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  • Venerdì 25 ottobre 2019

I resti del dittatore spagnolo Francisco Franco sono stati spostati, infine

Per decisione del governo socialista di Pedro Sánchez, dopo un anno di grandi polemiche tra destra e sinistra

Sostenitori di Franco fanno il saluto fascista fuori dal cimitero di El Pardo (Jeff J Mitchell/Getty Images)
Sostenitori di Franco fanno il saluto fascista fuori dal cimitero di El Pardo (Jeff J Mitchell/Getty Images)

Giovedì sono stati spostati i resti del dittatore spagnolo Francisco Franco, che da 44 anni si trovavano nella Valle de los Caídos, un enorme monumento distante una cinquantina di chilometri da Madrid che ogni anno era meta di pellegrinaggio di decine di migliaia di sostenitori del “franchismo”. I resti di Franco sono stati spostati nel cimitero civile di El Pardo, 25 chilometri a nord della capitale, in un luogo privato e molto meno celebrativo.

Il trasferimento dei resti di Franco era stato deciso circa un anno fa dal parlamento spagnolo su proposta del governo socialista di Pedro Sánchez, tra molte polemiche. Oltre che dai Socialisti, era stato appoggiato dalla coalizione di sinistra Unidas Podemos e dai nazionalisti baschi e catalani, da sempre molto ostili al franchismo. Si erano invece astenuti il Partito Popolare e Ciudadanos, i due principali partiti di destra della Spagna, i cui leader giovedì si sono rifiutati di partecipare alla cerimonia.

Le operazioni sono cominciate di mattina, quando quattro gru idrauliche hanno sollevato la lastra di una tonnellata e mezza che per quasi mezzo secolo aveva protetto la tomba di Franco. La bara è stata poi spostata usando un rullo, caricata su un’auto e dopo un breve tragitto trasferita su un elicottero dell’esercito spagnolo che l’ha portata al cimitero di El Pardo. Alla cerimonia erano presenti 22 membri della famiglia di Franco e tre importanti rappresentanti del governo, tra cui la ministra della Giustizia, Dolores Delgado. Urla a favore di Franco si sono sentite sia alla Valle de los Caídos sia a El Pardo.

L’obiettivo del governo Sánchez, e prima di lui di altri governi spagnoli, era quello di trasformare la Valle in un luogo di riconciliazione nazionale, invece che di divisione.

Il monumento fu infatti costruito da Franco tra il 1940 e il 1958. La basilica che si trova all’interno del monumento, gestita dai frati benedettini, divenne luogo di sepoltura di molti combattenti che nella guerra civile spagnola furono uccisi dopo essersi schierati dalla parte di Franco; ma anche di diversi repubblicani, di molti membri della chiesa cattolica e di José Antonio Primo de Rivera, leader del partito fascista Falange, che fu ucciso dai repubblicani durante la guerra civile. Nonostante i tentativi dei governi socialisti di trasformare la Valle in un luogo di riconciliazione nazionale, l’enorme monumento ha continuato a essere una specie di meta di pellegrinaggio di migliaia di sostenitori del regime franchista.

Dopo il trasferimento della bara di Franco, il primo ministro Sánchez ha detto che nella Valle de los Caídos si trovano i resti di quasi 34mila vittime della guerra civile, in molti casi senza il consenso delle rispettive famiglie: «Un’infamia, come quella delle migliaia di fosse comuni che ci sono in Spagna, e che deve essere riparata presto». Sánchez ha aggiunto: «Quando tornerà ad aprire le sue porte, la Valle de los Caídos avrà un significato diverso: il ricordo di un dolore che non deve ripetersi mai più, e un omaggio a tutte le vittime dell’odio».