Una commissione del Parlamento Europeo ha respinto la richiesta di revocare l’immunità a Ilaria Salis: il voto definitivo sarà a ottobre

Ilaria Salis il 7 settembre 2025 (ANSA/FABIO FRUSTACI)
Ilaria Salis il 7 settembre 2025 (ANSA/FABIO FRUSTACI)

La commissione Affari giuridici del Parlamento Europeo ha respinto la richiesta presentata dal governo ungherese di revocare l’immunità giuridica per l’europarlamentare italiana Ilaria Salis. Il voto della commissione non è definitivo: sulla questione dovrà esprimersi l’intero Parlamento durante la sessione plenaria che inizierà il 6 ottobre. Il voto della commissione permette comunque di farsi un’idea su come potrebbe votare il Parlamento in quell’occasione.

Salis, del partito Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), è accusata in Ungheria di aver aggredito dei neonazisti a una manifestazione di estrema destra a Budapest nel 2023, cosa che lei ha sempre negato. Per queste accuse ha passato 15 mesi in carcerazione preventiva in un carcere ungherese, fra il febbraio del 2023 e il maggio del 2024, per poi essere messa agli arresti domiciliari e scarcerata dopo la sua elezione al Parlamento Europeo, a giugno 2024. In una recente intervista al Corriere della Sera ha detto di voler essere processata, ma in Italia e non in Ungheria, dove ritiene che la sentenza sia «già scritta».

Il voto in commissione si è tenuto a scrutinio segreto, quindi non sappiamo esattamente come hanno votato i 25 componenti. Fonti interne alla commissione, rimaste anonime, hanno fatto sapere a vari giornali che la votazione si è conclusa con 13 voti contrari alla revoca e 12 favorevoli. Nella commissione ci sono 11 parlamentari dei gruppi progressisti, sette di quelli di destra e sette del Partito Popolare Europeo, di centrodestra. Ipotizzando che tutti i progressisti abbiano votato contro la revoca, e tutti i parlamentari di destra a favore (come avevano annunciato prima del voto), sarebbero stati decisivi i voti di due parlamentari Popolari, che avrebbe votato contro nonostante le indicazioni del partito. Il voto in sessione plenaria dovrebbe essere palese, a meno che almeno un quinto dei deputati non chieda il voto segreto.

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