vale poco per la “gloria”, molto per i soldi, e che si gioca in un paese accusato di usare lo sport per ripulire la propria immagine da accertate gravi violazioni dei diritti umani.

Sinner con una racchetta d’oro il 18 ottobre al Six Kings Slam di Riad, Arabia Saudita (Clive Brunskill/Getty Images)

Su Repubblica Emanuela Audisio ha parlato di «assenza di trasparenza nelle scelte di Sinner», citando il suo aver saltato le Olimpiadi di Parigi dando la colpa a una tonsillite e l’aver evitato una visita al Quirinale per poi andare a sciare. «Un campione lo è anche nella chiarezza e non nell’opacità delle sue scelte», ha scritto Audisio.

Altri osservatori e altri articoli (ne sono stati scritti molti, nelle ultime ore) hanno invece difeso la posizione di Sinner, o comunque ne hanno spiegato i motivi e le ragioni.

Su Gazzetta e Corriere della Sera la scelta di Sinner è stata difesa da altri due ex tennisti, vincitori della Coppa Davis del 1976: Paolo Bertolucci e Adriano Panatta. «Non ci vedo nulla di male» ha detto Bertolucci, parlando di quanto «bislacca» sia oggi la Coppa Davis, oltre che sempre meno importante. «Io alla Davis non avrei mai rinunciato», ha scritto Panatta: «Ma la Davis era al centro dei nostri programmi, le altre scelte ruotavano intorno a essa. Oggi non è più così». Panatta ha aggiunto:

Posso dire a Sinner che mi dispiace, che fossi stato in lui uno sforzo l’avrei fatto, che sarebbe stato utile anche per tirarsi fuori dalle polemiche che di sicuro prenderanno fuoco. Ma posso dargli torto quando viene a dirci che l’unica priorità è cominciare bene il 2026 e che una settimana di riposo o di lavoro, alla fine, fa la differenza?

Intanto resta aperta la possibilità (molto remota, viste le premesse) che Sinner giochi la Coppa Davis (da cui derivano gli appelli a ripensarci). Volandri può infatti cambiare le convocazioni fino a un giorno prima della partita, quindi fino al 17 novembre.

Al momento i convocati dell’Italia sono Lorenzo Musetti, Flavio Cobolli, Matteo Berrettini, Simone Bolelli e Andrea Vavassori. L’Italia giocherà ai quarti di finale contro l’Austria e poi, nel caso dovesse vincere, in semifinale troverà Belgio o Francia. La Spagna di Alcaraz la troverebbe in un’eventuale finale, se dovessero entrambe arrivarci. Anche senza Sinner l’Italia ha ottime possibilità di arrivare almeno in semifinale, e nemmeno è così improbabile che possa arrivare alla finale, prevista per domenica 23 novembre.

Sinner giocherà ora l’ATP 500 di Vienna, e senza Coppa Davis la sua stagione dovrebbe chiudersi con le ATP Finals di Torino, in programma dal 9 al 16 novembre.