Bookdealer è in difficoltà
Da mesi il sito di e-commerce nato durante la pandemia per aiutare le librerie indipendenti italiane a competere con Amazon ha smesso di pagarle

Giovedì molte piccole librerie indipendenti italiane hanno ricevuto una mail da Bookdealer, il sito di e-commerce che dal 2020 permetteva loro di vendere libri online. Il messaggio avvisava i librai che l’azienda sta attraversando un periodo di grossa difficoltà economica. Nel testo si legge che per continuare a crescere ha bisogno di «risorse che possono provenire solo da investitori più strutturati; risorse che fino ad ora non sono arrivate e in assenza delle quali saremo costretti a concludere questo nostro percorso».
Non era un annuncio di chiusura: la mail diceva che i fondatori di Bookdealer sono tutt’ora alla ricerca di nuovi capitali, ma che nel frattempo ritengono doveroso aggiornare le librerie con cui collaborano da anni sulla situazione. Gran parte dei librai indipendenti, però, di queste difficoltà sapeva già da tempo: è dall’inizio del 2024, infatti, che Bookdealer ritarda nei pagamenti. Al momento ci sono librerie che aspettano di ricevere centinaia o anche migliaia di euro.

L’e-mail inviata da Bookdealer
Bookdealer era stato aperto durante la pandemia, nel 2020, per ovviare al fatto che molte piccole librerie indipendenti quasi mai avevano un sito per vendere online o un sistema di consegna a domicilio. Allo stesso tempo la diffusione dello shopping online e di Amazon stava togliendo loro una grossa fetta di mercato. Nei mesi di lockdown e chiusura dei negozi era stato utilissimo per permettere alle librerie di continuare a guadagnare.
A usare Bookdealer era stata soprattutto una nicchia di lettori abituata a comprare molti libri e in cerca di un’alternativa ad Amazon. Bookdealer si presentava come «la piattaforma per tutti quelli che amano leggere e, conoscendo l’importanza delle librerie di quartiere, vogliono aiutarle».
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Dalla piattaforma gli utenti possono selezionare una libreria indipendente tra quelle vicine a loro e ordinare i libri, che in alcuni casi sono già disponibili, in altri casi devono essere ordinati. L’utente paga il libro online, sulla piattaforma, ma i soldi non vanno direttamente alla libreria prescelta. Le librerie anticipano i libri sapendo che, in un secondo momento, Bookdealer li ripagherà, trattenendo una piccola percentuale per il servizio.
A Bookdealer avevano aderito subito 124 librerie italiane, diventate oltre 700 nei due anni seguenti. Nel 2022 l’azienda riportava che le librerie con cui collaborava, grazie alla piattaforma, avevano fatturato più di un milione e 300 mila euro, e che gli utenti iscritti al sito erano oltre 50mila. Nel frattempo, però, molte delle persone che durante la pandemia usavano Bookdealer per aiutare le loro librerie indipendenti preferite sono tornate ad andarci di persona, le vendite di libri sono leggermente calate in generale, e Bookdealer si è trovata in difficoltà.
«Certamente durante la pandemia il quantitativo degli ordini era su livelli superiori rispetto al post pandemia: questo era fisiologico e prevedibile», dice Leonardo Taiuti, uno dei fondatori di Bookdealer. «Tuttavia ad essere penalizzante non è stato tanto il ritorno in libreria delle persone, quanto la necessità di competere sull’online con player molto più grandi e strutturati», come Amazon, appunto. In questo contesto, era fondamentale che Bookdealer continuasse ad attirare «molti più utenti di quelli arrivati con il passaparola iniziale e i primi investimenti in marketing», ma non è successo.
«Per far fronte a questa situazione avremmo dovuto trovare subito investitori, meglio se operanti nel mercato editoriale», continua Taiuti. «Avere come socio un distributore, ad esempio, avrebbe risolto una miriade di problemi ed eliminato tantissimi costi fissi. Ci siamo andati molto vicini in un paio di occasioni, ma purtroppo nulla si è concretizzato».
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L’azienda, comunque, continua a cercare investitori. Nel frattempo, Taiuti assicura che «l’impegno è ed è sempre stato quello onorare gli impegni», e che quindi tutti i pagamenti «verranno gradualmente e singolarmente affrontati e risolti». Molti librai, infatti, negli ultimi giorni si erano detti preoccupati del fatto che, nel testo della mail ricevuta da Bookdealer, non ci fosse nessun riferimento al fatto che l’azienda debba migliaia di euro a decine di librerie in giro per l’Italia, né informazioni su cosa intendesse fare al riguardo.
Tutti i librai intervistati dal Post sul tema hanno detto che, all’inizio, i pagamenti erano regolari, anche se comunque un po’ lenti. Nell’ultimo anno e mezzo, però, i tempi si sono molto allungati, al punto che varie librerie hanno del tutto smesso di utilizzare la piattaforma. Vittorio Graziani, della libreria Centofiori di Milano, dice che ha chiuso i rapporti con Bookdealer quattro mesi fa, e che tuttora aspetta un pagamento di circa 500 euro. «Non è una cifra iperbolica, ma per una piccola libreria come la nostra non è comunque pochissimo», spiega. «E finora non hanno fatto la minima parola di ciò che intendono fare per questi crediti, cosa che personalmente trovo davvero antipatica».
«L’ultimo pagamento che ci è arrivato risale ai primi mesi del 2024. Nel frattempo abbiamo fatto quasi 2mila euro di vendite su Bookdealer, che vuol dire che le persone ci hanno ordinato i libri, li abbiamo spediti, i clienti hanno pagato e noi non abbiamo mai visto quei soldi», racconta invece Arianna Montanari, che lavora alla libreria Colibrì di Milano. Dice che, negli anni della pandemia, per la sua libreria Bookdealer è stato «vitale»: «abbiamo spedito libri in tutta Italia, rappresentava almeno il 30 per cento delle nostre vendite». Anche dopo la pandemia, per un po’ hanno continuato a offrire la possibilità di ordinare i libri sul sito, o anche di ordinarli e pagarli online e venire a ritirarli in libreria. Da qualche mese, però, hanno smesso di farlo, perché «alle uscite non corrispondevano più delle entrate, e non ci stavamo dentro».
Agnese Senzani, titolare della libreria La Bottega dell’Invisibile di Forlimpopoli, ha a sua volta raccontato su TikTok che non viene pagata dall’inizio del 2024, e che la situazione non è stata risolta nonostante lei li abbia incalzati molte volte, ricevendo in risposta la promessa che sarebbe stata pagata a breve. Al Post, Senzani ha detto che Bookdealer è in debito con lei di oltre 550 euro. Un’altra libraia – quella che gestisce Per Filo e Per Segno a Olbia, in Sardegna – ha risposto al video dicendo che lei aspetta ancora di ricevere dei pagamenti dal 2022. Altri librai intervistati dal Post dicono di non ricevere nessun pagamento dallo scorso autunno.
«Noi – e penso di parlare un po’ per tutti – siamo a lungo stati tranquilli perché finora le questioni si erano sempre risolte, i pagamenti erano sempre arrivati», dice Senzani. «Sono veramente tanto dispiaciuta, perché è un progetto a cui abbiamo tutti molto creduto: era un po’ un modo di contrastare i grossi colossi dell’e-commerce».
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