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  • Lunedì 29 settembre 2025

C’è un nuovo testamento di Gianni Agnelli a complicare la causa sull’eredità

I legali della figlia Margherita sostengono che la famiglia lo abbia nascosto per anni, e che smentirebbe tutta la successione a beneficio del nipote John Elkann

John Elkann durante la trasmissione Porta a Porta, nel 2013, con la foto del nonno Gianni Agnelli sullo sfondo (ANSA/CLAUDIO PERI)
John Elkann durante la trasmissione Porta a Porta, nel 2013, con la foto del nonno Gianni Agnelli sullo sfondo (ANSA/CLAUDIO PERI)
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C’è un nuovo sviluppo nella causa civile tra Margherita Agnelli, figlia dell’industriale Gianni Agnelli, che possedeva e dirigeva la Fiat, contro i propri figli John, Lapo e Ginevra Elkann sull’eredità di famiglia, da anni al centro di complicate vicende giudiziarie e personali. Gli avvocati di Margherita Agnelli chiedono che sia acquisito nella causa un testamento inedito del padre, che nel 1998 scrisse di voler lasciare il 25 per cento della società Dicembre, la holding di famiglia, al figlio Edoardo, fratello di Margherita e morto suicida nel 2000 prima della morte del padre, che avvenne tre anni dopo.

Non è ancora molto chiaro quale conseguenza concreta potrà portare questo documento, che Margherita Agnelli sostiene sia stato tenuto nascosto intenzionalmente per tutti questi anni. Secondo i suoi legali è dirimente per dimostrare che le reali intenzioni del padre non furono rispettate e per smentire la successione a beneficio di John Elkann, a cui andò la quota del nonno e che è tuttora presidente del gruppo Stellantis, la società che origina dalla stessa Fiat. Secondo gli avvocati dei figli invece non avrebbe alcun valore legale. Non si può però capire l’importanza di questo documento senza capire il complicato contesto in cui si inserisce.

Gli Agnelli sono stati (e per molti versi lo sono ancora) una delle famiglie di industriali più importanti e influenti d’Italia. Gianni Agnelli fu presidente del gruppo Fiat dal 1966 al 1996, e poi presidente onorario fino alla sua morte nel 2003. Negli anni Novanta cercò di impostare una successione per la guida del gruppo: si pensava che la scelta naturale sarebbe ricaduta sul figlio Edoardo, ma da una parte il padre lo reputava inadatto al ruolo di leader del gruppo, e dall’altra lui non sembrava interessato a gestire le aziende di famiglia. La scelta di Gianni Agnelli era così andata su Giovanni, detto Giovannino, figlio del fratello Umberto. Giovannino Agnelli morì però per un tumore all’intestino nel 1997.

Gianni Agnelli in una foto d’archivio (Ansa)

Per un breve periodo, Margherita Agnelli ebbe la speranza che il successore designato potesse essere il suo secondo marito, Serge de Pahlen, da cui ebbe cinque figli e che però pare non fosse molto stimato dall’allora presidente del gruppo Fiat. Venne scelto allora il primogenito che Margherita aveva avuto dal primo marito, lo scrittore Alain Elkann: John Elkann, tuttora alla guida del gruppo Stellantis, nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e Peugeot. L’intera famiglia approvò la decisione. Nel 1997 John Elkann possedeva già il 24,87 per cento di quote della società Dicembre, la holding sotto cui ricadono tutte le società e gli interessi della famiglia Agnelli (tra cui il gruppo editoriale Gedi, la squadra di calcio della Juventus e le quote nella stessa Stellantis).

Risale a questi anni, in particolare al 1998, il testamento mostrato dagli avvocati di Margherita Agnelli in tribunale, che a loro dire dimostrerebbe che Gianni Agnelli avrebbe invece preferito dare la guida della società al figlio Edoardo, a cui voleva lasciare quel quasi 25 per cento della Dicembre: nel testo si legge che era «sicuro» che gli altri familiari «già proprietari ciascuno di una quota della stessa entità accetteranno senza contestazioni questa mia disposizione». Come detto Edoardo si suicidò nel 2000, prima della morte del padre, dunque questa successione non avvenne mai. Quando Gianni Agnelli morì nel 2003 la sua eredità andò quindi alla moglie Marella Caracciolo e a Margherita, l’unica altra figlia, la quale però prese una decisione particolare.

Il testamento olografo attribuito a Gianni Agnelli ed entrato nella causa civile (ANSA)

Nel 2004 Margherita Agnelli firmò un accordo con cui rinunciava alle quote azionarie del padre e alla futura eredità della madre in cambio di 1,2 miliardi di euro. In questo modo Margherita Agnelli rinunciò anche a qualsiasi diritto sulla Dicembre. Al tempo Margherita Agnelli disse di aver firmato l’accordo «per guadagnare la pace visto che mia madre non mi parlava più e nemmeno i miei figli mi parlavano più. Ho preferito una tregua».

Pochi mesi dopo la firma dell’accordo, John Elkann licenziò senza troppe spiegazioni Serge de Pahlen, marito di Margherita Agnelli, che aveva trascorso nel gruppo Fiat 26 anni come dirigente. Nel 2007 Margherita Agnelli avviò un’iniziativa legale per ottenere dai consulenti del padre il rendiconto di tutti i suoi beni, insinuando di essere stata estromessa da parte dell’eredità di cui non era stata messa a conoscenza.

Nel 2015 l’azione legale fu giudicata infondata dalla Corte di Cassazione, ma nel 2020 Margherita Agnelli avviò una nuova azione legale sostenendo che l’accordo del 2004 fosse nullo. Rivendicò quindi di avere diritto alla parte di eredità che le spettava come unica figlia, pari al 50 per cento dei beni. La questione non si è ancora risolta.

Secondo gli avvocati di Margherita, l’accordo del 2004 sarebbe nullo perché il diritto italiano non prevede la possibilità di rinunciare a una futura successione, mentre si può fare la rinuncia totale all’eredità una volta che il parente da cui si deve ereditare muore. Nel 2004 la madre di Margherita, Marella Caracciolo, era ancora in vita e quindi la figlia non poteva rinunciare a un’eredità che ancora non le spettava. L’accordo è stato però sottoscritto in base al diritto svizzero, che invece prevede questa possibilità. Caracciolo morì in Italia nel 2019, ma da tempo era residente in Svizzera, e anche i testamenti furono fatti in Svizzera: per questo i figli avuti da Margherita con Alain Elkann accusano la madre di voler rimettere in discussione accordi validi, seppure presi vent’anni fa.

Non solo la causa civile non si è ancora risolta, ma ha generato una complicata ramificazione di procedimenti giudiziari a carico dei figli, che non hanno più rapporti con la madre. Il testamento era stato ritrovato recentemente proprio nel corso delle indagini per uno di questi procedimenti penali.

Margherita Agnelli nel 2008 (Giorgio Perottino / LaPresse)

I figli sono stati accusati di evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato per milioni di euro tra imposte sull’eredità e tassa di successione mai pagate: è un altro sviluppo di questa storia (che abbiamo raccontato qui), che si è concluso con un accordo col fisco e l’archiviazione per Lapo e Ginevra e la messa alla prova per John. Il testamento non fu giudicato rilevante per quella inchiesta, mentre gli avvocati di Margherita Agnelli chiedono che rientri nella causa civile tra la madre e i figli.

Come detto, secondo i suoi avvocati il testamento smentirebbe il passaggio dei poteri tra Gianni Agnelli e John Elkann, che non avrebbe quindi rappresentato «la sua ultima e definitiva volontà»: gli avvocati sostengono che la quota di John Elkann «doveva spettare al figlio Edoardo, tragicamente scomparso nel 2000, e, in mancanza, ai suoi eredi legittimi, ossia Margherita Agnelli e Marella Caracciolo»: Edoardo Agnelli non era sposato e non aveva figli, dunque i suoi eredi erano la sorella e i genitori. Secondo gli avvocati il testamento non è mai stato revocato né modificato, neanche dalle disposizioni successive, ed è stato ignorato e nascosto per tutti questi anni.

Gli avvocati di John, Lapo e Ginevra Elkann sostengono che il testamento presentato serva più a creare «confusione mediatica» e che non abbia effetti sulla successione di Gianni Agnelli e sulla divisione della società Dicembre. Innanzitutto perché quando Gianni Agnelli è morto Edoardo era a sua volta già morto, e dunque l’eredità fu spartita senza di lui, a beneficio della moglie Marella e della stessa Margherita. In più sostengono la validità dell’accordo del 2004, e quindi la rinuncia da parte di Margherita di qualsiasi pretesa sul patrimonio di famiglia. In aggiunta dicono che dopo tutti questi anni dalla morte del padre non ci possano più essere valide pretese sulla successione.

– Leggi anche: L’annosa questione dell’eredità degli Agnelli, spiegata