Come sono andate le manifestazioni in tutta Italia per la Flotilla e per Gaza
Centinaia di migliaia di persone hanno manifestato in moltissime città, con una partecipazione eccezionale e pochi incidenti

altre
foto
Venerdì è stata un’altra giornata di manifestazioni in tutta Italia a sostegno della popolazione palestinese e della Global Sumud Flotilla: hanno partecipato centinaia di migliaia di persone in cortei svolti in moltissime città italiane. È stata occupata temporaneamente qualche università e sono stati bloccati porti e strade. Per via dello sciopero ci sono stati treni e voli cancellati.
Secondo l’Unione Sindacale di Base (USB), tra gli organizzatori dello sciopero, i partecipanti ai cortei in tutta Italia sono stati un milione e mezzo, per la CGIL più di due milioni, mentre per il ministero dell’Interno 400mila: sono stime sempre un po’ difficili da fare e da verificare, come testimonia la distanza tra quelle citate, ma in molte foto e video il colpo d’occhio è notevole e in generale la partecipazione eccezionale è stata evidente.
In Italia si manifesta da giorni a sostegno della popolazione palestinese, con un’intensità maggiore rispetto ai mesi scorsi, come si era già visto con i cortei organizzati in occasione dello sciopero generale del 22 settembre. C’entrano anche il contesto politico e il fatto che queste proteste sono diventate in parte anche un modo per manifestare dissenso verso la posizione del governo su Gaza e sulla Flotilla. D’altra parte il governo ha avuto un atteggiamento molto critico su queste proteste: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni le ha commentate in modo sprezzante suggerendo che siano solo un modo per allungare il weekend, e il ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva più volte minacciato di vietarle ma alla fine non l’ha fatto.
Hanno scioperato anche i Vigili del Fuoco, i lavoratori e le lavoratrici della sanità, dei trasporti e della scuola, e in generale c’è stata una partecipazione ampia in moltissimi settori, compreso quello privato.
Le manifestazioni sono state perlopiù pacifiche: in alcune città ci sono stati lanci di oggetti verso la polizia, che ha risposto con lacrimogeni o cariche di alleggerimento, ma tutto è durato poco e non ha avuto conseguenze. Al porto di Salerno ci sono stati alcuni scontri che hanno provocato feriti sia tra i manifestanti che tra gli agenti, nessuno in maniera grave.
Sono stati organizzati cortei in tutta Italia: da Bolzano a Reggio Calabria, da Aosta a Cagliari. A Milano c’è stato un corteo di decine di migliaia di persone (la CGIL di Milano dice 100mila), con una parte di manifestanti che si è staccata e ha formato un lungo corteo sulla tangenziale Est. Le immagini sono notevoli. Il corteo è andato avanti fino a tarda sera, quando le persone hanno continuato a marciare in zona piazzale Loreto e Corso Buenos Aires.
Anche il corteo di Roma è stato molto partecipato (la CGIL dice che erano presenti circa 300mila persone), e tra gli altri c’erano il segretario della CGIL Maurizio Landini e la portavoce della spedizione italiana della Global Sumud Flotilla, Maria Elena Delia. È passato davanti alla sede del ministero dei Trasporti, dove alcuni manifestanti hanno lanciato uova contro i blindati della polizia. Infine, ha occupato un tratto urbano dell’autostrada A24.

Il corteo passa davanti alla sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti a Roma (il Post)
Le manifestazioni hanno coinvolto anche i porti: a Genova sono stati bloccati i varchi e sono stati incendiati alcuni copertoni e imballaggi industriali, e i manifestanti hanno bloccato la strada sopraelevata della città e i binari della stazione, come è successo anche in altre città; a Livorno i portuali hanno bloccato l’accesso al porto; anche a Trieste è stato bloccato il varco 4 per l’accesso al porto, con circa 500 persone in presidio. Le manifestazioni sono state ampiamente partecipate anche al Sud.
Tecnicamente c’erano due scioperi: uno indetto dal sindacato S.I. Cobas, uno sciopero generale del settore pubblico e privato (che includeva anche i trasporti) e uno indetto da CGIL e USB, quello che Salvini aveva inizialmente minacciato di precettare (cioè di impedirlo).
La commissione di garanzia sugli scioperi (un’autorità amministrativa indipendente che vigila sui modi e sui tempi di convocazione degli scioperi) aveva definito lo sciopero indetto da CGIL e USB illegittimo perché la motivazione dei sindacati non rientrava tra i casi che giustificano il mancato preavviso di almeno 10 giorni (cioè la «difesa dell’ordine costituzionale», o la «protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori»).
Salvini aveva allora sostenuto che lo sciopero fosse illegittimo e che chi avesse partecipato avrebbe rischiato sanzioni. La stessa presidente della commissione di garanzia sugli scioperi, Paola Bellocchi, ha detto che non è così: in un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato che si poteva scioperare senza rischi di sanzioni, dato che c’era già uno sciopero per Gaza proclamato legittimamente (quello di S.I. Cobas), a cui «non è detto che lavoratori di altre sigle non possano aderire».
La commissione in ogni caso non può vietare gli scioperi, dà giudizi sull’interpretazione delle norme e ha un ruolo più che altro di mediazione tra sindacati e datori di lavoro (invita a spostare gli scioperi se i giorni scelti non vanno bene per qualche ragione, per esempio). Può aprire un procedimento sui sindacati, che può portare anche a sanzioni, ma non sui lavoratori.
– Leggi anche: Perché in Italia c’è molto più interesse sulla Flotilla

























