“Tornare” in Spagna, senza averci mai abitato
È quello che stanno provando a fare centinaia di migliaia di discendenti degli esuli della dittatura di Francisco Franco, grazie a una legge del governo Socialista

Più di un milione di persone lasciò la Spagna per motivi politici fra l’inizio della guerra civile spagnola, nel 1936, e i decenni della dittatura di Francisco Franco, terminata nel 1975. Circa la metà fuggì nel 1939, l’ultimo anno della guerra, in quella che è conosciuta come la Retirada republicana. Erano persone contrarie al franchismo, che si stabilirono principalmente in Francia e in America Latina. Si rifecero una vita, spesso sposandosi fra connazionali e vivendo in comunità di esuli che mettevano al centro l’identità e la cultura spagnola.
Molte morirono senza mai riuscire a tornare in Spagna, ma negli ultimi anni a farlo sono stati i loro discendenti, che a centinaia di migliaia hanno fatto domanda per ottenere la cittadinanza spagnola grazie a una legge approvata appositamente per loro.
La legge per la memoria democratica (chiamata colloquialmente la “legge dei nipoti”), entrata in vigore nel 2022, permette di acquisire la cittadinanza spagnola a tutti i discendenti di persone scappate dalla Spagna fra il 18 luglio del 1936, ossia l’inizio della guerra civile spagnola, e il 28 dicembre del 1978: il giorno precedente all’entrata in vigore della Costituzione che sancì ufficialmente la fine del periodo di transizione politica fra regime franchista e monarchia parlamentare iniziato con la morte di Franco.
La legge è stata fortemente voluta dal Partito Socialista del primo ministro Pedro Sánchez ed è da tempo al centro di un dibattito più ampio sul modo in cui i governi spagnoli dovrebbero trattare l’eredità del regime franchista. In questi anni i governi socialisti di Sánchez hanno promosso diverse leggi e iniziative volte a ricordare le vittime del regime e contro monumenti ed eventi nostalgici nei confronti della dittatura. Nel farlo sono stati in vario modo ostacolati dal Partito Popolare, il principale partito di centrodestra del paese che ha posizioni spesso ambigue e tende a enfatizzare la «riconciliazione» tra vittime e membri del regime, e quello di estrema destra Vox, apertamente revisionista.

Alcuni rifugiati spagnoli fuggiti da Barcellona e arrivati in Francia nel 1939 (Getty Images)
Per alcune persone la legge per la memoria democratica è un modo per ottenere un passaporto europeo e poter emigrare da paesi, come l’Argentina, che si trovano in una grave crisi economica. In molti casi però alla base c’è soprattutto la volontà di andare a vivere in un luogo la cui memoria è sempre stata mantenuta all’interno della propria famiglia. L’hanno fatto con questo atteggiamento molte persone che in questi mesi hanno parlato con la stampa spagnola e internazionale del loro percorso per ottenere la cittadinanza spagnola e andare a vivere in Spagna.
Intervistato da Le Monde, il regista e produttore franco-spagnolo Juan Gordillo, nipote di un membro della resistenza antifranchista, ha detto di non essere «nato in Lorena», nella Francia orientale, ma «in una famiglia andalusa in Lorena, che non è la stessa cosa», che ha sempre parlato spagnolo in casa e ricordato la Spagna come il paese in cui un giorno si sperava di tornare. «Avevo un vuoto da colmare, un bisogno di recuperare una parte di me stesso, di capire veramente cosa significa essere spagnolo in Spagna. Mi sono reso conto che anche qui mi sentivo a casa», ha detto Gordillo.

Persone in coda davanti all’ambasciata spagnola all’Avana, Cuba, nel 2024 (ANSA/EPA/ERNESTO MASTRASCUSA)
Per questo motivo sono state tantissime, più di 876mila, le persone che negli ultimi tre anni hanno chiesto di diventare cittadine spagnole sulla base della legge per la memoria democratica: secondo le cifre pubblicate dal governo all’inizio di ottobre, circa 415mila l’hanno già ottenuta e più di 237mila hanno già ricevuto il passaporto. Il paese da cui sono arrivate più domande è l’Argentina: 600mila per un paese di 45 milioni di abitanti. La legge dà tempo fino al 22 ottobre per fare domanda e il governo spagnolo prevede che in queste ultime settimane ci sarà un aumento importante delle richieste: secondo le stime alla fine saranno circa due milioni le persone che avranno fatto domanda, e circa la metà potrebbe essere approvata.
Al momento non è noto quante di queste persone si siano anche trasferite in Spagna, né quante abbiano acquisito la cittadinanza spagnola attraverso questa legge mentre già abitavano in Spagna. Si ritiene però che abbiano contribuito in modo considerevole al recente aumento della popolazione spagnola, che è cresciuta di 1,6 milioni di persone negli ultimi tre anni soprattutto grazie all’immigrazione. Secondo i dati dell’INE (l’equivalente spagnolo dell’ISTAT), in Spagna vivono circa 9,4 milioni di persone nate all’estero (di cui 4 milioni in America Latina) e di queste più di 3 milioni hanno acquisito la cittadinanza spagnola.
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