La discussa tassa sui cani che vuole introdurre l’Alto Adige
Dovrebbero pagarla anche i turisti in visita, e in Italia sarebbe una novità

La provincia autonoma di Bolzano (che si amministra come una regione) potrebbe essere la prima in Italia ad adottare una tassa di soggiorno per i cani delle persone che visitano il territorio. Lo prevede un discusso disegno di legge presentato da Luis Walcher, l’assessore provinciale al Turismo, all’Agricoltura e alle Foreste nella giunta altoatesina: se approvata, la legge introdurrebbe anche una tassa per i residenti proprietari di cani, che in Italia già esisteva ma è stata abolita da tempo.
Il disegno di legge prevede che la tassa di soggiorno per i cani sia di 1,5 euro al giorno, e che si sommi a quella già prevista per le persone che soggiornano in Alto Adige per le vacanze. Quella per i residenti invece secondo Walcher si aggirerebbe attorno ai 100 euro annui. L’obiettivo del provvedimento è finanziare la realizzazione di nuove aree per i cani e la pulizia delle strade dove i proprietari di cani non puliscono.
Walcher ha definito la pulizia dei marciapiedi, dei parchi e dei luoghi pubblici nei centri abitati e nelle città altoatesine una «grave problematica». Parlando con l’Ansa, ha ricordato che la tassa sui cani viene già applicata in altri paesi europei, come Austria e Germania; ha inoltre sostenuto che sia un provvedimento «giusto», perché riguarderebbe solo i proprietari, che in questo modo si faranno carico delle spese per la pulizia, che altrimenti gravano sull’intera collettività tramite le tasse sui rifiuti.
Il disegno di legge deve ancora essere discusso e approvato. Se così fosse, entrerà in vigore dal 2026. In caso di violazioni prevede sanzioni dai 200 ai 600 euro.
In Italia fu istituito per la prima volta nel 1918 un tributo comunale per le persone che avevano cani; l’imposta sui cani fu resa obbligatoria durante il fascismo e poi abrogata con la riforma tributaria del 1974. Con l’articolo 6 della legge 281 del 1991, tutti i possessori di cani erano tenuti al pagamento di un’imposta comunale annuale di 25mila lire: nonostante alcune discussioni per ripristinarla, ora non è più prevista alcuna tassa, mentre sono obbligatori per legge sia l’iscrizione all’anagrafe canina che il microchip.
Dal primo gennaio del 2022 i residenti dell’Alto Adige erano già obbligati a profilare il DNA dei propri cani con il consulto di un veterinario, di modo che dagli eventuali escrementi non raccolti negli spazi pubblici si potesse risalire più facilmente al cane, e quindi al proprietario; tuttavia è stato calcolato che finora sono stati tracciati solo 12mila dei 30mila cani registrati nella provincia. Il disegno di legge proposto da Walcher abolirebbe l’obbligo dell’esame genetico, e come compensazione per le spese già sostenute esenterebbe per due anni dal pagamento della nuova tassa i proprietari che avevano già profilato il DNA dei loro cani.
Thomas Widmann, membro del consiglio provinciale, ha definito l’abolizione del registro del DNA una scelta di buon senso. Per quanto riguarda l’introduzione delle tasse invece sono state più numerose le critiche.
Per l’Associazione italiana difesa animali e ambiente, citata da RaiNews, è «pura follia», mentre l’Ente nazionale protezione animali l’ha chiamata una scelta «miope e ingiusta». Secondo l’Organizzazione internazionale protezione animali la tassa per i proprietari rischierebbe di scoraggiare l’adozione, così come la registrazione degli animali all’anagrafe; per l’Unione degli albergatori del Sud Tirolo (HGV) quella di soggiorno rischierebbe invece più genericamente di danneggiare l’immagine dell’Alto Adige.
Anche secondo l’assessore all’Ambiente del comune di Bolzano, Marco Caruso, una nuova tassa sui cani sarebbe ingiusta e dannosa, favorirebbe gli abbandoni e graverebbe maggiormente sulle famiglie in difficoltà e sugli anziani. In un’intervista data a RTL il sindaco di Bolzano, Claudio Corrarati, ha detto: «Saremmo dei cani a mettere una tassa sui cani». Corrarati ha aggiunto che secondo lui «la maleducazione resterà al di là della tassa», e per questo «avrebbe molto più senso monitorare la situazione», per esempio attraverso controlli di vicinato.



