La politica ungherese si è riempita di zebre
C'entrano una villa del padre di Viktor Orbán, delle accuse di corruzione e una campagna politica che poi è sfuggita di mano

A fine settembre un parlamentare indipendente dell’opposizione ungherese, Ákos Hadházy, aveva organizzato una protesta un po’ diversa per criticare il primo ministro Viktor Orbán e il suo governo, accusati di corruzione. Centinaia di persone erano andate di fronte alla villa del padre di Orbán, che si chiama Hatvanpuszta e si trova a qualche decina di chilometri dalla capitale Budapest, e avevano partecipato a quello che Hadházy aveva definito un «safari» contro la corruzione.
Due cose da sapere. La prima è che le accuse di corruzione nello specifico riguardavano la villa, nel senso che i manifestanti accusano il padre di Orbán di averla trasformata in un edificio di lusso usando indebitamente fondi pubblici, quindi in maniera illegale, sfruttando la posizione del figlio e la vicinanza al governo. Ma più in generale è da tempo che le opposizioni accusano il governo ungherese di corruzione. La seconda è che Hadházy ha parlato di «safari» perché in un terreno vicino alla villa, appartenente a un ricco imprenditore molto vicino a Orbán, Lőrinc Mészáros, c’erano diversi animali esotici, tra cui anche diverse zebre.
Anche a causa di quell’episodio – ripreso tra gli altri dal giornale 444, uno dei pochissimi non controllati dal governo – la zebra è diventata un simbolo nella politica ungherese, usato per indicare le critiche a Orbán e le accuse di corruzione contro il suo governo.

Una manifestante davanti alla villa di Hatvanpuszta con alcuni palloncini a forma di zebre (AP/Denes Erdos)
Delle zebre di Mészáros in realtà si era cominciato a parlare molto prima, nel novembre del 2024, quando il giornalista ungherese Balázs Gulyás rivelò che nei terreni adiacenti alla villa di Hatvanpuszta c’erano diversi animali esotici. Tra le altre cose Gulyás pubblicò un video in cui mostrava di essersi portato dietro alcune carote, sperando di riuscire a usarle per attirare le zebre e riprenderle da vicino.
Mészáros è l’uomo più ricco di Ungheria. È molto amico di Viktor Orbán e ha legami molto stretti con il suo partito, Fidesz, sovranista e di destra. In passato ha anche avuto incarichi politici e in generale, secondo i suoi critici, ha usato i suoi legami con il governo per arricchirsi, in particolare ottenendo appalti pubblici in modo irregolare. Lui stesso ha ammesso in modo disinvolto che l’amicizia con Orbán lo ha aiutato in questo senso.
Già da un po’ in Ungheria si discute di come i familiari e gli amici di Orbán si siano arricchiti grazie all’appoggio dello stato. Anche per questo le zebre hanno attirato molto interesse: possedere animali esotici è un vezzo che di solito viene collegato a governanti autoritari o a narcotrafficanti, e molti politici dell’opposizione hanno fatto lo stesso collegamento.
In particolare Péter Magyar, il principale politico dell’opposizione, ha accusato più volte Orbán di spendere grosse somme per la villa, e ha parlato delle zebre come del suo «safari domestico».
Questo video di 444 mostra come è oggi Hatvanpuszta e quanto sia stata abbellita negli ultimi anni
Sono accuse almeno in parte false, dal momento che tecnicamente le zebre non si trovano nella proprietà del padre di Orbán. Ma su internet da mesi vengono condivisi meme, immagini e video fatti con l’intelligenza artificiale che ridicolizzano in vario modo la presunta passione di Orbán per le zebre, e lo accusano di essere corrotto.

Una delle tante immagini realizzate con l’intelligenza artificiale per criticare Orbán, la sua relazione con Mészáros e la sua presunta passione per le zebre.
In questi mesi Magyar è tornato a parlare diverse volte delle zebre, spesso usandole per contrapporre lo stile di vita di Orbán alla situazione economica generale in Ungheria, non positiva. Ha anche spiegato che le zebre sono una metafora più efficace di altre per trasmettere il senso di distanza che esiste tra Fidesz e gli ungheresi.
Orbán all’inizio ha cercato di rispondere in modo ironico, postando foto di sé stesso vicino a passaggi pedonali (che in ungherese colloquialmente vengono chiamati, per l’appunto, zebre) e decidendo di mantenere personalmente una zebra dello zoo di Budapest. Con il passare delle settimane, però, il governo ha deciso a sua volta di fare delle zebre un simbolo politico, sfruttandole per attaccare l’opposizione e per concentrarsi sulle dichiarazioni false di Magyar. A inizio agosto Fidesz ha anche creato un “comitato civico” che ha l’obiettivo di rispondere alle accuse. Lo ha chiamato, semplicemente, “Zebra”.

Il politico di Fidesz Máté Kocsis insieme a un palloncino a forma di zebra, durante un’intervista (foto tratta dalla sua pagina Facebook)
Fidesz e Orbán sono al governo dal 2010, e negli ultimi anni hanno progressivamente trasformato l’Ungheria in un paese autoritario e illiberale. Zebra non è, ovviamente, un ente imparziale: ha chiari obiettivi politici e dipende dal principale partito di governo. In una delle sue prime analisi, per esempio, ha detto di avere scoperto che Balázs Gulyás, il primo giornalista a parlare delle zebre, sarebbe il figlio di una politica Socialista dell’opposizione: un’informazione falsa.
Il modo in cui il governo e l’opposizione litigano sulle zebre vicino alla villa di Hatvanpuszta per molti versi rispecchia la polarizzazione crescente della società ungherese, dove Fidesz sta perdendo consensi nonostante controlli gran parte della vita pubblica. Da mesi il partito di Magyar, il Partito del Rispetto e della Libertà (Tisza in ungherese), è in testa ai sondaggi ed è possibile che vinca le prossime elezioni per il parlamento: il voto è previsto per aprile 2026.



