• Mondo
  • Lunedì 20 ottobre 2025

Uno dei più grossi sequestri di reperti antichi degli ultimi 30 anni

In una galleria d’arte di Bruxelles ne sono stati trovati quasi 300 rubati in Italia, tra ceramiche etrusche e romane, statue e bronzi

Il caveau dei carabinieri del Comando per la Tutela del patrimonio culturale
Il caveau dei carabinieri del Comando per la Tutela del patrimonio culturale, in una foto di dicembre del 2024 (il Post)
Caricamento player

Un’indagine aperta in collaborazione tra i carabinieri del Comando italiano per la tutela del patrimonio culturale (TPC) e la polizia belga ha permesso di sequestrare quasi 300 reperti antichi custoditi in una galleria internazionale d’arte di Bruxelles: sono tutti risultato di moltissime esportazioni illegali dall’Italia, alcune delle quali risalenti agli anni Ottanta. È uno dei sequestri più grossi e importanti degli ultimi 30 anni.

Le forze dell’ordine hanno trovato tra le altre cose ceramiche di origine etrusca e romana, gioielli, piccole statue di bronzo, frammenti di affreschi. La collezione è molto varia. Il valore di tutti questi reperti è inestimabile per definizione, perché non possono essere venduti in quanto appartengono al patrimonio dello Stato.

Le indagini, durate alcuni anni, sono iniziate da uno spunto della procura distrettuale di New York, che chiese alla polizia belga di controllare alcuni reperti per l’inchiesta sul collezionista d’arte statunitense Michael Steinhardt. In circa 30 anni di ricerche e acquisti, Steinhardt aveva accumulato centinaia di reperti antichi provenienti da scavi clandestini in molti paesi, tra cui l’Italia. Nel 2021, dopo quattro anni di indagini, Steinhardt trovò un accordo extragiudiziale con la procura distrettuale che prevedeva la restituzione di 180 reperti, tra cui un affresco rubato nel 1995 da Ercolano, in Campania, dove c’è uno dei siti archeologici più importanti d’Italia.

La polizia belga ha dedicato particolare attenzione alla Phoenix Ancient Art, una galleria internazionale gestita dai fratelli Hicham e Ali Aboutaam, commercianti d’arte molto noti non solo in Belgio, al momento non indagati.

I sospetti degli investigatori americani si sono rivelati fondati. Durante una perquisizione sono stati trovati oltre 600 reperti provenienti dall’Italia e da molti altri paesi, tra cui la Siria e lo Yemen. La polizia belga ha poi coinvolto il comando italiano per la tutela del patrimonio culturale. Dalle prime verifiche è stato accertato che 132 reperti erano stati sicuramente rubati in Italia, per altri 151 c’è un’alta probabilità che siano di origine italiana.

È molto complicato ricostruire la storia di questi furti. Molti reperti archeologici vengono venduti in modo illegale senza che nessuno ne abbia mai denunciato il furto, banalmente perché non si sapeva che esistessero. È il caso di molti manufatti di valore trovati dai tombaroli, che dopo averli scovati li danno solitamente ad altre persone che fanno parte di una rete criminale organizzata, e che li immettono nei mercati internazionali.

Alcuni degli oggetti trovati erano passati dalle mani del mercante d’arte Giacomo Medici, condannato nel 2004 per occultamento di beni rubati, esportazioni illegali e traffico criminale di arte greca, romana ed etrusca. Durante quell’inchiesta, in un magazzino di Medici che si trovava in un’area della zona franca dell’aeroporto di Ginevra, i carabinieri trovarono centinaia di oggetti e migliaia di foto di reperti già venduti. Da allora l’archivio fotografico di Medici è stato essenziale per ritrovare reperti rubati all’Italia.

– Leggi anche: Chi erano questi tombaroli

Oltre alle indagini in Belgio, è stata aperta un’inchiesta anche in Italia, coordinata dal pubblico ministero Stefano Opilio della procura di Roma. Le ipotesi di reato sono ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali. Per via della quantità di oggetti sequestrati è stata creata una squadra investigativa comune tra i carabinieri e la polizia belga. È la prima volta che succede per la tutela di reperti antichi: di solito infatti collaborazioni di questo tipo vengono fatte per contrastare la criminalità organizzata o il traffico internazionale di stupefacenti.

Sulla base delle prime verifiche, la procura di Roma ha chiesto e ottenuto il sequestro urgente dei reperti per evitare che possano essere spostati o venduti. Gli avvocati di Hicham e Ali Aboutaam si sono appellati al tribunale del riesame, che tuttavia ha dato ragione alla procura. Nel frattempo è iniziato un procedimento giudiziario anche in Belgio, decisivo per permettere che i reperti vengano riportati in Italia. Gli avvocati dei fratelli Aboutaam hanno chiesto ai magistrati di avere tempo per analizzare le accuse: la prossima udienza è stata quindi fissata a febbraio.

Difficilmente i proprietari della galleria d’arte potranno dimostrare di possedere legalmente quei reperti, perché tutti gli oggetti antichi che vengono trovati nel sottosuolo appartengono allo Stato e sono invendibili se riconosciuti come beni culturali. I beni di proprietà privata sono comunque sotto la tutela dello Stato e non possono essere portati liberamente fuori dall’Italia.

– Leggi anche: Il “caveau” dei Carabinieri con reperti e opere d’arte rubate