Quando Diane Keaton diresse un episodio di “Twin Peaks”
Divise gli appassionati della serie, e fu molto apprezzato da David Lynch

Diane Keaton – morta sabato a 79 anni – era una delle attrici più importanti e stimate del cinema americano già da una ventina d’anni quando le fu chiesto di dirigere un episodio della seconda stagione della celebre serie tv Twin Peaks, ideata da David Lynch e Mark Frost. Aveva lavorato con registi come Francis Ford Coppola e Woody Allen, vinto un Oscar come miglior attrice protagonista per Io e Annie e ottenuto un’ulteriore candidatura per lo stesso premio con Reds di Warren Beatty. La sua esperienza come regista era però ancora molto limitata.
Dopo più di trent’anni quell’episodio continua a generare vivaci discussioni tra gli appassionati. S’intitola Schiavi e padroni, e uscì il 9 febbraio del 1991. Nei blog e nei forum viene spesso indicato semplicemente come “The Diane Keaton Episode” (“l’episodio di Diane Keaton”), un appellativo che sottolinea quanto la sua regia sia diventata l’aspetto più discusso. Tra gli spettatori c’è chi ne apprezza alcune peculiarità e chi lo considera uno dei più deboli della serie, ma a Lynch piacque.
Keaton aveva cominciato a lavorare da regista nel 1987 con Heaven, un documentario sulle credenze riguardanti l’aldilà e la vita dopo la morte che era stato perlopiù massacrato dalla critica. Il giornalista del New York Times Vincent Canby lo stroncò nettamente, definendolo «incredibilmente sciocco» e paragonandolo «all’equivalente cinematografico di un libro messo in offerta a 19,95 dollari prima di Natale». Tre anni dopo diresse una puntata di SchoolBreak Special, una serie televisiva per adolescenti prodotta dalla CBS. Prima di Schiavi e padroni, si era cimentata soltanto in questi due progetti.
Non ci sono molte informazioni su come Keaton fu coinvolta nella serie. Una delle poche ricostruzioni è contenuta in un libro del critico cinematografico Brad Dukes, Reflections: An Oral History of Twin Peaks. Secondo Dukes la produzione scelse di affidare un episodio a Keaton perché in quel momento Twin Peaks stava avendo un forte calo di ascolti. L’idea era quindi che coinvolgere una figura di così grande notorietà avrebbe potuto contribuire a ridare visibilità alla serie.

Una scena di Schiavi e padroni
La storia di Twin Peaks è abbastanza articolata ma inizia con l’agente dell’FBI Dale Cooper che viene inviato in una piccola cittadina nel nord-ovest degli Stati Uniti per indagare sull’omicidio di Laura Palmer, una ragazza del posto. Di puntata in puntata Cooper scopre trame sempre più intricate e spaventose, avvicinandosi a una sorta di forza maligna da cui origina la violenza che attraversa le vite degli abitanti del posto.
L’episodio diretto da Keaton intreccia diverse linee narrative: un giovane del posto rimane coinvolto nella morte del marito di una donna con cui ha una relazione; una vedova legata a traffici poco chiari finisce al centro di alcune indagini; un ex agente dell’FBI comincia a minacciare il protagonista; e un ricco uomo d’affari cerca di riprendersi dopo un crollo psichico che lo aveva convinto di essere un generale della Guerra di secessione americana.
Una parte dei fan di Twin Peaks considera Schiavi e padroni uno dei peggiori episodi della serie, se non il peggiore in assoluto. Le critiche riguardano soprattutto le molte libertà che Keaton si prese nella regia, ritenute poco in linea con il tono e le atmosfere della serie.
Ma la cattiva fama di Schiavi e padroni è dovuta anche a una sfortunata circostanza temporale: una settimana dopo la sua messa in onda la ABC, l’emittente che trasmetteva Twin Peaks negli Stati Uniti, decise infatti di sospendere la serie a causa del calo di ascolti. La programmazione riprese 6 settimane dopo, anche grazie alle molte lettere con cui gli spettatori più appassionati chiesero a ABC di proseguire la messa in onda.
Bisogna anche considerare che l’episodio diretto da Keaton si inserì in una fase particolarmente fragile della serie. Nella parte centrale della seconda stagione, una volta risolto il mistero di Laura Palmer, Lynch e Frost iniziarono a defilarsi progressivamente dalla direzione creativa di Twin Peaks, con un conseguente e percepibile calo qualitativo. Senza la supervisione di Lynch e Frost, che tornarono poi per il finale della serie, gli episodi persero coesione narrativa, coerenza stilistica e atmosfera, allontanandosi da quello stile perturbante ed enigmatico che aveva reso Twin Peaks una serie unica. In una situazione del genere, il margine di miglioramento di Keaton fu inevitabilmente piuttosto limitato.
Altri critici e appassionati hanno comunque apprezzato il lavoro di Keaton, in particolare per il suo stile personale e ricercato. In Schiavi e padroni Keaton ha fatto ampio uso di primi piani e movimenti di macchina lenti che indugiano su dettagli come mani, volti e oggetti, soluzioni visive che fino a quel momento erano state poco presenti nella serie.
Un altro aspetto spesso messo in evidenza è l’attenzione di Keaton alla caratterizzazione dei personaggi femminili. Secondo il critico Billy Stevenson, Keaton «ha conferito ai personaggi femminili della serie un’attenzione intensa e introspettiva, mettendone in luce la grazia e la complessità. Molti di loro attraversano momenti cruciali in questo episodio, e acquisiscono una nuova intensità e brillantezza».

Anche David Lynch apprezzò il lavoro di Keaton. «Aveva uno stile molto particolare, ma assolutamente fantastico», disse in un’intervista data al giornale americano The Berkshire Eagle il 28 febbraio 1991, un paio di settimane dopo la messa in onda.
Dopo la sua breve esperienza in Twin Peaks, Keaton continuò a dirigere soprattutto per la televisione, realizzando film come Wildflower (1991) e Picture Perfect (1995), per poi passare al cinema con Eroi di tutti i giorni (1995), forse il suo lavoro più importante da regista.
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