• Mondo
  • Giovedì 16 ottobre 2025

Il presunto passaporto russo del sindaco di Odessa sta diventando un caso

Zelensky sostiene che Hennadiy Trukhanov abbia la cittadinanza russa e l'ha rimosso dall'incarico, ma ci sono vari dubbi e cose che non tornano

Hennadiy Trukhanov nel suo ufficio a Odessa, a giugno del 2024 ( REUTERS/Nina Liashonok)
Hennadiy Trukhanov nel suo ufficio a Odessa, a giugno del 2024 ( REUTERS/Nina Liashonok)
Caricamento player

Martedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimosso il sindaco di Odessa, Hennadiy Trukhanov, con un’accusa infamante per un amministratore ucraino, ossia avere mantenuto nascosta per quasi dieci anni una doppia cittadinanza russa. In Ucraina avere la cittadinanza russa è illegale: Zelensky ha tolto quella ucraina a Trukhanov, facendolo decadere dall’incarico. Al suo posto ha creato un’amministrazione militare guidata da Serhiy Lysak, ex governatore della regione di Dnipropetrovsk.

Ci sono però molti dubbi e cose che non tornano. Trukhanov è accusato da tempo di avere posizioni filorusse, ma ci sono buone probabilità che le prove presentate dai servizi segreti ucraini per dimostrare la sua cittadinanza russa siano false. Ci sono due ipotesi su quello che sta succedendo: la prima è che Zelensky stia attaccando Trukhanov per danneggiare un oppositore e rafforzare il proprio potere politico; la seconda, proposta dal noto giornalista investigativo Christo Grozev, è che si tratti di un’operazione di manipolazione dell’intelligence russa. Per ora Grozev non ha dato altre informazioni: su X ha detto che pubblicherà un articolo più approfondito sul tema, che però non è ancora disponibile.

Hennadiy Trukhanov è un politico molto controverso da anni. È un ricco imprenditore ed è stato esponente del Partito delle Regioni, la formazione politica filorussa dell’ex presidente autoritario Viktor Yanukovich, che fu cacciato con la rivoluzione ucraina del 2014 (quella nota come Euromaidan). Trukhanov lasciò il partito dopo la rivoluzione (fu poi sciolto ufficialmente nel 2023), ma mantenne a lungo posizioni filorusse e legami economici con la Russia. Divenne sindaco di Odessa nel 2014 e da allora è sempre stato rieletto, facendo della città il suo personale dominio politico e stringendo relazioni molto forti con gli imprenditori e gli oligarchi locali.

Il sindaco di Odessa Hennadiy Trukhanov, a sinistra, con l’allora ministro degli Esteri greco Nikos Dendias (al centro), a Odessa il 3 aprile del 2022 (George Vitsaras/AMNA via AP)

Trukhanov fu citato nel 2016 dai Panama Papers (una grande raccolta di documenti trafugati dal paradiso fiscale di Panama) come il proprietario di varie società offshore e come detentore di numerosi passaporti, tra cui almeno uno russo. Lui ha sempre negato, continua a farlo anche ora e ha detto che farà appello contro la revoca della cittadinanza ucraina. Parlando con il Kyiv Independent ha detto: «Qualcuno non vuole proprio vedermi come sindaco», riferendosi implicitamente a Zelensky.

Dopo l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022, Trukhanov si ripresentò come patriota ucraino. Odessa è il più importante porto ucraino sul mar Nero: la Russia l’ha bombardata duramente e ha provato più volte a conquistarla, senza riuscirci. Al tempo stesso però Trukhanov ha continuato a mantenere posizioni ambigue. Per esempio dopo l’invasione si è sempre rifiutato di eliminare i monumenti legati alla vecchia dominazione sovietica (e prima ancora, a quella dell’impero russo), come fatto da gran parte delle città ucraine.

Quando Zelensky gli ha tolto la cittadinanza, un centinaio di cittadini di Odessa si è riunito per manifestare e chiedere le dimissioni di Trukhanov (che poi è stato rimosso e sostituito, come detto).

Oltre alle accuse contenute nei Panama Papers, voci sul fatto che Trukhanov abbia un passaporto russo circolano da anni. Soltanto pochi giorni fa però l’intelligence militare ucraina (SBU) ha detto di aver trovato le prove, e ha diffuso la foto di un documento che sembrerebbe il passaporto russo di Trukhanov. A quel punto è stata rapidamente organizzata una petizione online per togliergli la cittadinanza ucraina, che Zelensky ha accettato.

Ci sono vari elementi strani in questa storia. Anzitutto il tempismo, e cioè il fatto che le prove del passaporto arrivino dopo che per anni proprio lo SBU sosteneva di non aver mai trovato niente. Secondo le informazioni dei servizi ucraini il passaporto sarebbe stato emesso nel dicembre del 2015 e sarebbe valido ancora solo per qualche mese, fino a dicembre del 2025.

Trukhanov e i suoi alleati politici sostengono che la pubblicazione del presunto passaporto russo sia un espediente che Zelensky usa per attaccare l’opposizione e i suoi rivali politici, tra i quali rientra anche Trukhanov. Il presidente ucraino da tempo è in polemica con vari amministratori locali dell’opposizione, o comunque non allineati alle sue posizioni.

All’inizio dell’anno per esempio il sindaco della capitale Kiev, Vitali Klitschko, accusò Zelensky di abusare della legge marziale per imporre il proprio potere sul consiglio comunale della città (con l’inizio della guerra Zelensky ha istituito anche a Kiev l’amministrazione militare). Le autorità ucraine hanno anche congelato i conti in banca dell’imprenditore Petro Poroshenko, ex presidente ucraino e oppositore di Zelensky, senza avanzare accuse formali contro di lui. Secondo i critici sarebbero tutte mosse di Zelensky per accentrare il potere, anche con metodi autoritari.

I litigi tra Zelensky e l’opposizione sono senz’altro reali, ma a proposito del passaporto russo del sindaco di Odessa c’è una seconda ipotesi avanzata da Insider, il sito di informazione del giornalista investigativo Christo Grozev. Grozev è uno dei giornalisti più stimati al mondo, autore di numerose inchieste di enorme successo.

Anzitutto, Grozev sostiene che il passaporto mostrato dallo SBU sia sicuramente un falso, perché il numero del documento non corrisponde. Grozev ha avuto accesso a un elenco dei numeri di serie dei passaporti russi, e il numero del presunto passaporto di Trukhanov (712359619) corrisponderebbe a quello di un’altra persona, una donna russa di nome Tatyana. Il numero corrisponde inoltre a un documento rilasciato nel novembre del 2010, e non nel dicembre del 2015 come sostengono le autorità ucraine.

Al tempo stesso, secondo le fonti di Grozev, in passato Trukhanov avrebbe avuto due passaporti russi: uno rilasciato nell’aprile del 2003, e poi segnalato come perso, e uno rilasciato nel marzo del 2011. Nel 2017, poi, gli avvocati di Trukhanov avrebbero chiesto alle autorità russe di annullare il suo passaporto. Non è chiaro però se questo comporti anche la perdita della cittadinanza russa.