Come si fa testamento in Italia

Quello di Berlusconi è “olografo” e deve essere interamente scritto a mano con data e firma, ma ne esistono anche altri tipi

Le tre pagine del testamento di Silvio Berlusconi (ANSA)
Le tre pagine del testamento di Silvio Berlusconi (ANSA)
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Negli ultimi giorni si è parlato molto del testamento di Silvio Berlusconi, aperto mercoledì e reso pubblico giovedì mattina. Le attenzioni si sono concentrate anche sul testamento in sé: è stato scritto a mano da Berlusconi stesso su tre fogli di carta intestata a Villa San Martino, la residenza di Berlusconi ad Arcore, con frasi molto semplici con cui lascia disposizione di un patrimonio che Forbes stima in 6,3 miliardi di euro.

Quello scritto a mano si definisce per legge “testamento olografo” ed è solo uno dei possibili modi per lasciare disposizione del proprio patrimonio dopo la morte. Il termine deriva dal greco (ὅλος, «tutto», e γράϕω, «scrivere»), e infatti la caratteristica di questo testamento è che deve essere scritto interamente a mano, con data e firma. Ma a seconda di come viene fatto ne esistono anche altri tipi.

Il testamento olografo è quello più conosciuto e diffuso, proprio perché è molto semplice da fare. A firmarlo deve essere la persona che lascia le disposizioni, definita dalla legge il “testatore”. Si può fare su un foglio di carta qualsiasi, persino su un fazzoletto di un bar. Non serve consegnarlo al notaio e lo si può custodire ovunque. Il testamento olografo si può revocare fino all’ultimo istante in tre modi: distruggendolo, facendo testamenti successivi con disposizioni diverse e incompatibili o facendo un testamento dal notaio in cui si revocano tutte le disposizioni precedenti. Dopo la morte del testatore il notaio esegue alcune procedure per renderlo un atto formale e pubblico: pagare l’imposta di registro e mettere le marche da bollo sulle copie, tra le altre cose.

Il testamento olografo può sembrare un metodo poco sicuro e bizzarro per lasciare un’eredità, soprattutto una così ingente come quella di Berlusconi. In realtà è uno dei metodi più usati, proprio perché gratuito e perché non richiede particolari procedure burocratiche: bastano un foglio e una penna. Il fatto che esista la possibilità di fare un atto così importante in modo così semplice è espressamente previsto dalla legge proprio per riconoscere ampia autonomia a chi vuol fare testamento. Nel caso di Berlusconi, consisteva in un insieme di fogli scritti in vari momenti dal 2006 al 2022, con la data per ogni aggiunta. L’ultima in ordine di tempo è quella che contiene un lascito anche per la compagna Marta Fascina, scritta a gennaio del 2022 mentre Berlusconi stava andando all’ospedale San Raffaele.

Tuttavia, proprio per le sue modalità, capita abbastanza di frequente che un testamento olografo venga impugnato dagli eredi, perché non si sa se il testatore lo abbia fatto pienamente in sé o in autonomia.

Il tipo di testamento più sicuro e che evita disguidi di questo genere è quello pubblico, che prevede una procedura più formale: si fa direttamente dal notaio in presenza di due testimoni. È il notaio stesso a conservarlo e convocherà gli eredi dopo la morte del testatore. È proprio un atto pubblico ed è impugnabile solo nei casi in cui sia messa in dubbio la sua veridicità e l’autorevolezza del notaio che lo ha redatto.

Un tipo di testamento un po’ desueto e di cui si avvalgono ormai in pochi è quello segreto. In questo caso il testatore consegna al notaio un documento con le sue volontà e lo deve fare in presenza di due testimoni. Lo può consegnare in busta aperta o chiusa e a quel punto il notaio dovrà incaricarsi di una serie di procedure lunghe e complesse (motivo per cui appunto viene adottato raramente) e poi persino sigillare il testamento con la ceralacca.

C’è poi il testamento speciale. Si usa in casi particolari, quando si ha urgenza di lasciare disposizioni ma le condizioni impediscono al testatore di andare dal notaio e di rispettare determinate formalità: in caso di naufragio di una nave, per esempio, o di un incidente aereo, o di una malattia contagiosa. Durante la pandemia è capitato che venisse utilizzato questo tipo di testamento, che però ha una valenza di soli 3 mesi, dopodiché è necessario redigere un testamento ordinario. La caratteristica principale di questo testamento è che può essere considerato valido dalla legge anche in mancanza dei requisiti dei testamenti ordinari, per esempio la presenza di un notaio.

Infine c’è il testamento internazionale, che viene fatto nei casi in cui il testatore oppure le persone che ereditano abbiano affari o attività all’estero. In questi casi è necessaria la presenza di un notaio italiano o di diplomatici, se il testamento viene fatto all’estero.

In qualsiasi forma si decida di farlo, quando si fa testamento non c’è una libertà assoluta di lasciare il patrimonio come e a chi si vuole. La legge infatti prevede certe tutele per i congiunti più stretti di chi muore.

Il patrimonio è diviso in una cosiddetta “quota legittima” e in una “quota disponibile”. La quota legittima è la porzione del patrimonio che per legge deve essere lasciata a determinate persone, come il marito, la moglie, i figli o i genitori. Questa quota varia a seconda di chi e di quanti ne hanno diritto. Semplificando, se c’è solo la moglie o il marito, a questi spetta la metà del patrimonio e lo stesso vale se l’erede è un solo figlio; se ci sono un coniuge e un figlio, a ciascuno spetta un terzo del patrimonio; se ci sono un coniuge e più figli, al coniuge spetta un quarto del patrimonio e ai figli la metà da spartire in parti uguali.

La quota disponibile è invece quella che il testatore può lasciare a chi preferisce e varia a seconda di chi e di quante persone hanno diritto alla quota legittima.

Nel caso del testamento di Berlusconi la quota legittima spettava tutta ai figli, non essendo sposato e non avendo genitori in vita. E siccome erano più di uno la quota legittima stabilita dalla legge era di due terzi del suo patrimonio, mentre la quota disponibile di un terzo. La quota legittima è stata divisa in parti uguali tra gli eredi – i cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi – e quella disponibile è stata lasciata per volontà dello stesso Berlusconi in parti uguali ai due figli maggiori, Marina e Pier Silvio.

Oltre alle quote esiste anche il cosiddetto “legato testamentario”, con cui si possono individuare uno o più beneficiari a cui andranno determinati beni o diritti, per esempio una somma di denaro, una casa o titoli finanziari. Nel suo testamento Berlusconi ha lasciato come legato testamentario di versare 100 milioni di euro al fratello Paolo Berlusconi e altrettanti alla compagna Marta Fascina, e 30 a Marcello Dell’Utri, storico amico di Berlusconi, manager delle sue aziende e tra i fondatori di Forza Italia.

Il legato è sempre a carico degli eredi, che in parti uguali dovranno dividersi l’onere di rispettarlo. In generale, comunque, non serve per forza fare testamento per garantire la successione del patrimonio agli eredi. C’è infatti la successione legittima, che avviene proprio quando non c’è uno specifico testamento con le volontà: in questo caso si seguono le leggi per stabilire chi sono gli eredi e cosa spetta loro.