I dipendenti del teatro La Fenice di Venezia contro Beatrice Venezi
La direttrice d'orchestra nota per la sua vicinanza al governo Meloni è stata accusata di non essere all'altezza di dirigere uno dei teatri più famosi in Italia

I musicisti e i lavoratori del Teatro della Fenice di Venezia stanno protestando da giorni contro la nomina a direttrice musicale del teatro di Beatrice Venezi, direttrice d’orchestra 35enne nota soprattutto per la sua vicinanza al governo nazionale di destra. La direttrice musicale è la persona che, per l’appunto, guida e coordina tutta la parte musicale del teatro: orchestra, cantanti e programmi delle opere.
La nomina era stata decisa mercoledì all’unanimità dalla fondazione che gestisce il teatro, presieduta dal sindaco della città Luigi Brugnaro, di centrodestra.
Già giovedì i musicisti dell’orchestra del teatro avevano pubblicato un appello rivolto a Nicola Colabianchi, sovrintendente della Fondazione, criticandolo per la poca trasparenza nelle modalità di nomina e chiedendo la revoca di Venezi dall’incarico: in sostanza, i musicisti sostenevano che Venezi non fosse all’altezza di diventare direttrice musicale di uno dei teatri più importanti in Italia, sottintendendo che la sua nomina si doveva soltanto alla vicinanza al governo di Giorgia Meloni. Da allora ci sono stati altri sviluppi.
Venezi è figlia dell’imprenditore immobiliare Gabriele Venezi, che nei primi anni Duemila fu candidato sindaco a Lucca per il partito neofascista Forza Nuova, di cui era anche un dirigente. Lei stessa si è dichiarata più volte «di destra». Dal 2022 è consigliera per la musica al ministero della Cultura. Negli ultimi anni ha spesso fatto parlare di sé per circostanze che non riguardano il suo lavoro: soprattutto a partire da un’intervista del 2021 in cui disse di non voler essere chiamata “direttrice” ma “direttore” d’orchestra, conquistando molte simpatie da parte di politici e sostenitori della destra radicale.
Nella lettera che hanno inviato giovedì e che di fatto ha avviato la polemica, i musicisti del teatro La Fenice hanno detto che la loro opposizione a Venezi non va interpretata come una presa di posizione politica, ma riguarda esclusivamente il piano professionale. «Non ha mai diretto né un titolo d’opera né un concerto sinfonico pubblico in cartellone alla Fenice. Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette [cioè i direttori e le direttrici d’orchestra] che, in passato, hanno ricoperto il ruolo di Direttore Musicale di questo Teatro», hanno scritto i musicisti.
Venerdì anche l’assemblea dei lavoratori del teatro si è unita alla protesta, proclamando lo stato di agitazione: uno strumento sindacale di norma utilizzato per criticare scelte di politica aziendale – in questo caso la nomina della direttrice musicale – che può sfociare in ulteriori forme di mobilitazione, fino allo sciopero.
L’assemblea ha chiesto la revoca di Venezi con motivazioni simili a quelle espresse dai musicisti dell’orchestra: cioè che, fondamentalmente, Venezi avrebbe un’esperienza troppo ridotta per dirigere uno dei teatri lirici più prestigiosi al mondo.
Ha parlato della nomina di Venezi anche l’ex sovrintendente della Fondazione del teatro della Fenice, Cristiano Chiarot, che in un articolo pubblicato mercoledì sul Manifesto l’ha definita «una pagina opaca nella storia recente della cultura italiana» e «un esempio didascalico del livello a cui può scendere la lottizzazione nel nostro paese». Il processo di selezione di Venezi è stato criticato anche da Silvia Massarelli, direttrice d’orchestra di fama internazionale, molto più quotata di Venezi. In un’intervista data al Fatto Quotidiano Massarelli ha detto che Venezi «non ha nessun curriculum, nessuna attitudine, null’altro che questa carta da giocare che sono le aderenze politiche».
Negli ultimi anni era capitato che Venezi venisse contestata per le sue idee politiche. Prima dell’inizio del concerto di Capodanno 2024 al teatro dell’opera di Nizza, da lei diretto, venne fischiata e fu esposto uno striscione con scritto: «Niente fascisti all’opera, niente opera ai fascisti».
Venezi assumerà ufficialmente l’incarico a partire dall’ottobre del 2026, e il suo mandato durerà fino al marzo del 2030. Rispondendo alla lettera dei musicisti del teatro, il sovrintendente Colabianchi ha sia difeso la nomina di Venezi sia ridimensionato la rilevanza dell’incarico, spiegando che non dirigerà l’opera inaugurale della prossima stagione e che «la stragrande maggioranza delle nostre attività vedrà sul podio, come sempre, direttori di fama internazionale».
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